mercoledì 5 agosto ’20

     

     

     

    nell’immagine un dipinto di Victor Gabriel Gilbert

     

     

    XVIII Settimana del Tempo Ordinario

     

    Proverbio del giorno (Arabia)

    «Dove c’è il ricco, c’è il povero. Ma dove c’è giustizia, là sono tutti fratelli».

     

    Iniziamo la giornata pregando (Preghiera Colletta)

    O Dio, che affidi al lavoro dell’uomo le immense risorse del creato, fa’ che non manchi mai il pane sulla mensa di ciascuno dei tuoi figli, e risveglia in noi il desiderio della tua parola, perché possiamo saziare la fame di verità che hai posto nel nostro cuore. Per il nostro Signore Gesù Cristo…Amen

     

    FESTA FONDAZIONE BASILICA DI S. MARIA MAGGIORE la sola tra le 4 basiliche maggiori di Roma, a conservare le strutture originali e che presenta particolari che la rendono unica: i mosaici della navata e dell’Arco trionfale risalenti al V sec e quelli dell’Abside, opera di Jacopo Torriti; il pavimento “cosmatesco” del 1288; il soffitto a cassettoni in legno dorato di Giuliano Sangallo (1450); il Presepe del XIII sec di Arnolfo da Cambio; le cappelle ecc. Papa Francesco è devoto e in numerose occasioni vi si è recato per pregare MARIA SALUS POPOLI ROMANI

     

    La Parola di Dio del Giorno Matteo 15,21-28.

    Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidone. Ed ecco una donna Cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore, – disse la donna – eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.

     

    Riflessione Per Il Giorno (mattutino di Mons. Ravasi)

    Provava soltanto una delusione immensa, perché doveva andare verso Dio a mani vuote, senza aver fatto nulla. Gli pareva che sarebbe stato così facile essere un santo. Si sentiva come qualcuno che per pochi secondi avesse perduto l’appuntamento con la felicità. Sacerdote pauroso e ubriacone, braccato dai rivoluzionari messicani anticlericali, il protagonista del famoso romanzo Il potere e la gloria (1940) dello scrittore inglese Graham Greene alla fine acquista una sua grandezza e un suo eroismo proprio partendo dal suo fallimento. Le parole che abbiamo citato ne sono una testimonianza limpida che vale non solo per un prete, ma anche per un fedele: si giunge alla meta finale a mani vuote, consapevoli di aver attraversato tante situazioni nelle quali si sarebbe potuto dare, creare, costruire, e ci si rassegna a riconoscere di aver perduto l’appuntamento con la felicità. Lo scrittore cuneese Nuto Revelli in un suo libro racconta la vicenda di un prete che aveva vissuto la Resistenza e il suo ministero con ardore, ma che aveva avuto come suggello della sua esistenza un tramonto triste, solitario e amaro. Aveva intitolato quel libro Il prete giusto. C’era una pagina sottolineata dall’autore, contenente alcune parole di questo ecclesiastico, don Raimondo Viale. È il commento conclusivo al testo di Greene, ricordando che in questi giorni si ricorda S. Giovanni Maria Vianney, il semplice e luminoso curato d’Ars, un prete “riuscito”. «Ci sono preti che si comportano come altoparlanti di Gesù Cristo non solo con le parole ma anche coi fatti. Altri invece hanno scelto la vita quieta, il tran tran. Ma se un prete non ha nemici, non è un vero prete. Gesù crea una rottura tale che lo chiamano “segno di contraddizione”».

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per la Missione diocesana in Bolivia nel 58°anniversario dell’arrivo dei primi missionari

     

    Don’t forget!

    05/08/2001: + don Giorgio Longo, prete PSV: sepolto nel Santuario di Guadalupe, Cochabamba.

    Ai boliviani di Bergamo che festeggiano “las Fiestas Patrias” gli auguri di ogni bene.

     

    Il ricordo e il grazie…

    Ivana Valoti

    OSTETRICA

    Morta il 16 Marzo 2020

    Due settimane prima aveva visto la madre Angela morire, dopo averla accudita all’ospedale di Seriate. Il 16 marzo anche lei stroncata dal Covid-19, è morta nel «suo» ospedale di Alzano, dove lavorava come ostetrica da anni. Ivana Valoti, di Nembro, aveva 58 anni, era da poco diventata nonna, ha lasciato il marito Roberto, due figli e una nipotina. Una tragedia per la sua famiglia e per il reparto di ostetricia-ginecologia del «Pesenti-Fenaroli», dove era apprezzata per la sua infinita disponibilità e per le sue doti di grande lavoratrice. «Era responsabile dell’ambulatorio di gravidanza fisiologica -la ricorda la responsabile dell’Unità operativa di ostetricia e ginecologia di Alzano Silvia Von Wuster -Era una lavoratrice instancabile, veniva in ospedale anche fuori orario, facendosi carico di tutte le donne». «Aveva così a cuore il suo lavoro e le sue future mamme – continua la dottoressa – tanto che aveva costituito un gruppo per il sostegno all’allattamento. Una persona che di primo approccio poteva sembrare scontrosa, invece aveva un cuore enorme e una grande allegria che trasmetteva a tutti. Con lei ricordo di aver lavorato nel 1999 nell’ospedale da campo degli alpini, a Valona, in Albania. Qui c’erano tante donne in gravidanza da seguire, cercava di tenere su il morale a tutti ed era veramente amata da tutti». «Una straordinaria collega e una grande amica – la ricorda anche la dottoressa Gaya Bettoni – Con lei abbiamo condiviso l’ambulatorio per la gravidanza fisiologica, era lei l’ostetrica di riferimento, ci teneva tantissimo. Nel suo lavoro ci metteva veramente il cuore anche con i tanti extracomunitari che venivano in ospedale». «Persona sempre sorridente – dice la caposala Elisabetta Valoti- e grande lavoratrice. Aiutava in ogni modo le donne in gravidanza, e nel nostro gruppo di lavoro ci mancherà tantissimo. Purtroppo il virus ci ha portato via una collega e amica unica». Ivana Valoti aveva accudito la madre colpita dal virus e morta a Seriate il 29 febbraio. Si era poi messa in autoisolamento. Lunedì il ricovero ad Alzano. Il 16/ 3 doveva essere trasferita al «Fatebenefratelli» di Milano, ma nel pomeriggio è sopraggiunto il decesso. La notizia della morte di Ivana è stata la più difficile ieri da accettare anche per la giunta di Nembro: «Ebbene quando ci siamo guardati e ci siamo detti che Ivana era morta, lo sgomento e lo scoramento sono stati più forti e più intensi che mai - dice il sindaco -. Era notissima, una di quelle persone che si dava sempre da fare senza mai tirarsi indietro. Col suo animo dinamico e positivo, aiutava le neomamme conosciute in ospedale, organizzava corsi sull’allattamento, andava al nostro asilo nido. All’interno della nostra comunità era un punto di riferimento sicuro e sapere che anche lei è stata sconfitta dal virus ci lascia tutti affranti». Così Camillo Bertocchi, sindaco di Alzano: «Carattere forte e cuore grande. Una parola buona per tutti e soprattutto persona competente, concreta e diretta. Hai fatto nascere un’infinità di bimbi e sei stata il punto di riferimento per tante mamme in momenti fondamentali e difficili per una donna».

     

     

     

     

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