Venerdì 19 aprile 2024

     

    3.a settimana di pasqua

     

    Avvenne il 19 aprile…

    1587 – Francis Drake affonda la flotta spagnola nel porto di Cadice.

    1770 – Il capitano James Cook giunge in vista delle coste dell’Australia.

    1956 – L’attrice Grace Kelly sposa Ranieri III di Monaco

    1961 – Fallisce l’invasione della baia dei Porci sull’isola caraibica di Cuba

    1999 – La sede del parlamento tedesco viene spostata da Bonn a Berlino.

    2005 – Il cardinale Joseph Ratzinger viene eletto papa e assume il nome di Benedetto XVI.

     

    Aforisma dal libro del Qoeleth

    Tutti sono diretti verso il medesimo luogo: tutto è venuto dalla polvere e nella polvere tutto ritorna.

     

    Preghiera di Donata Doni

    Sarà come incontrarti per le strade di Galilea e sentire il battito di luce delle tue pupille divine riscaldare il mio volto. Sarà la Tua mano a prendere la mia con un gesto d’amore ignoto alla mia carne. Dimmi che non sarà la morte, ma soltanto un ritrovo di amici separati da catene d’esilio. Dimmi che non saranno paludi d’ombra a sommergermi, né acque profonde a travolgermi. Solo il Tuo volto, solo il Tuo incontro, Signore.

     

    Santo del giorno

    Un cronista tedesco dell’XI secolo, Adamo di Brema, nella sua Storia ecclesiastica, ci dà notizia di una “nobilissima senatrix Emma”, sorella di Meinwerk, vescovo di Paderborn (morto nel 1036) e moglie del conte Ludgero di Sassonia.

    Rimasta vedova, ancor giovane e bella, ricca e senza figli, in una condizione assai scomoda ed esposta a mille insidie, non ambì a seconde nozze e si mantenne costante nel suo nuovo programma di vita, fondato sulla totale dedizione alle opere di carità: per questo donò le sue grandi sostanze ai poveri, a cui si dedicò per tutta la vita. Morì il 19 aprile 1040.

    La sua mano, giunta fino a noi intatta dopo nove secoli e mezzo dalla morte di questa santa dal nome fresco e pieno, è un segno della sua più autentica virtù: la generosità, una generosità fattiva, di opere più che di parole. Il suo corpo, privo della mano di cui si è parlato, riposa nella cattedrale di Brema.

     

    Parola di Dio del giorno

    In quel tempo, i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita.

    Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui.

    Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno». Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao.

     

    Riflessione Mons. Ravasi “Breviario laico”

    La nobiltà dello spirito, rispetto a quella del sangue, ha il vantaggio che uno se la può conferire da solo. Robert Musil, nato a Klagenfurt in Austria nel 1880, aveva studiato e vissuto perlopiù in Germania ma, col prevalere di Hitler, aveva deciso di lasciare Berlino e di riparare in Svizzera, a Ginevra, dove si sarebbe spento il 15-4-1942.

    Là aveva condotto un’esistenza povera e la morte l’aveva colto all’improvviso mentre stava lavorando al suo capolavoro incompiuto, quell’Uomo senza qualità che spesso rimane altrettanto incompiuto nella lettura di molti perché è testo arduo, senza una trama netta. Oggi però ci affidiamo a uno dei Frammenti postumi di Musil che brillano di luce propria.

    Vi ricordate l’esilarante battuta di Totò: «Signori si nasce. E io lo nacqui!»? In realtà, non si nasce né signori né raffinati né insigni, lo si diventa con un serio esercizio. Si può ereditare per nascita di essere conti o marchesi, blasonati e patrizi: frutto di condizioni meramente estrinseche è appartenere alla classe aristocratica o plebea. La «nobiltà dello spirito», come ammonisce Musil, è invece l’unica che ci conferiamo da soli con un impegno severo, anche nei piccoli comportamenti.

    A questo proposito mi viene in mente una battuta di un altro scrittore che ammiro, Anton Cechov: «La signorilità vera non sta nel non versare la salsa sulla tovaglia, ma nel non mostrare di accorgersi se un altro lo fa». Il contegno, l’educazione, il rispetto sono valori che rivelano una classe che non è assegnata dai documenti anagrafici, ma che fiorisce da una finezza umana profonda.

     

    Intenzione di preghiera per il giorno

    Per tutti coloro che continuano a perseguitare i credenti, perché la luce del Signore risorto li folgori anche attraverso la testimonianza eroica dei martiri. Preghiamo.

     

    Don’t Forget! La foto della settimana

    MERCOLEDÌ 17 APRILE LEOPOLI, UCRAINA Fotografie di uomini ucraini uccisi durante la guerra contro la Russia, nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo AP PHOTO/ FRANCISCO SECO

     

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