Venerdì 14 gennaio 2022

     

    I.A settimana Tempo Ordinario

     

    Aforisma del giorno

    Il popolo non elegge chi lo cura, ma chi lo droga.

     

    Preghiera del giorno di Rabindranath Tagore

    Vita della mia vita, sempre cercherò di conservare puro il mio corpo, sapendo che la tua carezza vivente mi sfiora tutte le membra. Sempre cercherò di allontanare ogni falsità dai miei pensieri, sapendo che tu sei la verità che nella mente mi ha accesa la luce della ragione.

    Sempre cercherò di scacciare ogni malvagità dal mio cuore, e di farvi fiorire l’amore, sapendo che ha la tua dimora nel più profondo del cuore. E sempre cercherò nelle mie azioni di rivelare te, sapendo che è il tuo potere che mi dà la forza di agire. Amen.

     

    Santo del giorno

    Beato Pietro Donders

    Figlio di un tessitore di lana, a 32 anni venne ordinato sacerdote. Nel 1842 lasciò l’Olanda per raggiungere la Guyana olandese o Suriname, per lavorare poi tutta la vita nell’attività apostolica a favore degli ultimi, compresi i lebbrosi.

    La sua vita interiore era intessuta da preghiera e penitenza, interrompeva il sonno notturno per dedicarsi alla preghiera davanti al tabernacolo; dormiva su un asse di legno e usava la “disciplina” almeno una volta al giorno. La sua meravigliosa carità verso il prossimo gli procurò già in vita la fama di santità.

    Dopo 45 anni vissuti nel tropico, morì a Batavia nella colonia dei lebbrosi il 14-1-1887; la sua tomba si trova nella cattedrale di Paramaribo. Beatificato da Giovanni Paolo II nel 1982.

     

    La parola di dio del giorno Marco 1,40-45

    Venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!».

    E subito, la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro».

    Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.

     

    Riflessione del giorno Mattutino di Mons. Ravasi

    Oggi abbiamo perso l’abitudine al silenzio, perché abbiamo paura di confrontarci con la verità. Così non possiamo crescere: siamo condannati alla mediocrità. La cuffia infilata a chiudere gli orecchi, la testa dondolante al ritmo della musica, un ragazzo viaggia su un autobus serale poco frequentato.

    Sembra l’immagine della solitudine necessaria per ritrovare sé stessi. In realtà è solo isolamento che ottunde il cervello e smorza sul nascere ogni pensiero vero. Gesù nel Discorso della Montagna dice: «Quando preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo nel segreto» (Mt 6,6).

    Senza il silenzio, la verità si appanna e si dissolve, la coscienza resta sorda e inerte. «Solo il silenzio è grande – scriveva il poeta Alfred de Vigny – tutto il resto è debolezza». Se rifiuti di sostare qualche minuto nel silenzio e ti precipiti subito nel frastuono della città, in agguato sulla strada della tua vita c’è la mediocrità che è tutt’altro che “aurea”, come credeva il poeta latino Orazio.

    Essa, infatti, è vestita di grigiore, si nutre di chiacchiere, si affida alle mode, teme la verità e rifugge dall’impegno serio ed esigente. Sulla mediocrità incombono le parole del Cristo dell’Apocalisse: «Tu non sei né freddo né caldo, ma sei tiepido, ed è per questo che sto per vomitarti dalla mia bocca» (3,15-16).

     

    Intenzione di preghiera per il giorno

    Perché coltiviamo il silenzio interiore ed esteriore, alla ricerca di noi stessi e di Dio, per un incontro autentico con il prossimo.

     

    Don’t forget! Storia dei martiri cristiani: Martiri delle Eresie

    Riforma protestante – La Lega di Smalcalda e la Pace di Augusta.

    Nel 1530 ad Augusta fu redatta da Melantone la CONFESSIO AUGUSTANA per rispondere all’imperatore Carlo V il quale chiedeva al principe Federico di Sassonia di rendere ragione di come la fede fosse vissuta nei territori che avevano accettato la Riforma. 

    L’iniziatica cercava di conciliare cattolici e luterani, ma il documento approvato da Lutero e dagli altri teologi risultò troppo duro per i primi e troppo conciliante per i secondi. Ma la confessio augustana in 38 articoli costituirà la base riconosciuta da quasi tutte le chiese riformate.

    L’imperatore Carlo V si schierò dalla parte dei cattolici e contro di lui il 27-2-1531 fu costituita la LEGA DI SMALCALDA per difendere il luteranesimo dai tentativi di restaurazione cattolica. I fondatori furono Filippo I d’Assia e Giovanni Federico, elettore di Sassonia, che giurarono di difendersi nel caso che i loro territori fossero stati attaccati.

    Vari stati tedeschi si associarono alla Lega che si accordò per fornire 10.000 uomini e 2.000 cavalieri a mutua protezione. La Lega non provocò Carlo V direttamente, ma confiscò terreni alla Chiesa, espulse vescovi e principi cattolici e aiutò a diffondere il Luteranesimo nel nord-Germania. Si dissolse però ufficialmente nel 1547 dopo la sconfitta dell’esercito Sassone da parte di quello imperiale.

    A dire il vero Carlo V non riuscirà a placare il dissidio che la Riforma aveva creato in seno alle terre dell’Impero, così che fu costretto a stipulare, nel 1555, la pace religiosa di Augusta la quale stabilì definitivamente la divisione religiosa della Germania, affermando il principio del CUIUS REGIO, EIUS ET RELIGIO.

     

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