Venerdì 03 febbraio 2023

     

    4a settimana tempo ordinario  

     

    Aforisma del giorno

    Don Bosco diceva ai salesiani: Ricordatevi che vi mando a pescare e che non dovete essere pescati.

     

    Preghiera di S. Tomaso d’Aquino

    Ti prego o signore, che la tua grazia sia liberazione dei miei vizi, sterminio della concupiscenza e della passione, aumento di carità, di pazienza, di umiltà, di obbedienza, di tutte le virtù; sicura difesa contro le insidie dei miei nemici tanto visibili quanto invisibili, assoluta tranquillità delle passioni carnali e spirituali, perfetto abbandono in Te, unico e vero Dio, felice compimento del mio fine. Amen.

     

    Santo del giorno

    S. Biagio

    Biagio è ritenuto dalla tradizione vescovo della comunità di Sebaste in Armenia al tempo della “pax” costantiniana. Il martirio, avvenuto intorno al 316, è spiegato dagli storici con una persecuzione locale dovuta ai contrasti tra l’occidentale Costantino e l’orientale Licinio.

    Nell’VIII secolo alcuni armeni portarono le reliquie a Maratea (Potenza), di cui è patrono e dove è sorta una basilica sul Monte San Biagio. Il suo nome è frequente nella toponomastica italiana – in provincia di Latina, Imperia, Treviso, Agrigento, Frosinone e Chieti – e di molte nazioni, a conferma della diffusione del culto.

    Avendo guarito miracolosamente un bimbo cui si era conficcata una lisca in gola, è invocato come protettore per i mali di quella parte del corpo. A quell’atto risale il rito della “benedizione della gola”, compiuto con due candele incrociate.

     

    Parola di Dio del giorno Marco 6,14-29

    Il re Erode sentì parlare di Gesù, perché il suo nome era diventato famoso. Si diceva: «Giovanni il Battista è risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi». Altri invece dicevano: «È Elia». Altri ancora dicevano: «È un profeta, come uno dei profeti».

    Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: «Quel Giovanni che io ho fatto decapitare, è risorto!». Proprio Erode, infatti, aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodiade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello».

    Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali.

    Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista».

    Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.

     

    Riflessione don Arturo commenta il diario di don Bepo

    Nel 1982 a Osio Sotto veniva aperto l’asilo: “Io vi andai – scrive – don Bepo sul suo diario – ma non di mia voglia; là mi sentivo di nessuno”. Ripensando la sua infanzia don Bepo rivisita l’esperienza del tempo passato all’asilo: regolato in quell’epoca da una disciplina rigida e severa (che oggi sarebbe impensabile) e lontana dallo spirito familiare che don Bepo sperimentava in casa sua.  

    All’asilo ha fatto l’amara esperienza di sentirsi un numero, ma quel ricordo non lo ha portato a rinchiudersi in sé stesso, ma ha sviluppato in lui una sensibilità educativa che i ragazzi e i giovani del Patronato, all’unanimità, hanno testimoniato. 

    Per don Bepo nessun ragazzo era un numero. Lui era attento a ogni persona e chi aveva un problema sapeva di trovare in lui un prete capace non solo di ascoltarlo e capirlo, ma anche pronto a dargli l’aiuto di cui aveva bisogno in quel momento. Per don Bepo non c’erano numeri, ma persone ciascuna con un suo volto, un suo nome, una sua storia.

    E ognuno sentiva che don Bepo gli voleva bene e si fidava di lui che è stato capace nel cammino della vita di comprendere e praticare la pedagogia di Dio che si rivolge a tutti con cuore di padre e a ciascuno ripete ogni volta: tu sei prezioso ai miei occhi. Pace a te, che sei importante per me. Tu hai una missione e nessun altro può svolgerla al tuo posto. Tu sei insostituibile e io credo in te”.

     

    Intenzione di preghiera

    Perché il viaggio apostolico di Papa Francesco in Africa contribuisca a portare la pace e la giustizia in quei paesi e nel continente.

     

    Don’t Forget!

    MARTEDÌ 31-01-2023. KINSHASA, REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO

    Papa Francesco viene accolto dal primo ministro congolese Sama Lukonde durante la prima tappa della sua visita in Africa, che nel fine settimana proseguirà nel Sud Sudan

    AP PHOTO / GREGORIO BORGIA

     

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