Giovedì 02 febbraio 2023

     

    4a settimana tempo ordinario  

     

    Aforisma del giorno

    Se il cibo del corpo si deve prendere tutti i giorni, perché non il cibo dell’anima?

     

    Preghiera del giorno

    È cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.

    II tuo Figlio, generato nei secoli eterni, presentato al tempio, è proclamato dallo Spirito Santo gloria d’Israele e luce dei popoli. E anche noi andiamo incontro al Salvatore cantando senza fine l’inno della tua lode. Amen

     

    Santo del giorno

    Presentazione di Gesù al tempio

    La Presentazione di Gesù al Tempio contiene un carattere “epico”: in essa le generazioni s’incontrano e tutto esprime la grandezza del messaggio portato dal Figlio di Dio in mezzo agli uomini. Un gesto storico che trascende la storia e illumina il cuore del tempo umano.

    In questo Vangelo cioè scorgiamo le vette verso cui è chiamato ogni battezzato e comprendiamo il vero senso della santità cristiana: saper condurre e offrire a Dio il mondo. E, proprio come fu per la Presentazione del Signore, anche la via della santità è fatta d’impegno, di ossequio alla tradizione ma anche di novità, di stravolgimento radicale dell’esistenza.

    Vivere così significa esprimere la trascendenza e quindi diventare testimoni in grado di affascinare e “convertire”: perché il Vangelo non è solo “mito” è eroicità vissuta nel quotidiano.

     

    Parola di Dio del giorno

    Malachia 3,1-4; Salmo 23; Ebrei 2,14-18; Luca 2,22-40

    Compiuti i giorni della purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.

    Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore.

    Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele».

    Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima – affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».

    C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva 84 anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.

    Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazareth. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.  

     

    Riflessione del giorno

    “Simone di Giovanni, mi ami tu più di questi?”: conosciamo tutti la struggente pagina che chiude il quarto Vangelo e che riporta il dialogo tra Gesù e Pietro sul bordo del lago di Tiberiade, dopo la risurrezione di Gesù (Giovanni 21,15-17).

    Per comprendere cosa sia la vita consacrata oggi, occorre pensare alla domanda che da duemila anni il Signore pone ad ogni fedele che abbraccia la vita consacrata: “Mi ami tu più di questi?”. Questa incalzante domanda deve essere sempre presente nel cuore di ogni consacrato, anche nei momenti di scoraggiamento e di prova per le debolezze personali, per le difficoltà di vivere la missione, per… per…è solo un amore grande ed indomabile per Cristo che qualifica la vita consacrata e la rende profetica.

    La chiesa ripone grande fiducia in tutti quegli uomini e quelle donne che hanno risposto alla chiamata di Dio come gli apostoli e alla sua richiesta di amore come Pietro, soprattutto per il contributo che possono offrire a rinnovare lo slancio e la freschezza della vita cristiana, così da elaborare insieme forme nuove di vivere il Vangelo e risposte adeguate alle sfide attuali.

     

    Intenzione di preghiera

    Preghiamo per tutte le persone di vita consacrata della nostra diocesi e per le nuove vocazioni…

     

    Don’t Forget! Festa della presentazione del signore o “Candelora” 2 febbraio

    Il 2 febbraio si celebra la festa della Presentazione al Tempio di Gesù (Luca 2,22-40) popolarmente detta “candelora” perché in questo giorno si benedicono le candele, simbolo di Cristo luce del mondo. La festa delle luci ebbe origine in Oriente con il nome di “Ipapante”, (=cioè “Incontro”).

    Nel sec VI si estese anche all’Occidente: da Roma, dove aveva carattere più penitenziale, alla Gallia con la benedizione e processione delle candele che ha dato nome alla festa: “candelora”, appunto. Questa festa chiude le celebrazioni natalizie e apre il cammino alla Pasqua.

    Per un periodo questa festa fu dedicata alla Purificazione della Vergine Maria, in ricordo del momento in cui Maria, in ottemperanza alla legge ebraica, si recò al Tempio di Gerusalemme, 40 giorni dopo la nascita di Gesù, per offrire il primogenito e compiere il rito legale della sua purificazione.

    Secondo l’usanza ebraica, infatti, una donna era considerata impura del sangue mestruale per 40 giorni dopo il parto di un maschio e doveva andare al Tempio per purificarsi: il 2 febbraio cade appunto 40 giorni dopo il 25 dicembre, giorno della nascita di Gesù. La riforma liturgica del 1960 ha restituito alla festa il titolo di “Presentazione del Signore”, che aveva in origine.

    Secondo Beda il Venerabile la processione della Candelora sarebbe nata in contrapposizione alla processione dei Lupercalia dei Romani e come riparazione alle sfrenatezze che avvenivano in tale circostanza.

     

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