Sabato 31 agosto 2024

     

    XXI settimana T. Ordinario (A. pari)

     

    Avvenne il 31 agosto…

    1891 – Thomas Edison brevetta il kinetoscopio, sviluppato da William Dickson.

    1907 – Regno Unito, Russia e Francia formano la triplice intesa.

    1939 – Truppe tedesche travestite da soldati polacchi inscenano un finto attacco contro la stazione radio tedesca di Gleiwitz: fu il casus belli con il quale Hitler giustificò l’invasione della Polonia.

    1980 – In Polonia viene fondato il sindacato Solidarność.

    1991 – Il Kirghizistan dichiara l’indipendenza dall’Unione Sovietica.

     

    Aforisma di S. Agostino

    Non so in quale inspiegabile modo avvenga che chi ama sé stesso e non Dio, non ama sé stesso, mentre chi ama Dio e non sé stesso, questi ama sé stesso.

     

    Preghiera

    O Dio, che unisci in un solo volere le menti dei fedeli, concedi al tuo popolo di amare ciò che comandi e desiderare ciò che prometti, perché tra le vicende del mondo là siano fissi i nostri cuori dove è la vera gioia. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

     

    Santo del giorno

    A Gerusalemme, commemorazione dei santi Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo, che raccolsero il corpo di Gesù sotto la croce, lo avvolsero nella sindone e lo deposero nel sepolcro. Giuseppe, nobile decurione e discepolo del Signore, aspettava il regno di Dio; Nicodemo, fariseo e principe dei Giudei, era andato di notte da Gesù per interrogarlo sulla sua missione e, davanti ai sommi sacerdoti e ai Farisei che volevano arrestare il Signore, difese la sua causa. Secondo i racconti evangelici Giuseppe era un membro del Sinedrio mentre Nicodemo viene descritto come uno dei “capi dei Giudei”.

    Entrambi erano affascinati dal “Maestro”, ma si nascondevano per timore, avvicinando Gesù di nascosto o di notte per la loro posizione “in vista”. Una posizione che permise loro, però, di chiedere di poter seppellire Gesù e così di fare una piena professione di fede superando la paura. Alla fine avevano capito quello che nel suo dialogo con Gesù Nicodemo non comprendeva: la via per rinascere dall’alto.

     

    Parola di Dio del giorno Matteo 25,14-30

    Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due.

    Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.

    Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso.

    Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”. Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».

     

    Riflessione Vittorio Messori: La verità storica su Galileo Galilei

    Stando a un’inchiesta dei Consiglio d’Europa tra gli studenti di scienze nei Paesi della Comunità, quasi il 30 per cento è convinto che Galileo Galilei sia stato arso vivo dalla Chiesa sul rogo. La quasi totalità (il 97 per cento) è convinta che sia stato sottoposto a tortura. Coloro – non molti, in verità – che sono in grado di dire qualcosa di più sullo scienziato pisano, ricordano, come frase “sicuramente storica”, un suo “Eppur si muove!”, lanciato in faccia, dopo la lettura della sentenza, agli inquisitori.

    Quegli studenti sarebbero sorpresi se qualcuno dicesse loro che la “frase storica” fu inventata a Londra, nel 1757, dal brillante (e spesso inattendibile) giornalista Giuseppe Baretti. Il 22-6-1633, nel convento romano di S. Maria sopra Minerva tenuto dai domenicani, udita la sentenza, il Galileo “vero” (non quello del mito) mormorò un ringraziamento per i dieci cardinali – tre dei quali avevano votato perché fosse prosciolto – per la mitezza della pena.

    Anche perché era consapevole di aver fatto di tutto per indisporre il tribunale, cercando per di più di prendere in giro quei giudici – tra i quali c’erano uomini di scienza non inferiore alla sua – assicurando che, nel libro contestatogli (e che era uscito con una approvazione ecclesiastica estorta con ambigui sotterfugi), aveva in realtà sostenuto il contrario di quanto si poteva credere. Di più: nei quattro giorni di discussione, ad appoggio della sua certezza che la Terra girasse attorno al Sole aveva portato un solo argomento.

    Ed era sbagliato. Sosteneva che le maree erano dovute allo “scuotimento” delle acque provocato dal moto terrestre. Tesi risibile, alla quale i suoi giudici-colleghi ne opponevano un’altra che Galileo giudicava “da imbecilli”: era, invece, quella giusta. L’alzarsi e l’abbassarsi dell’acqua dei mari, cioè, è dovuta all’attrazione della Luna. Come dicevano, appunto, quegli inquisitori insultati dal Pisano. Galileo non fece un solo giorno di carcere, né fu sottoposto ad alcuna violenza fisica.

    Anzi, convocato a Roma per il processo, si sistemò (a spese della S. Sede), in un alloggio di 5 stanze con vista sui giardini vaticani e cameriere personale. Dopo la sentenza, fu alloggiato nella splendida villa dei Medici al Pincio. Da lì, il “condannato” si trasferì come ospite nel palazzo dell’arcivescovo di Siena, uno dei tanti ecclesiastici insigni che gli volevano bene, che lo avevano aiutato e incoraggiato e ai quali aveva dedicato le sue opere.

    Infine, si sistemò nella sua confortevole villa di Arcetri, dal nome significativo “Il gioiello”. Morì a 78 anni, nel suo letto, con tanto di l’indulgenza plenaria e benedizione del papa. Era l’8-1-1642, 9 anni dopo la “condanna” e dopo 78 di vita. Una delle due figlie suore raccolse la sua ultima parola. Fu: “Gesù!”.

     

    Intenzione di preghiera

    Preghiamo perché tanta cultura laica e anticristiana la smetta di fomentare tesi false e costruite ad arte sulla chiesa e presenti argomenti più credibili che non la calunnia e l’attacco indiscriminato.

     

    Don’t Forget! La foto della settimana

    LUNEDÌ 26 AGOSTO CALCUTTA, INDIA

    Suore Missionarie della Carità, l’ordine fondato da Madre Teresa di Calcutta, distribuiscono cibo nel giorno dell’anniversario della sua nascita
    AP PHOTO / BIKAS DAS

     

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