mercoledì 15 maggio ’19

    4a Settimana di Pasqua

     

     

    nell’immagine un dipinto di Julius LeBlanc Stewart

     

    Proverbio del giorno

    «Un asino rivestito di seta è sempre un asino (Cina)».

     

    Iniziamo la Giornata Pregando 

    Signore, tu conosci più di noi il nostro cuore e tu sai che nel profondo non cerca e non desidera se non Te. Rendici capaci di rispondere alla tua chiamata e di lasciarci condurre dove tu vuoi, perché in noi si compia il tuo disegno d’amore e di predilezione.

     

    Isidoro Agricoltore

    Nato a Madrid nel 1070, lasciò giovanissimo la casa paterna per essere impiegato come contadino. Nonostante il lavoro partecipava ogni giorno all’Eucaristia e si dedicava alla preghiera, tanto che colleghi invidiosi lo accusarono ingiustamente, di togliere ore al lavoro. Quando Madrid fu conquistata dagli Almoravidi si rifugiò a Torrelaguna dove si sposò. Il suo matrimonio fu contraddistinto da grande attenzione verso i poveri: nessuno si allontanava senza aver ricevuto qualcosa. Morì il 15-05-1130.

     

    La Parola di Dio del giorno (Gv12,44-50)

    Gesù allora gridò a gran voce: «Chi crede in me, non crede in me, ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io come luce sono venuto nel mondo, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. Chi mi respinge e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho annunziato lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me, ma il Padre che mi ha mandato, egli stesso mi ha ordinato che cosa devo dire e annunziare. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico come il Padre le ha dette a me».

     

    Riflessione Del Giorno (Gandhi)

    Nella sua autobiografia, il Mahatma Gandhi racconta di come quand’era studente in Sudafrica avesse nutrito un profondo interesse per la Bibbia, soprattutto per il Discorso della Montagna. Si convinse che il cristianesimo era la risposta al sistema delle caste, che per secoli aveva costituito una piaga per l’India, e pensò seriamente alla possibilità di diventare cristiano. Un giorno si recò in chiesa per partecipare alla Messa e farsi dare le istruzioni necessarie. All’ingresso lo fermarono e gli spiegarono gentilmente che se desiderava ascoltare la Messa poteva farlo in una chiesa riservata ai negri. Egli se ne andò e non ritornò mai più.

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per le chiese cristiane a rischio di scomparire dal Medio Oriente

     

    Don’t forget!

    I SANTI DELLA CARITA’

    S. ARCANGELO TADINI

    Vi sono uomini che hanno realizzato grandi imprese sociali, in umiltà e semplicità e in silenzio hanno fatto miracoli. Uno è Arcangelo Tadini: nato a Verolanuova (Brescia) il 12 ottobre 1846, dal 1855 al 1856 studia nel Collegio Vescovile di Lovere (Bg). Nel 1856 entra nel Seminario a Brescia e il 19-6-1870 è ordinato prete a Trento. Comincia il ministero pastorale come curato a Londrino (Bs) sperimentando grandi difficoltà fisiche per una gamba rigida a causa di un incidente. Questa sofferenza lo accompagnerà per il resto della vita. Dal 1873 al 1855 è curato nella parrocchia di S. Nazzaro (Bs): è riconosciuto come uomo di Dio ricco di carità evangelica, ottimo direttore di anime e uomo d’azione fino al 1885 quando è nominato parroco di Botticino Sera (Bs).

    Pastore attivissimo, la sua giornata è scandita da numerosi momenti di Adorazione, ama il Signore in modo straordinario, è disponibile, cerca Cristo in tutti e ha una sola aspirazione: piacere a Dio e vivere per Lui. Don Arcangelo è uomo riflessivo, calmo, forte nelle sue decisioni, in continuo contatto col Dio Vivente. A Botticino Sera si dà fare per i giovani: apre per loro l’oratorio, costituisce la banda musicale, la Confraternita del SS. Sacramento, il Terz’Ordine Francescano, e la Società Operaia del Mutuo Soccorso, per tutelare i lavoratori. E siccome le ragazze di Botticino, per aiutare la famiglia, cercano lavoro nelle filande del bresciano e sono assenti spesso da casa, don Arcangelo per evitare la dispersione del suo popolo, costruisce in paese una filanda. Vuole però che le giovani siano guidate da religiose che le assistano, anzi, lavorino gomito a gomito con loro. A questo scopo nel 1900 fonda la Congregazione delle Suore Operaie della S. Casa di Nazareth. Don Arcangelo ama le famiglie, cura lo sviluppo delle coppie, senza dimenticare gli ammalati. Coltivando per tutta la sua vita la carità in modo eroico, consuma il suo patrimonio e privandosi di tutto, muore santamente il 20 maggio 1912 a Botticino, nella casa madre delle Suore Operaie.

     

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