30a Settimana del tempo ordinario
Aforisma del giorno – don Lorenzo Milani
“Solo con la parola alla gente non gli si fa nulla. Sul piano divino ci vuole la grazia e sul piano umano ci vuole l’esempio.”
Preghiera del giorno – Bernhard Haring
Cristo, Figlio del Dio vivo, abbi pietà di me: guariscimi perché io veda te nostra via, nostra vita, verità che ci salva.
Concedimi, Signore, di fissare te, senza mai distogliere il mio sguardo da te,sacramento vivo, segno visibile di Dio invisibile, e così conosca il Padre, la meta della nostra vita, e conosca te, la nostra via al Padre.
Dammi, Signore, il coraggio di cercare te e la tua volontà per metterla in pratica, dammi l’umiltà perché io possa riconoscere e confessare dove e quando non ho agito secondo la verità che tu hai rivelata alla mia coscienza. Amen.
Santo del giorno
I resti di questo santo di origine irlandese sono custoditi nella cattedrale di Pavia, città della quale fu vescovo nel XIII sec. Folco nasce intorno al 1165 a Piacenza da celebre famiglia, gli Scotti, originari dell’Irlanda, identificata allora come patria degli «Scoti» cioè scozzesi.
Folco a 20 anni entra tra i canonici regolari di Sant’Eufemia. E’ inviato a Parigi per gli studi di teologia e al rientro viene eletto priore di S. Eufemia, poi canonico, poi arciprete della cattedrale. Infine viene consacrato vescovo di Piacenza.
Sei anni più tardi, rimasta vacante la sede pavese, viene designato vescovo anche di questa città. Piacentino e vescovo di Pavia, Folco fu il grande paciere delle due città, allora divise da un’aspra rivalità. Dopo aver lavorato per la pacificazione interna delle città e delle contese tra i due centri morì nel 1229.
Parola di Dio del giorno – Luca 13,18-21
In quel tempo, disse Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami».
E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».
Riflessione del giorno – Pippo Corigliano
Il cristiano sa che tutto dipende dalla grazia di Dio. Sicuramente gli tocca impegnarsi, prevedere, realizzare progetti, ma sa anche che ciò che conta è la volontà di Dio. La sua preghiera è confidenziale e fiduciosa: le risposte di Dio vanno ascoltate nel silenzio del cuore con umile attenzione.
A volte Dio ci ispira chiaramente, a volte invece ci fa comprendere la Sua volontà attraverso i fatti della vita. Il cristiano sa di essere una creatura che dipende e che non tocca a lui l’ultima parola. Chi non vive di fede vive l’angoscia di chi crede che tutto dipenda dai suoi sforzi e è una malattia contemporanea.
Viceversa, sapere che, oltre al necessario impegno personale, tutto dipende dal Signore, dà una serenità che si esprime nella preghiera fiduciosa. A Napoli stare di cattivo umore è considerato sconveniente, mentre il buon umore e le battute di spirito sono apprezzati e provocano risposte in sintonia.
In fin dei conti l’uomo di fede assomiglia al napoletano classico: perché sa che il risultato non dipende da lui e sa sorridere della sua insufficienza. Insomma per chi crede in Dio l’umorismo è un compagno di viaggio.
Intenzione di preghiera per il giorno
Perché impariamo a vivere con serenità la nostra vita, nella consapevolezza che il mondo, la storia e noi stessi siamo nelle mani e nel cuore di Dio.
Don’t forget! 1000 quadri più belli del mondo
COSTANCE MARIE CHARPENTIER: MADEMOISELLE CHARLOTTE DU VAL D’OGNES
1801 – olio su tela – 162 x 129 cm – Metropolitan Museum of Art New York USA
Nel 1971 il Metropolitan Museum di New York acquistò questo quadro convinto che fosse di Jacques-Louis David, ma il direttore del museo, dopo un attento studio concluse che il dipinto era opera di una sua allieva, COSTANCE MARIE CHARPENTIER (1767-1849).
Di chiunque sia il quadro (altri lo attribuiscono a un’altra pittrice dell’epoca Marie Denise Villiers 1774-1821) il dipinto è oggetto di accesi dibattiti tra storici e critici dell’arte. Il quadro raffigura una giovane donna in tunica bianca e con l’acconciatura “alla greca” tipica della moda del tempo.
La donna, seduta su una sedia su cui è gettato un panno rosso, è intenta a disegnare qualcosa o qualcuno che è invisibile allo spettatore. Sta guardando in alto e l’ombra sul viso suggerisce che sta studiando qualcosa o qualcuno posizionato direttamente di fronte a lei: forse sta disegnando lo spettatore o addirittura lo stesso (la stessa) artista che la sta dipingendo.
Se si accetta questa interpretazione, il dipinto offrirebbe uno scorcio stuzzicante di due artisti in dialogo tra loro, dove ognuno dei due cerca di cattura l’anima dell’altro. Il vetro rotto della finestra è un altro dettaglio interessante, che potrebbe essere letto come un sottile riferimento al caos e alla violenza della rivoluzione francese.
Attraverso la finestra si scorge un palazzo con una coppia in conversazione La luce entra nella stanza dalla finestra rotta e crea un effetto di sospensione e silenzio che ricorda i ritratti di Vermeer o un anticipo di quelli di Hopper.
Ci troviamo di fronte a un quadro perfetto, indimenticabile dove l’essenzialità dell’ambiente e l’imprecisione di certi dettagli nel ritratto della donna, non fanno che accentuare il fascino misterioso del personaggio femminile che alcuni critici hanno definito “la Monna Lisa del XIX secolo”.
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