nell’immagine un dipinto di Moise Kisling
IV.a Settimana di Quaresima
Proverbio del giorno |
PATRIZIO VESCOVO
Patrizio nasce verso il 385 in Britannia da una famiglia cristiana. Verso i 16 anni viene rapito e condotto schiavo in Irlanda, dove rimane per 6 anni nei quali approfondisce la sua fede. Fuggito dalla schiavitù, ritorna in patria e si prepara a diventare diacono e prete. In Irlanda c’è bisogno di evangelizzatori e qualcuno fa il suo nome come vescovo missionario: nel 432 egli è di nuovo sull’isola dove predica, battezza, conferma, celebra l’Eucarestia, ordina presbiteri, consacra monaci e vergini. Il successo missionario è grande, ma non mancano gli assalti di nemici e predoni, e neppure le malignità dei cristiani. Patrizio scrive allora la Confessione per respingere le accuse e celebrare l’amore di Dio. Muore verso il 461. È il patrono dell’Irlanda e degli irlandesi nel mondo.
Intenzione di preghiera del giorno
Per i nostri fratelli cristiani perseguitati in ogni parte del mondo
Don’t forget! – “1.000 quadri più belli del mondo”
Giambattista Tiepolo (Venezia 1696 – Madrid 1770) pittore e incisore italiano è uno dei maggiori pittori del ‘700 veneziano. Nel 1719 sposa Maria Cecilia Guardi, sorella dei famosi pittori Guardi, dalla quale avrà 10 figli tra i quali i pittori Gian Domenico e Lorenzo.
A Udine, nel 1726, esegue gli affreschi per il Duomo, per il Castello e per il palazzo del patriarca Le sue straordinarie composizioni lo porteranno a lavorare in tutta Europa: da Venezia, a Vicenza, a Milano, fino alla Residenza di Karl Philipp von Greiffenklau, a Würzburg con le Storie del Barbarossa. Ma Tiepolo è anche grande pittore di dipinti religiosi e realizza straordinari capolavori nell’arco della sua carriera che termina a Madrid dove viene chiamato da Carlo III per decorare le sale del nuovo Palazzo Reale e dove muore nel 1770. Il quadro di oggi è stato realizzato per la chiesa parrocchiale di Rovetta e si caratterizza per lo sviluppo verticale della composizione che l’artista assecondò disponendo i personaggi su diversi piani, in modo tale da contribuire a definire la profondità prospettica.
Spicca in primo piano la figura di S. Pietro, che avanza verso lo spettatore, tenendo nella mano levata la grande chiave e richiamandone l’attenzione. Alle spalle, inginocchiato in preghiera, è il 1° Vescovo di Bergamo S. Narno, che definisce il forte impatto drammatico, grazie alla monumentalità della sua figura e al drappeggio delle vesti, reso con pennellate libere e veloci. Sul piano successivo, la frontalità è spezzata da un gruppo di santi che osserva la scena sacra in cielo, dove il volo leggero degli angeli rende ancora più eterea l’immagine della Vergine, che sembra divenire tutt’uno e fondersi con la luce. Considerata una delle opere più importanti della prima maturità dell’artista, la Pala stupisce per l’uso sapiente del cromatismo riaffermando il ruolo di abile sperimentatore del Tiepolo nell’uso di colori. Il quadro subì un furto nel 1973: ritrovata in cattive condizioni fu sottoposta a un primo restauro che venne rinnovato nel 2000 con buoni risultati. Questa è la prima di varie opere che il grande pittore veneziano eseguì in terra Bergamasca. Le altre si possono ammirare a Bergamo città, in Duomo, Cappella Colleoni, San Salvatore ecc. |
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