lunedì 15 marzo ’21

     

    nell’immagine un dipinto di  Moise Kisling

     

     

    IV.a Settimana di Quaresima

     

     

    Proverbio del giorno

    Chi non ha nulla da fare è sempre occupato. (Proverbio svedese)

     

    Preghiera del giorno

    Signore, i nostri egoismi e le nostre debolezze ci portano tutti i giorni ad avere tensioni e rancori verso coloro che ci stanno vicini. Aiutaci, con la Tua Parola, a vivere appieno la beatitudine del perdono verso i nostri fratelli, cosi come Tu hai perdonato noi. Insegnaci la gioia di perdonare gli altri, con un cuore puro e gentile. Così da poter anche noi godere del Tuo caritatevole perdono. Amen

     

    Santo del giorno – GIOVANNI DI BRÉBEUF MARTIRE.

    Nacque nel 1593 nella diocesi di Bayeux in Francia. Fattosi gesuita, nel 1625 si imbarcò con un gruppo di confratelli per il Canada dove si fece notare per dedizione e coraggio. Visse 3 anni con gli Uroni, studiandone usi e costumi e scrivendo nella loro lingua un catechismo, unica testimonianza di una lingua presto scomparsa. Durante la guerra anglo-francese del 1627-29, padre Brébeuf fu costretto a tornare in patria, ma non appena la colonia venne restituita ai francesi ritornò tra i suoi uroni. A questo punto i suoi tentativi cominciarono a dare frutti. Gli irochesi, tuttavia, armati dagli olandesi, ruppero il trattato di pace e diedero il via ad una serie di attacchi. In una spedizione del 1649, dopo aver compiuto una strage, presero un gran numero di prigionieri, tra i quali padre Brébeuf, torturato e messo a morte in modo crudele.

     

    La parola di Dio del giorno – Giovanni 4,43-54

    Gesù partì [dalla Samaria] per la Galilea. Gesù stesso infatti aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella propria patria. Quando dunque giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero, perché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme, durante la festa; anch’essi infatti erano andati alla festa. Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l’acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafarnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e gli chiedeva di scendere a guarire suo figlio, perché stava per morire. Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Il funzionario del re gli disse: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli rispose: «Va’, tuo figlio vive». Quell’uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino. Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». Volle sapere da loro a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un’ora dopo mezzogiorno, la febbre lo ha lasciato». Il padre riconobbe che proprio a quell’ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive», e credette lui con tutta la sua famiglia. Questo fu il secondo segno, che Gesù fece quando tornò dalla Giudea in Galilea.

     

    Riflessione del giorno G. K. Chesterton: Cos’è sbagliato nel mondo

    Per il sano lavoratore, la sua casa non è il luogo della routine in un mondo pieno di avventure, ma è l’unico posto libero, anzi selvaggio in un mondo di regole e compiti prestabiliti. La casa è l’unico luogo in cui egli se vuole, può mettere il tappeto sul tetto e una lavagna come pavimento. Quando un uomo trascorre ogni notte passando da un bar all’altro o da un concerto all’altro, diciamo che conduce una vita irregolare. Ma non è vero: egli vive una vita infinitamente regolare, sotto le scialbe, e spesso oppressive, leggi di quei posti. In qualche caso non gli è neppure permesso di sedersi dentro ai bar e spesso non gli è permesso cantare a un concerto. L’hotel può essere definito come quel luogo in cui sei costretto a vestirti e il teatro può essere definito come quel luogo in cui non puoi fumare. Un uomo può fare un vero picnic solo a casa sua. Ora io considero, come ho detto, questa piccolo spazio di onnipotenza umana, questo possesso di una cella, o camera, di libertà, come il modello operativo di questa indagine. Può darsi che non sia possibile dare una casa di proprietà a ogni uomo libero, ma dovremmo almeno desiderarlo.

     

    L’intenzione di preghiera del giorno

    Preghiamo perché il buon Dio liberi il mondo dalla pandemia e ci restituisca a una vita buona

     

    Don’t forget! Foto Storiche Nell’allora Germania Ovest, un prigioniero di guerra tedesco, rilasciato dopo 11 anni di reclusione in campo di concentramento sovietico, riabbraccia finalmente la figlia dodicenne.

    È lo scatto che vince la seconda edizione del World Press Photo, nel 1956.

     

     

     

     

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