Mercoledì 24 aprile 2024

     

    4.a settimana di pasqua

     

    Avvenne il 24 aprile…

    1479 a.C. – Thutmose III sale al trono d’Egitto, anche se il potere effettivo va a Hatshepsut

    1184 a.C. – Secondo la tradizione, gli antichi Greci entrano a Troia servendosi del finto cavallo

    1547 – battaglia di Mühlberg: Il Duca d’Alba, comandante delle forze imperiali di Carlo V, sconfigge le truppe della Lega di Smalcalda.

    1792 – Viene composto l’inno nazionale francese, intitolato La Marsigliese.

    1945 – In varie città italiane inizia la fase finale della guerra partigiana di liberazione, che porterà alla presa di quasi tutte le città del nord da parte del Comitato di Liberazione Nazionale.

     

    Aforisma di Benedetto XVI

    “Non sono state le parole della Scrittura a suscitare il racconto di fatti, ma i fatti in un primo tempo incomprensibili hanno condotto ad una nuova comprensione della Scrittura.”

     

    Preghiera

    O Dio, vita dei tuoi fedeli, gloria degli umili, beatitudine dei giusti, ascolta con bontà le preghiere del tuo popolo, perché coloro che hanno sete dei beni da te promessi siano sempre ricolmati della abbondanza dei tuoi doni. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

     

    Santo del giorno

    Marco Reyd – il futuro fra’ Fedele – nato a Sigmaringen (Germania) nel 1578, si laureò in filosofia e diritto in Svizzera alla università di Friburgo e intraprese la carriera forense a Colmar in Alsazia. Accolse l’invito del conte di Stotzingen, che gli affidava i figli e un gruppo di giovani perché li avviasse agli studi.

    Soggiornando per 6 anni in diverse città d’Italia, Spagna e Francia, impartì ai giovani e nobili allievi insegnamenti che lo resero noto come “filosofo cristiano”. A 34 anni lasciò tutto e tornò a Friburgo dai cappuccini: fu guardiano al convento di Weltkirchen. Da Propaganda Fide ebbe l’incarico di recarsi nella Rezia, in piena crisi protestante. Le conversioni furono numerose, ma attorno a lui si creò un’ondata di ostilità.

    Nel 1622, a Séwis, durante la predica, si udì qualche sparo: fra Fedele portò a termine la predica e si riavviò a casa. All’improvviso fu circondato da una ventina di soldati che gli intimarono di rinnegare quanto aveva predicato poco prima e, al suo rifiuto, lo uccisero con le spade.

     

    Parola di Dio del giorno Giovanni 12,44-50

    In quel tempo, Gesù esclamò: «Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre.

    Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno.

    Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».

     

    Riflessione Mons. Ravasi – Mattutino

    In un mondo dove tutti pensano solo a mangiare e a far quattrini, a divertirsi e a comandare, è necessario che vi sia ogni tanto uno che rinfreschi la visione delle cose, che faccia sentire lo straordinario nelle cose ordinarie, il mistero nella banalità, la bellezza nella spazzatura” È necessario uno svegliatore notturno” che smantelli per dar posto alla luce”.

    Il grande scrittore argentino Jorge Luis Borges un giorno confessò il suo amore per Giovanni Papini «immeritatamente dimenticato». Effettivamente, superando la scorza della sua enfasi e del suo sdegno veemente, la voce di questo autore fiorentino meriterebbe di risuonare nei nostri giorni nei quali domina la tetrade da lui evocata: «Mangiare, far quattrini, divertirsi, comandare».  

    È significativo che sia Cristo sia Paolo usino la sostanza di questo simbolo: «Vegliate, state svegli” È tempo di svegliarvi dal sonno” La notte è avanzata, il giorno è vicino” Indossiamo le armi della luce!».

    Il torpore, la sazietà, l’indifferenza, la superficialità, che si distendono come una coltre nebbiosa o come un sudario di morte sulla società contemporanea, devono essere squarciati dalla voce dello «svegliatore» che inquieti le coscienze, che susciti le domande di senso e che “come dice Papini in modo efficace e vivido” «faccia sentire lo straordinario nelle cose ordinarie», il mistero e la bellezza che si celano sotto il velo comune della realtà quotidiana.

     

    Intenzione di preghiera

    Preghiamo per i senza casa della stazione di Bergamo che sono in continuo aumento perché Dio allarghi il nostro cuore così che trovino almeno un tetto sotto cui ripararsi. 

     

    Don’t Forget! 1000 quadri più belli del mondo

    PETER VILHELM ILSTED, 1896 – olio su tela – 70 x 70 cm, Musée d’Orsay – Parigi

    PETER VILHELM ILSTED fu uno di più importanti artisti danesi a cavallo fra il XIX e il XX secolo la cui opera esprime l’essenza della vita contemporanea di Copenaghen e le cui figure sono separate dai tumulti politici e sociali che interessarono la Danimarca meridionale dell’epoca. Tranquillità, ordine, moderazione e pace sono i principali soggetti dei suoi dipinti e le figure sembrano semplici strumenti per enfatizzarli.

    Assai influenzato dalla pittura di genere olandese del XVII secolo, Ilsted apparteneva alla scuola di Copenaghen concentrata appunto sui dipinti d’interni, immersi in una luce tenue e diffusa. In questo quadro la stanza scarsamente ammobiliata, è delicatamente illuminata dalla luce del sole che filtra dalla finestra. L’immobilità della stanza, le chiazze di luce sulle pareti, sui mobili e sul pavimento e l’aspetto tattile della stoffa e del vetro creano un’atmosfera di serenità e pace.

    La vernice applicata con sensibilità in colori sobri e attenuati, enfatizza la semplicità dell’interno, mentre il mobilio minimalista e i pochi oggetti domestici contribuiscono a rendere semplice e lineare la composizione. Niente di drammatico o di energico turba l’atmosfera serena, mentre la ragazza ripone silenziosamente la brocca sulla credenza nello svolgimento delle sue attività quotidiane. Questi stile intimo e voyeuristico riecheggia l’opera di Degas e nacque quando la fotografia si diffuse e divenne più accessibile.   

     

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