sabato 17 marzo ’18

    4.a settimana di Quaresima

     

    nell’immagine una fotografia di Franco Fontana

     

    Proverbio del giorno (Jules Renard)

    “La vecchiaia inizia quando si è sicuri di non essersi mai sentiti così giovani.”.

     

    Iniziamo la Giornata Pregando (Preghiera di S. Efrem il Siro)

    “«Signore e Sovrano della mia vita, non darmi uno spirito di pigrizia, di scoraggiamento, di dominio e di vana loquacità! Concedi invece al tuo servo uno spirito di castità, di umiltà, di pazienza e di carità. Sì, Signore e Sovrano, dammi di vedere le mie colpe e di non giudicare mio fratello; poiché tu sei benedetto nei secoli dei secoli. Amen.».

     

    Patrizio

    Nasce nel 385 in Britannia; a 16 anni è rapito e condotto schiavo in Irlanda, dove rimane 6 anni: fuggito, torna in patria dove si prepara a diventare prete. A 40 anni sente la nostalgia dell’isola verde e si fa il suo nome come vescovo: qui predica, battezza, conferma, celebra, ordina preti, consacra monaci. Il successo è grande, ma non mancano assalti di nemici e malignità di cristiani. Muore verso il 461. È patrono d’Irlanda e degli irlandesi nel mondo.

     

    La Parola di Dio del giorno (Matteo 21,33-43.45-46)

    In quel tempo, all’udire le parole di Gesù, alcuni dicevano: «Questi è davvero il profeta!». Altri: «Questi è il Cristo!». Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea? Non dice forse la Scrittura che il Cristo verrà dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide?». E nacque dissenso tra la gente riguardo a lui. Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno gli mise le mani addosso. Le guardie tornarono quindi dai sommi sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto?». Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato come parla quest’uomo!» Ma i farisei replicarono loro: «Forse vi siete lasciati ingannare anche voi? Forse gli ha creduto qualcuno fra i capi, o fra i farisei? Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!». Disse allora Nicodemo, uno di loro, che era venuto precedentemente da Gesù: «La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?». Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia e vedrai che non sorge profeta dalla Galilea». E tornarono ciascuno a casa sua.

     

    La Riflessione del giorno (Mons. Ravasi Mattutino)

    Satana è molto spirituale. La sua natura è la stessa di un puro spirito. In lui non vi è neppure un’oncia di materia. Non ha propensione per il materialismo banale. E quindi – ci si può scommettere – la spiritualità è il suo stratagemma. E’ difficile contestare queste sorprendenti righe del libro La fede dei demoni del francese Fabrice Hadjadj, nato nel 1971, di origine ebraica, convertito dall’ateismo al cattolicesimo. Satana, come insegna la dottrina tradizionale, è «puro spirito»; perciò, non è così ingenuo da affidarsi al materialismo greve per convertire a sé le persone più avvedute. No, sceglie un’altra via, quella dello spiritualismo etereo, magico, esoterico che colma intere biblioteche specializzate. Egli propone la sua fede, lasciando perdere gli attrezzi arrugginiti di un certo ateismo alla “Unione Atei Agnostici Razionalistici” che sa di vecchia congrega miscredente e gaudente («Dio non c’è: goditi la vita!»). Satana predilige, invece, una spiritualità individualistica, egoistica, snob e detesta la “carnalità” cristiana che costringe a sporcarsi le mani nel curare malati, a varcare soglie di carcere rovinandosi la reputazione interessandosi ai colpevoli, a impantanarsi negli spazi fangosi riservati ai nomadi, a curare vecchi bavosi, servendo a mensa brutti ceffi affamati. Eppure, il Dio cristiano si nasconde lì, nella carne degli ultimi della terra, lui che ha scelto di finire sull’equivalente di allora della sedia elettrica. Aveva ragione Ludwig Wittgenstein: «Il cristianesimo non è una dottrina, né una teoria sull’anima umana. È descrizione di un evento reale nella vita dell’uomo».

     

    L’intenzione del giorno

    Preghiamo per tutti coloro che si sono raccomandati alle nostre preghiere

     

     4.a “LA FOTO DELLA SETTIMANA”: LE FOTO PIÙ INFLUENTI DI SEMPRE

    Una delle foto più famose di Dorothea Lange è diventata il simbolo della fame e povertà della Grande depressione nelle campagne americane degli anni Trenta. La donna ritratta si chiama Florence Owens Thompson: Lange la fotografò più volte coi suoi 7 figli. «Vidi quella madre affamata e disperata e mi avvicinai, come attratta da un magnete. Non ricordo come le spiegai perché ero lì e che ci facevo con la macchina fotografica, ma ricordo che non mi fece domande. Feci cinque scatti, avvicinandomi sempre di più nella stessa direzione. Non le chiesi come si chiamava, né qual era la sua storia; mi disse la sua età, 32 anni. Raccontò che vivevano mangiando verdura gelida dai campi vicini e uccelli catturati dai bambini. Aveva appena venduto le gomme dell’auto per comprarsi il cibo. Se ne stava seduta con i suoi figli accovacciati attorno a lei, e sembrava consapevole che la mia fotografia l’avrebbe potuta aiutare, e per questo lei aiutò me. Ci fu una sorta di equo scambio».

    DOROTHEA LANGE: Migrant Mother, Nipomo, San Luis Obispo County, California, 1936.

     

     

     

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