venerdì 8 novembre ’19

     

    Proverbio del Giorno

    L’ambizione e la vendetta hanno sempre fame. – Proverbio Danese

     

    Iniziamo la Giornata Pregando

    O Dio, sostieni la speranza del povero che confida nel tuo amore, perché mai venga a mancare la libertà e il pane che tu provvedi, e tutti impariamo a donare sull’esempio di colui che ha donato se stesso, Gesù Cristo nostro Signore. Egli è Dio…Amen

     

    Beato Giovanni Duns Scoto   

    Nacque tra 1265 e il 1266, in Scozia da cui «Scoto». Sin da bimbo entrò in contatto coi francescani. Terminati gli studi in teologia si dedicò all’insegnamento a Oxford, Parigi e Colonia dove avrebbe dovuto fronteggiare la confutazione delle eresie Ma morì pochi mesi dopo l’arrivo, il 08-11-1308. Giovanni Paolo II lo ha definito «cantore del Verbo incarnato e difensore dell’Immacolato Concepimento di Maria».

     

    Ascoltiamo la Parola di Dio del giorno (Luca 16,1-8)

    Gesù disse ai discepoli: «Un uomo ricco che aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: Che è questo che sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non puoi più essere amministratore. L’amministratore disse tra sé: Che farò ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ho forza, mendicare, mi vergogno. So io che cosa fare perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua. Chiamò uno per uno i debitori del padrone e disse al primo: Tu quanto devi al mio padrone? Quello rispose: Cento barili d’olio. Gli disse: Prendi la tua ricevuta, siediti e scrivi subito cinquanta. Poi disse a un altro: Tu quanto devi? Rispose: 100 misure di grano. Gli disse: Prendi la tua ricevuta e scrivi 80. Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce».

     

    La riflessione del giorno (Enrico Fermi)

    Sono trascorsi molti anni, ma ricordo come se fosse ieri. Ero giovanissimo, avevo l’illusione che la mente umana potesse arrivare a tutto. E perciò m’ero ingolfato negli studi oltre misura. Non bastandomi la lettura di molti libri, passavo metà della notte a meditare sulle questioni più astruse. Una fortissima nevrastenia mi obbligò a lasciare la città e a rifugiarmi in una remota campagna umbra. Una notte, mentre aspettavo il sonno, tardo a venire, seduto sull’erba di un prato, ascoltavo le conversazioni di alcuni contadini, i quali dicevano cose semplici, ma non volgari né frivole, come accade presso altri ceti. Infine tacquero, come se la maestà serena e solenne di quella notte, priva di luna ma folta di stelle, avesse versato su quei semplici spiriti un misterioso incanto. Ruppe il silenzio, ma non l’incanto, la voce grave di un grosso contadino, che disteso sul prato con gli occhi volti alle stelle, esclamò, quasi obbedendo ad una ispirazione profonda: «Com’è bello! E pure c’è chi dice che Dio non esiste». Lo ripeto, quella frase del vecchio contadino in quel luogo, in quell’ora: dopo mesi di studi aridissimi, toccò tanto al vivo l’animo mio che ricordo la scena come fosse ieri. Un profeta ebreo sentenziò: «I cieli narrano la gloria di Dio». Uno dei più celebri filosofi moderni scrisse: «Due cose mi riempiono il cuore di ammirazione e di reverenza: il cielo stellato sul capo e la legge morale nel cuore». Quel contadino umbro non sapeva nemmeno leggere. Ma c’era nell’animo suo, custoditovi da una vita onesta e laboriosa, un breve angolo in cui scendeva la luce di Dio, con una potenza non troppo inferiore a quella dei profeti e forse superiore a quella dei filosofi.

    Intenzione del giorno

    Preghiamo perché un po’ tutti impariamo a parlare di meno e ad ascoltare di più.

    Don’t Forget!

    BOLIVIA

    Brogli elettorali e disordini in Bolivia e la posizione della chiesa cattolica

     

    I media boliviani segnalano un inasprimento della posizione dei comitati civici, che respingono il risultato elettorale del 20 ottobre scorso e quindi la vittoria del presidente Evo Morales; in cambio la voce dei vescovi del Paese latino americano, ribadisce la disponibilità a collaborare al processo di pacificazione del Paese richiamando la popolazione alla calma e alla serenità, perché la violenza non risolve nulla”. Ma la nota diffusa dalla Conferenza episcopale boliviana, è prima di tutto la risposta al ministro Juan Ramón Quintana, che imputa alla Chiesa cattolica la colpa di promuovere le accuse di brogli elettorali per le votazioni del 20 ottobre scorso. “Le affermazioni del ministro – si legge nel documento – sono false e prive di qualsiasi fondamento reale. Sono accuse rivolte alla Chiesa o ad altre istituzioni boliviane, a titolo gratuito, al solo scopo di minarne la credibilità. La Chiesa cattolica in Bolivia non ha realizzato o ispirato alcuna azione o riflessione volta a promuovere o finanziare accuse di frode elettorale nel paese. Piuttosto, ha sempre svolto un ruolo di pace e di servizio all’armonia e alla democrazia nel Paese, guidando e illuminando i cristiani boliviani. I vescovi sottolineano come la Chiesa cattolica in Bolivia sia “al servizio della verità, della giustizia e del bene comune e non delle fazioni di sinistra o di destra”, e chiedono che il ministro “presenti le prove delle sue dichiarazioni o le ritratti, perché con esse offende i sentimenti del popolo cattolico boliviano”. I presuli si dicono preoccupati per il processo di pacificazione proprio a causa di atteggiamenti come quello dimostrato dal ministro, dato che, affermano, è “importante che ci sia più capacità di autocritica e umiltà” per essere “strumenti di unità e di pace”.

     

     

    nell’immagine un dipinto di Romaine Brooks

     

     

     

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