sabato 25 agosto ’18

    XX Settimana del tempo ordinario

    Proverbio del giorno

    Chi contro Dio getta la pietra, in capo gli torna

    Preghiera del giorno Didaché (I sec.)

    Grazie, Padre nostro, per la vita e la conoscenza che ci rivelasti per Gesù servo tuo. A te gloria nei secoli. Come questo pane era sparso ovunque, e ora è diventato una sola cosa, così si raccolga la tua Chiesa dagli estremi della terra nel tuo regno: perché tue sono la gloria e la potenza per Cristo nei secoli. Amen

    Giuseppe Calasanz Nato nel 1557 a Peralta de la Sal, in Spagna, Giuseppe diventa sacerdote a 26 anni. Ricopre importanti mansioni in diverse diocesi spagnole. A Roma fonda un nuovo ordine con l’obiettivo di dare un’istruzione ai più poveri e combattere analfabetismo, ignoranza e criminalità. Nascono le «Scuole Pie» e i suoi religiosi vengono chiamati «scolopi». Giuseppe muore il 25 agosto del 1648; canonizzato nel 1767 e nel 1948 è dichiarato «patrono Universale di tutte le scuole popolari cristiane del mondo». Oggi gli Scolopi sono presenti in 4 continenti e 32 paesi

    La Parola di Dio del giorno Mt 23,1-12.

    Gesù si rivolse alla folla dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filatteri e allungano le frange; amano posti d’onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare “rabbi” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbi”, perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate nessuno “padre” sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. E non fatevi chiamare “maestri”, perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo. Il più grande tra voi sia vostro servo; chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato.» 

    BREVE COMMENTO AL VANGELO

    Siamo pieni di parole ma vuoti di fatti; a causa di ciò il Signore ci maledice lui che ha maledetto il fico dove non ha trovato frutti ma solo foglie (Mc 11,13ss). “La legge – dice S. Gregorio – è stata presentata al predicatore perché la pratichi e la predichi”. Perde tempo a diffondere la conoscenza della legge chi distrugge il suo insegnamento coi fatti. (S. Antonio da Padova)

    Riflessione (da un articolo di Davide Cavalleri)

    Santa, nord Perù: sono nel paese in cui ha operato ed è morto martire don Sandro Dordi. Mi reco alla chiesa parrocchiale, nella cappella che lo ricorda: sono colpito dalla frase incisa su pietra che il beato pronunciò qualche tempo prima di essere ucciso: “Yo no puedo abandonar al pueblo que Dios me ha confiado en un tiempo de tanto peligro… El buen pastor da la vida por sus ovejas, como Jesús” (“Non posso abbandonare il popolo che Dio mi ha affidato in un tempo di tanto pericolo… Il buon pastore da la vita per le sue pecore, come Gesù”). Ripercorrendo l’ultimo periodo della vita di padre Sandro, ci si trova di fronte ad un uomo che si è “offerto liberamente alla sua passione” che come Gesù nel Getsemani, ha accettato, per amore verso la sua gente, il suo martirio. Non l’ha cercato, l’ha accettato. Sendero Luminoso – organizzazione terroristica di estrema sinistra operante in Perù a partire dagli anni ’70 – più volte l’aveva avvertito della fine che gli sarebbe toccata se avesse continuato a lavorare al fianco degli ultimi e a nome della chiesa cattolica che in quegli anni stava attraversando un periodo di forte rinnovamento. Spinto da un saldo sentimento di coraggio e determinazione Dordi non si è mai tirato indietro, non è mai scappato di fronte alle minacce e al pericolo. Neanche quando, il 9 agosto 1991, i due religiosi polacchi (fra Michele e fra Zbigniew) vennero assassinati a Chimbote; neanche quando, la mattina dopo, un’enorme scritta apparve sul muro del mercato di Santa: Yankees, el Perù serà su tumba. “Il prossimo sarò io!” confidò quella sera stessa ad uno dei suoi collaboratori.

    Intenzione del giorno

    Preghiamo perché la testimonianza dei martiri aumenti e approfondisca la nostra fede.

    Don’t forget!

    Don Sandro Dordi nasce a Gromo S. Marino, frazione di Gandellino, il 22 gennaio 1931, secondo di 9 figli. Frequenta il Seminario e aderisce alla Com. Missionaria del Paradiso. Nel 1954 è ordinato prete e viene inviato a Porto Viro, Polesine, località provata da una terribile alluvione. In seguito, va a Taglio di Donada, diocesi di Chioggia e a Mea di Contarina, dal 1958 al 1964. Nel 1965 è destinato alla Svizzera dove rimane fino al 1979, a Le Locle (Neuchâtel), come cappellano degli emigrati italiani. Nel 1980 si reca in Perù ed è invitato dal vescovo della diocesi di Chimbote, nella parrocchia del Señor Crucificado a Santa, nella regione di Áncash, Perù. Lì si prodiga con incredibile generosità a favore della gente e offre una testimonianza di fedeltà al Signore fino al martirio avvenuto il 25 agosto 1991.

     

     

    Fotografia della Settimana

    Ricongiungimenti in Corea

    FOTOGRAFO: LEE JI-EUN/YONHAP

    MONTE KUMGANG, COREA DEL NORD: Una donna sudcoreana di 92 anni abbraccia il figlio nordcoreano di 71 anni durante l’incontro organizzato per riunire 180 coreani separati dalle famiglie dalla Guerra di Corea. I ricongiungimenti, i primi negli ultimi 3 anni, andranno avanti fino al 26 agosto in un resort sul Monte Kumgang (il nome significa “montagna di diamanti”), nella zona nordcoreana demilitarizzata, lungo il confine con la Corea del Sud.


    nell’immagine  un dipinto di Diego Velázquez 

     

     

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