5.a settimana del tempo ordinario

     

    nel video Enrico Ruggeri canta Il cannibale – brano che riporta alle epiche sfide fra Gimondi e Merckx

     

    Proverbio del Giorno (Dal libro dei proverbi)

    Meglio incontrare un’orsa privata dei figli che uno stolto in preda alla follia.

     

    Iniziamo la Giornata Pregando (dal Salmo 37)

    Manifesta al Signore la tua via, confida in lui: compirà la sua opera; farà brillare come luce la tua giustizia, quale meriggio il tuo diritto. La bocca del giusto proclama la sapienza, e la sua lingua esprime la giustizia; la legge del suo Dio è nel suo cuore, i suoi passi non vacilleranno. La salvezza dei giusti viene dal Signore, nel tempo dell’angoscia è loro difesa; il Signore viene in loro aiuto e li scampa, li libera dagli empi e dà loro salvezza, perché in lui si sono rifugiati. Amen

     

    RICCARDO, RE

    Visse nell’VIII secolo e fu il padre di tre importanti santi: Villibaldo, Vunibaldo e Valburga. La sua vita fu caratterizzata da una intensa preghiera e venerazione verso la S. Famiglia e gli altri santi: infatti insieme ai figli si recò a Roma con la speranza di trovarvi le reliquie dei SS. Pietro e Paolo. Morì a Lucca e venne seppellito nella basilica di S. Frediano

     

    La Parola di Dio del giorno (Mc 7,14-23)

    Gesù disse alle folle: «Ascoltatemi tutti e intendete bene: non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa contaminarlo; sono invece le cose che escono dall’uomo a contaminarlo». Quando entrò in una casa lontano dalla folla, i discepoli lo interrogarono sul significato di quella parabola. E disse loro: «Siete anche voi così privi di intelletto? Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può contaminarlo, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va a finire nella fogna?». Dichiarava così mondi tutti gli alimenti. Quindi soggiunse: «Ciò che esce dall’uomo, questo sì contamina l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l’uomo». 

     

    La riflessione del giorno

    Chiediti: in che mani sei? Un pallone da basket nelle mie mani vale 20 euro, nelle mani di Michael Jordan vale circa 30 milioni di euro…dipende dalle mani in cui si trova. Una palla da baseball nelle mie mani vale 4 euro, nelle mani di Mark McGuire vale circa 17 milioni di euro…dipende dalle mani in cui si trova. Una racchetta da tennis nelle mie mani è quasi inutile, nelle mani di Venus Williams è la vittoria in torneo…dipende dalle mani in cui si trova. Un bastone nelle mie mani mi aiuta a camminare, nelle mani di Mosè divise il Mar Rosso…dipende dalle mani in cui si trova. Una fionda nelle mie mani è un giocattolo, nelle mani di Davide abbatté Golia…dipende dalle mani in cui si trova. 2 pesci e 5 pani nelle mie mani sono una merenda, nelle mani di Dio sfamarono una moltitudine …dipende dalle mani in cui si trovano. I chiodi nelle mie mani producono solo dolore, nelle mani di Gesù Cristo hanno prodotto salvezza per il mondo…dipende dalle mani in cui si trovano. Come vedi, tutto dipende dalle mani in cui gli oggetti si trovano. Allora metti i tuoi ragionamenti, preoccupazioni, paure, speranze, sogni, metti la tua famiglia e i tuoi rapporti con gli altri, tutto, nelle mani di Dio perché tutto dipende dalle mani in cui si trovano. E se siamo nelle mani di Dio lì siamo al sicuro…

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per i giovani perché sappiano rispondere con generosità alla chiamata di Dio.

     

    E…don’t forget 201° Quadro De “I 1.000 Quadri Più Belli Del Mondo”

     

    Guido Reni (1575 –1642) è fra i più noti e validi pittori e incisori italiani del ‘600. Nel 1584 aveva abbandonato gli studi di musica, a cui era stato avviato dal padre, per entrare nella bottega bolognese del pittore fiammingo Denijs Calvaert, amico del padre, che si impegnò a tenerlo per dieci anni. Ebbe per compagni di apprendistato pittori di successo come F. Albani e Domenichino; studiò le incisioni di Dürer e Raffaello…Si trasferì a Roma già nel 1600 e qui gli fu commissionata la “Crocifissione di Pietro” dal Cardinale Pietro Aldobrandini per la Chiesa di S. Paolo alle tre Fontane.

