1a Settimana di Avvento
Aforisma del giorno
Il Signore viene, andiamogli incontro: egli è la luce del mondo.
Preghiera del giorno Salmo 119,154-160
Vedi la mia miseria, Signore e salvami, perché non ho dimenticato la tua legge. Difendi la mia causa, riscattami, secondo la tua parola fammi vivere.
Lontano dagli empi è la salvezza, perché non cercano il tuo volere. Le tue misericordie sono grandi, Signore, secondo i tuoi giudizi fammi vivere. Sono molti i persecutori che mi assalgono, ma io non abbandono le tue leggi. Ho visto i ribelli e ne ho provato ribrezzo, perché non custodiscono la tua parola.
Vedi che io amo i tuoi precetti, Signore, secondo la tua grazia dammi vita. La verità è principio della tua parola, resta per sempre ogni sentenza della tua giustizia. Amen.
Santo del giorno
Beato Giovanni di Ruysbroeck
Nato nel 1293 a Ruysbroeck, nei pressi di Bruxelles, Giovanni è uno dei maggiori mistici fiamminghi. Ordinato prete nel 1317, fu cappellano di Santa Gudula a Bruxelles. Nel 1343 si ritirò con due compagni nel bosco di Groenendael, vicino a Waterloo.
Molti si unirono a lui e da quel romitaggio sorse una comunità di canonici regolari, di cui Giovanni fu priore. Morì il 2 dicembre 1381, dopo settimane di grave malattia, assistito sino all’ultimo momento dai confratelli e dai discepoli.
Aveva 89 anni di età e 64 di sacerdozio. La sua beatificazione giunse solo nel 1903 e, nonostante le sue opere gli abbiano meritato i soprannomi di “doctor divinus” e “secondo Dionigi”, è ancor oggi in attesa di canonizzazione.
Parola di Dio del giorno Matteo 9,27-31
In quel tempo, mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguirono gridando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!». Entrato in casa, i ciechi gli si avvicinarono e Gesù disse loro: «Credete che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!».
Allora toccò loro gli occhi e disse: «Avvenga per voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi. Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!». Ma essi, appena usciti, ne diffusero la notizia in tutta quella regione.
Riflessione del giorno di Anthony de Mello
I cattolici sono abituati ad andare dal prete a confessare i loro peccati e ricevere da lui l’assoluzione in segno di perdono da parte di Dio. C’è però spesso il rischio che i penitenti si servano di tutto ciò come di una garanzia, un certificato che li protegga dal castigo divino e pongano così maggiore fiducia nell’ assoluzione del sacerdote che non nella misericordia di Dio.
È proprio quello che fu tentato di fare in punto di morte il Perugino, un pittore italiano del Rinascimento, il quale decise di non confessarsi finché non fosse stato sicuro che non era la paura a spingerlo a farlo. Per lui sarebbe stato un sacrilegio e un’offesa a Dio. La moglie che era all’oscuro di questo atteggiamento interiore, gli domandò se non avesse timore di morire senza essersi confessato.
Il Perugino replicò: “Mia cara, ecco come io vedo la cosa: il mio mestiere è dipingere e sono stato un buon pittore. Quello di Dio è perdonare e se lui sa fare il suo lavoro come io ho saputo fare il mio, non vedo perché dovrei avere paura”.
Intenzione di preghiera
Perché il tempo dell’Avvento sia l’occasione per avvicinarci a Dio attraverso il sacramento della riconciliazione.
Don’t Forget! Storia dei martiri cristiani
Martiri della rivoluzione Francese
Martiri della Vandea 1793 – 1815
In Francia, la guerra civile su larga scala ebbe inizio in Vandea con l’insurrezione di Bressuire, la cui repressione provocò 100 morti: i rivoluzionari staccavano le orecchie delle vittime per farsene coccarde. Molte infatti erano state le vittorie del popolo armato solo di forche e falci contro le ben equipaggiate truppe rivoluzionarie.
Nantes, strappata «ai borghesi di Parigi», fu tenuta per mesi. Ma proprio a Nantes dalla fine 1793 alla primavera 1794, circa 4.800 persone furono annegate (vedi immagine sopra). Responsabile fu Jean-Baptiste Carrier, inviato dalla Convenzione a praticare la «soluzione finale». Le prime tre «noyades» (annegamenti) furono rivolte ai preti refractaires (250 circa).
Il generale Tourreau, invece, mise a ferro e fuoco la Vandea: i villaggi erano circondati, la gente radunata e trucidata, infine i soldati incendiavano le case e gli edifici. Chiaro l’obiettivo: l’olocausto dei vandeani doveva essere completato dalla distruzione totale. La «Gazette Nationale» riportando la seduta del 17-2-1794 scisse: «si tratta di spazzare col cannone il suolo della Vandea e di purificarlo col fuoco».
E lo storico Reynald Secher: «Queste rappresaglie corrispondono a massacri premeditati, organizzati, pianificati, commessi a sangue freddo, massicci e sistematici, con la volontà cosciente e proclamata di distruggere una regione ben definita e di sterminare tutto un popolo, di preferenza donne e bambini» (Secher, Il genocidio vandeano 1989, p. 306) per sterminare una razza e una terra considerate irrecuperabili al punto che «la guerra finirà solo quando non vi sarà più un abitante su questa terra disgraziata» (Archivio storico dell’esercito, B. 58). I Giacobini gioivano nel lasciare sul loro cammino soltanto cadaveri e rovine… perché occorreva «sacrificare tutto alla vendetta nazionale» (R. Secher, Il genocidio vandeano, p. 306).
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