Sabato 20 aprile 2024

     

    3.a settimana di pasqua

     

    Avvenne il 20 aprile…

    1657 – Gli ebrei di New Amsterdam (oggi New York) ottengono il diritto alla libertà di religione

    1902 – Pierre e Marie Curie purificano e isolano l’elemento radio.

    1945 – Le truppe sovietiche entrano a Berlino.

    1972 – L’Apollo 16 si posa sulla superficie della Luna.

    2008 – Papa Benedetto XVI visita Ground Zero a New York dove sorgevano le Twin Towers

     

    Aforisma da 2 Timoteo 12,17

    Dio non ci ha dato uno Spirito di timidezza, ma di forza, di amore e di saggezza.

     

    Preghiera dal salmo 115

    Cosa renderò al Signore, per tutti i benefici che mi ha fatto? Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore. Adempirò i miei voti al Signore, davanti a tutto il suo popolo. Agli occhi del Signore è preziosa la morte dei suoi fedeli. Ti prego, Signore, perché sono tuo servo; io sono tuo servo: tu hai spezzato le mie catene. A te offrirò un sacrificio di ringraziamento e invocherò il nome del Signore. Amen

     

    Santo del giorno

    Un antico documento liturgico narra che Sara di Antiochia, sposa di un alto ufficiale dell’imperatore Diocleziano, si era messa in viaggio verso Alessandria d’Egitto per sfuggire alla proibizione di far battezzare i suoi bambini. Durante il viaggio per mare, la tempesta infuriò e si temeva il naufragio.

    Sara che voleva salvare l’anima dei suoi figli si fece sul petto una ferita e col suo sangue segnò una croce sulla loro fronte e li immerse tre volte nel mare invocando la SS. Trinità. La tempesta si placò e Sara, giunta ad Antiochia, andò dal vescovo per far battezzare i bambini, ma la cosa risulta impossibile.

    La donna racconta il rito da lei compiuto e riceve l’assicurazione sulla validità del battesimo che non deve essere ripetuto. Tornata in patria, Sara racconta l’accaduto al marito il quale lo racconta all’imperatore che incollerito, condanna a morte madre e figli.

     

    Parola di Dio del giorno Giovanni 6,60-69

    In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?». Gesù sapendo dentro di sé che i discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita.

    Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre». Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui.

    Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».

     

    Riflessione detti e fatti dei padri del nuovo deserto

    Abba Paolo rifletteva su una parola di Gesù che gli procurava turbamento: “Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala”. Pensava che Gesù non avesse solo esagerato, ma anche ironizzato e così per il piede e per l’occhio. Diceva tra sé: “È Parola di Dio, ma come si fa ad accettarla? Non c’è nessuno che l’abbia realizzata: io almeno non ho mai sentito che un cristiano si sia tagliato una mano o un piede o si sia cavato un occhio per ubbidire a Gesù”.

    Confidò i suoi dubbi ad abba Giuseppe che lo rasserenò, ma gli mise altre pulci in tutt’e due le orecchie: “La Parola di Gesù è più vera di quel che pensiamo. Tagliare la mano che significa? Con quella mano non potresti più far nulla: «Se la mano ti scandalizza, tagliala» significa che se il lavoro che fai ti allontana da Gesù, devi smetterlo e, se non è volontà di Dio, eviterai di accarezzare la persona che hai avvicinato.

    «Se il tuo piede ti scandalizza, taglialo»: cioè eviterai di andare nei luoghi in cui trovi pericoli per la tua fede. «Se il tuo occhio di scandalizza, cavalo»: eviterai cioè di leggere o guardare o osservare ciò che non aiuta la tua intimità con Dio o che potrebbe disturbare la purezza del tuo cuore o del tuo corpo».

     Abba Paolo lo guardò stranito: “Non l’ho mai interpretato in questo modo”. Abba Giuseppe rispose: “Questa sapienza te la dà Gesù se tu lo ami con tutto il cuore!”. Si salutarono e fecero il segno di croce.

     

    Intenzione di preghiera

    Certi governanti del mondo sono peggio di bimbi capricciosi, solo che a differenza dei bimbi le loro decisioni provocano stragi, guerre, distruzioni e dolori senza fine. Preghiamo che Dio li converta.

     

    Don’t Forget! News del PSV

    SORISOLE 23-3-2024: 4° ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI DON FAUSTO

    Nella notte del 23 marzo 2020, in una stanza dell’Ospedale S. Anna di Como moriva don Fausto Resmini. Sono passati 4 anni da allora, ma il rimpianto e il ricordo sono più vivi che mai nel cuore e nella mente di chi l’ha conosciuto e gli ha voluto bene. Sabato 23-3-2024 alle 18,00 nella grande sala che fa pure da chiesa, la comunità di Sorisole con tanti altri fedeli, si è ritrovata per la S. Messa di suffragio: don Dario Acquaroli a nome di tutti i sacerdoti, collaboratori, ospiti e sostenitori del P.S.V. ha espresso il ringraziamento a tutti i numerosi presenti.

    In quest’occasione si è compreso una volta di più come sia grande l’eredità morale e spirituale di don Fausto e come noi del PSV abbiamo il dovere non solo di custodirne il ricordo, ma anche di esplorarne e fare emergere le ricchezze nascoste.

    Nella Liturgia della domenica delle Palme Mons. Vittorio Nozza che di don Fausto è stato compagno e amico, ne ha tracciato un commosso ricordo ed evocando l’ingresso di Gesù a Gerusalemme a dorso di un puledro, ha messo in luce lo stile umile, semplice, ordinario del cristiano; uno stile discreto, non trionfalista né smanioso di grandezza e potenza; uno stile di prossimità ai volti e alle storie della gente, intrecciata di ascolto e cura.

    In questa prospettiva, don Nozza ha riletto il vissuto di don Fausto che, nella scia del carisma di don Bepo, si è fatto carico della storia di tanti volti e di tante storie di vita segnate da fragilità, abbandono, disperazione e l’ha fatto attraverso relazioni personali vere e significative nei confronti dei piccoli e degli ultimi, mantenendo fermo il primato del rapporto personale per accompagnare i minori che accoglieva nel cammino di assunzione di responsabilità e favorirne l’inserimento nel tessuto ecclesiale e sociale. Alla fine don Dario ha letto un scritto di don Fausto ai suoi ragazzi: “Le scorciatoie per non sentire la fatica sono le vie che più illudono: diffidate della solitudine e aiutatevi vicendevolmente e sempre”. Parole più che mai attuali

     

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