Se per venire in chiesa devi pagare

     

    La catechista di 5ª elementare porta i ragazzi a Messa. Al suo gruppetto si è aggiunto un ragazzino la cui mamma si era lamentata col curato: «La catechista sostiene che mio figlio è sempre irrequieto e spesso irrispettoso. Se queste cose me le avesse dette la sua maestra o il suo allenatore, pazienza, ma che sia lei a dirmelo, è il colmo! Mandando mio figlio, sono io a fare un piacere a lei e non lei a me. Va a finire che lo ritiro ed evito a me e a lui altri fastidi».

    Il curato decise così di cambiarlo di catechista e lo affidò a quella che stava portando il gruppo in chiesa. Una volta a destinazione il «nuovo» chiede e ottiene di poter andare in bagno: quando ritorna al suo posto, metà Messa se ne è andata, ma lui si mette a giocare col cellulare.

    La catechista con garbo glielo toglie di mano e lo invita a stare più attento: lui fa il muso e brontola. All’offertorio, per insegnare che «c’è più gioia nel dare che nel ricevere» (Atti 20,35) la donna distribuisce ai ragazzi un euro ciascuno.

    Il ragazzo si stupisce e ringrazia, ma la catechista gli fa presente che la moneta non è per lui, ma per l’elemosina. Al che il nostro risponde: «È il colmo che oltre a dover venire in chiesa, uno sia costretto anche a pagare».

     

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