     

    GUIDO RENI: LA CROCIFISSIONE DI S. PIETRO 1604/5 – Olio su tela – 305 x 175 cm – Pinacoteca Vaticana Roma

    Trasferita al Palazzo Pontificio del Quirinale (1787), fu portata a Parigi nel 1797 e, dopo la sua restituzione, entrò a far parte della Pinacoteca Vaticana dal 1819. L’artista bolognese si avvicinò, appena giunto a Roma, alle rivoluzionarie novità della pittura del Caravaggio, che fin dal loro apparire avevano influenzato la vita artistica della città. Tale influsso è evidente nella Crocifissione di S. Pietro, che si ispira al tema già affrontato dal Caravaggio nel quadro per la chiesa di S. Maria del Popolo, rispetto al quale è attenuata la tensione drammatica. Rispetto al quadro di Caravaggio (eseguito per il tesoriere del Papa Tiberio Cerasi in S. Maria del Popolo) Guido Reni circoscrive l’evento drammatico all’interno di un sentimento etico più “disciplinato” eliminando “il gesto –molto umano- di ribellione

    “del martire” (Giulio C. Argan) e sostituendolo con un cenno di offerta e invocazione di Dio presente nel fascio di luce che proviene dall’alto. Ne risulta una tensione drammatica attenuata, nella testa del Santo che si solleva senza apparente fatica, nel prevalere delle linee verticali e orizzontali (la croce coi suoi bracci, le cui linee vengono assecondate dal gesto di Pietro) che smorzano il senso di movimento e pathos delle diagonali caravaggesche. L’opera di G. Reni dà l’impressione che tutto sia frutto di uno studio accurato dell’artista, dalle rigide geometrie della posizione della croce e degli aguzzini che formano una piramide che la conchiude, dal gesto misurato di offerta del martire: la rappresentazione è depurata dai tratti brutalmente umani, carnali. Il forte sentimento caravaggesco si fonde in una struttura classica: la figura del dramma di un santo che prima di essere un apostolo è un uomo come traspare nell’opera del Merisi viene qui sostituita dalla rappresentazione di Pietro simbolo della perfezione ideale che abbraccia il suo destino e si anima verso la luce. Caravaggio cerca il bello di natura, Guido Reni gli oppone il bello morale. Due profonde meditazioni, due poetiche che si risolvono in risultati diversi ma legati da un dialogo profondo in Roma, una città che, nel Seicento, sarà il nucleo di sviluppi continui e la culla dei maggiori artisti d’Europa. La feconda stagione del barocco si sprigionerà di qui a un decennio.

     

    MICHELANGELO MERISI detto   CARAVAGGIO:

    CROCIFISSIONE

    DI S. PIETRO

    1600-01 olio su tela

    230×175 cm

    S. Maria del Popolo

    Roma.

    In questa tela del Caravaggio il tono è volutamente anti eroico e antiaulico: in essa (R. Longhi) i gesti dei servi, sono più da operai, che da carnefici, tanto da dare alla scena un senso di evidenza, dove ognuno attende al suo compito. Nel quadro la luce investe la croce e il santo, simboli entrambi della fondazione e della costruzione della Chiesa, attraverso il martirio del suo fondatore. La luce investe i carnefici, qui raffigurati come uomini semplici, costretti a un lavoro faticoso.

    Spettacolare è, oltre all’illuminazione, la resa dei particolari: le venature del legno della croce, il piede nero dell’aguzzino chino, le rughe sulla fronte dell’aguzzino di sinistra, il riflesso della luce sulle unghie del Santo e dell’aguzzino che tende la corda. S. Pietro si fa crocifiggere a testa in giù per umiltà nei confronti di Cristo. Tutte le figure concorrono a formare una X con le assi della croce e dei corpi degli aguzzini, dunque anche questi ultimi sono accomunati col santo dal senso della fatica.

     

     

     

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