venerdì 23 marzo ’18

    5.a settimana di Quaresima

     

    nell’immagine una fotografia di DOROTHEA LANGE

     

     

    Proverbio del giorno

    «Quando hai parlato, ciò che hai detto diventa proprietà di un altro (India)»

     

    Iniziamo la giornata pregando

    Infondi in noi, Signore, lo Spirito Santo perché sappiamo scoprire il messaggio delle Sacre Scritture e viverlo ogni giorno nel tuo Spirito. Permettici, Signore, di comprendere il tuo progetto di salvezza, perché possiamo giungere alla tua dimora senza l’ombra di un dubbio. Amen.

     

    Turibio de Mogrovejo (1538-1606)

    giurista all’Università di Salamanca e alla corte di Filippo II di Spagna, fu inviato dal Papa a Lima, in Perù. Aveva 42 anni. Iniziò un’intensa attività missionaria e organizzò la Chiesa peruviana in 8 diocesi e indisse vari sinodi. Nel 1591 a Lima sorgeva il 1° seminario del continente americano. Incentivò la cura parrocchiale anche da parte dei religiosi e fu strenuo difensore degli indios. Morì tra loro in una sperduta cappella al nord del Paese.

     

    Ascoltiamo la Parola di Dio (Giovanni 10,31-42)

    In quel tempo, i Giudei portarono di nuovo delle pietre per lapidarlo. Gesù rispose loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre mio; per quale di esse mi volete lapidare?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per la bestemmia e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». Rispose loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete dei? Ora, se essa ha chiamato dei coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio (e la Scrittura non può essere annullata), a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo, voi dite: Tu bestemmi, perché ho detto: Sono Figlio di Dio? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non volete credere a me, credete almeno alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me e io nel Padre». Cercavano allora di prenderlo di nuovo, ma egli sfuggì dalle loro mani.

     

     

     

    Riflessione Per Il Giorno

    di (MASSIMO GRAMELLINI)

    La foto qui a sinistra è stata scattata alla periferia di Damasco e documenta l’esodo da un quartiere dove sono morte cento persone sotto le bombe di Assad.

    Una meraviglia dell’infanzia è che ci si addormenta ovunque, anche dentro una valigia, anche dentro una guerra.  La mano che regge il bambino nella valigia appartiene presumibilmente all’uomo che ha avuto il coraggio e la follia di metterlo al mondo. Rappresenta l’ultima certezza per lui, rimasto senza più casa né cibo. È il terzo bambino siriano che ci viene addosso. Il primo fu Aylan, annegato su una spiaggia turca come se dormisse. Ci costrinse a guardare i profughi con altri occhi. Poi l’emozione svanì e per noi i migranti tornarono a essere sfaccendati che bivaccano nelle nostre piazze. Il secondo fu Omran, riemerso dalle macerie di Aleppo con il corpo ricoperto di sangue e di polvere. L’emozione venne replicata, ma durò ancora meno: in fondo non era neanche morto. Adesso arriva il bambino nella valigia. Per quanto tempo resisterà nei nostri cuori? 

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo perché siano tutelati e rispettati i diritti dei più indifesi e dei più poveri.

     

    Don’t forget!

    Simboli cristiani

    LA NAVE: il simbolo della nave come mezzo di salvezza affonda le radici già nell’Antico Testamento, nell’arca di Noè. Nel N. T. richiama Cristo che placa le acque del mare di Galilea, e poi la Chiesa tra le tempeste delle persecuzioni dei primi secoli. Inizialmente la nave è oggetto della salvezza che viene dall’Alto, con l’intervento miracoloso di Gesù, che la conduce al porto sicuro del Regno messianico. Poi essa stessa diventerà mezzo di salvezza per coloro che vi salgono a bordo con chiaro riferimento alla Chiesa. La rappresentazione della nave, presente nelle tombe come segno della speranza di eternità, prevede la presenza della croce sulla vela o nell’incrocio dell’albero maestro.

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