XXIII Settimana tempo Ordinario
Iniziamo la Giornata Pregando (Inno delle lodi)
In Te Signore noi riposiamo e nella notte prendiamo forza; al tuo giorno tu ci prepari svelando a noi il tuo amore. Ormai levato su altre terre, città diverse ridesta il sole, eterno amore fedele all’uomo ridona gioia a ogni volto. Tu che sei luce e hai vinto il male, per sempre vivo Gesù risorto, combatti tu la nostra lotta; difendi noi dall’Avversario. A te Creatore e nostro Padre, a te Vivente insieme a lui, a te Sorgente d’amore e vita, la nostra lode in ogni tempo. Amen
Il santo del giorno – BEATO GIOVANNI BATTISTA MAZZUCCONI
Rancio di Lecco, 1826 – Woodlark (Oceania), 1855 Nell’isola di Woodlark, G.Battista Mazzucconi, sacerdote dell’Istituto Milanese per le Missioni Estere (PIME), dopo due anni trascorsi al servizio dell’evangelizzazione, ormai spossato dalle febbri e dalle piaghe, fu ucciso in odio alla fede con un colpo di scure.
Ascoltiamo la parola di Dio (Lc 6,20-26)
In quel tempo, alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva: «Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi che ora piangete, perché riderete. Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v’insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti. Ma guai a voi, ricchi, perché avete già la vostra consolazione. Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi che ora ridete, perché sarete afflitti e piangerete. Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti.»
Riflessione Per Il Giorno (Incipit di “Cuore” di De Amicis)
Oggi primo giorno di scuola. Passarono come un sogno quei tre mesi di vacanza in campagna! Mia madre mi condusse questa mattina alla Sezione Baretti a farmi inscrivere per la terza elementare: io pensavo alla campagna e andavo di mala voglia. Tutte le strade brulicavano di ragazzi; le due botteghe di libraio erano affollate di padri e di madri che compravano zaini, cartelle e quaderni, e davanti alla scuola s’accalcava tanta gente che il bidello e la guardia civica duravan fatica a tenere sgombra la porta. Vicino alla porta, mi sentii toccare una spalla: era il mio maestro della seconda, sempre allegro, coi suoi capelli rossi arruffati, che mi disse: – Dunque, Enrico, siamo separati per sempre? – Io lo sapevo bene; eppure mi fecero pena quelle parole. Entrammo a stento. Signore, signori, donne del popolo, operai, ufficiali, nonne, serve, tutti coi ragazzi per una mano e i libretti di promozione nell’altra, empivan la stanza d’entrata e le scale, facendo un ronzio che pareva d’entrare in un teatro. Lo rividi con piacere quel grande camerone a terreno, con le porte delle sette classi, dove passai per tre anni quasi tutti i giorni. Folla, le maestre andavano e venivano. La mia maestra della prima superiore mi salutò di sulla porta della classe e mi disse: – Enrico, tu vai al piano di sopra, non ti vedrò nemmen più passare! – e mi guardò con tristezza.
Intenzione del giorno
Preghiamo perché crescano le opportunità di formazione e di lavoro per tutti i giovani
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