II settimana di Natale
Aforisma del giorno
Quando i missionari vennero in Africa loro avevano la Bibbia e noi la terra. Dissero: “Preghiamo”. Chiudemmo i nostri occhi. Quando li riaprimmo, noi avevamo la Bibbia e loro avevano la terra.
Preghiera del giorno
Gloria a te, o Padre, che manifesti la tua grandezza in un piccolo Bambino e inviti gli umili e i poveri a vedere e udire le cose meravigliose che tu compi nel silenzio della notte, lontano dal tumulto dei superbi e dalle loro opere.
Gloria a te, o Padre, che per nutrire di vera manna gli affamati poni il Figlio tuo, l’Unigenito, come fieno in una mangiatoia e lo doni quale cibo di vita eterna: Sacramento di salvezza e di pace. Amen.
Santo del giorno
S. Giovanni Neumann
Giovanni Nepomuceno Neumann nacque in Boemia nel 1811. Studiò per diventare sacerdote, ma non vi riuscì. Allora nel 1836 emigrò negli Stati Uniti.
A Manhattan fu ben accolto dal vescovo John Dubois che aveva solo 36 preti per gli Stati di New York e New Jersey. Due settimane dopo l’arrivo fu ordinato e inviato a Buffalo, dove gli fu affidata la cura pastorale della zona rurale. Per raggiungere le anime a lui affidate, dormiva poco e spesso si nutriva solo di pane e acqua.
Aderì all’ordine redentorista e nel 1852 fu eletto vescovo di Filadelfia dove edificò cinque chiese e iniziò la costruzione della cattedrale. Si dedicò ai giovani. Morì nel 1860 ed è santo dal 1977.
Parola di Dio del giorno Giovanni 1,43-51
In quel tempo, Gesù volle partire per la Galilea; trovò Filippo e gli disse: «Seguimi!». Filippo era di Betsaida, la città di Andrea e di Pietro. Filippo trovò Natanaele e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nazareth».
Natanaele gli disse: «Da Nazareth può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». Gesù intanto, visto Natanaele che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaele gli domandò: «Come mi conosci?».
Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaele: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!».
Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».
Riflessione del giorno di Mons. Ravasi Mattutino
La nostra democrazia è minata. E i nostri rappresentanti mi fanno l’effetto di minatori incoscienti che si mettono a fumare sigarette in una miniera piena di grisou.
E’ fin troppo scontato parlare male dei politici, ma a volte fan di tutto per meritarselo. Mai come di questi tempi è giustificato il sospetto dello scrittore Robert L. Stevenson per il quale «la politica è l’unica professione per la quale non si considera necessaria nessuna preparazione specifica».
Ma il filosofo Norberto Bobbio (1909-2004), nella frase sopra citata, aggiunge un aspetto ulteriore: il rischio che fa correre a un’intera nazione l’impreparazione, la superficialità, l’incoscienza di certa classe politica.
E a proposito di fumo, vale la pena di citare Indro Montanelli: «Strano paese il nostro. Colpisce i venditori abusivi di sigarette ma premia i venditori di fumo». E: «Abbiamo un debole per i governanti che dicono quello che pensano.
Solo vorremmo che ogni tanto pensassero a quel che dicono». Detto questo, però, c’è anche una riflessione antitetica di un politico come Giorgio La Pira (1904-1977): «Non si dica quella solita frase poco seria: la politica è una cosa brutta! No: l’impegno politico è un impegno di umanità e santità; è un impegno che deve poter convogliare verso di sé gli sforzi di una vita intessuta di preghiera e meditazione, prudenza, fortezza, giustizia e carità».
E se è vero che ogni nazione ha i governanti che si merita, forse è il caso che onestà, rigore, preparazione, serietà, giustizia si affermino prima di tutto a partire dal basso.
Intenzione di Preghiera per il giorno
Per i politici e gli amministratori pubblici perché siano all’altezza del compito assunto.
Don’t Forget! Anno di s. Giuseppe S. Giuseppe “Nutritore”
La Fuga della Sacra Famiglia in Egitto per sottrarsi alla furia omicida di Erode, ha ispirato testi e immagini in cui S. Giuseppe provvede al nutrimento del bambino e della madre, offrendo frutta e acqua lungo il difficile viaggio nel deserto.
“Nel terzo giorno di cammino – si legge nel Vangelo della Natività di Maria – la Vergine stanca si sedette sotto una palma ed ebbe desiderio di frutti (…) Allora il Bambino Gesù disse alla palma: Albero, porgi i tuoi rami e nutri mia madre con i tuoi frutti”.
A partire da questo episodio si è articolato un percorso di immagini incentrato sulla figura di GIUSEPPE NUTRITORE di CRISTO, con gli artisti che interpretarono in modo libero la storia sacra.
Ad esempio il quadro di Antonio Allegri detto il Correggio, presenta il santo che piega il ramo della palma verso il basso e offre a Gesù e a sua madre i datteri appena colti.
La figura di Giuseppe “nutritore” cioè che nutre il bimbo procurando frutti dal significato simbolico come la mela, pera, ciliegie e uva, assume così il ruolo del mediatore celeste che nutre gli uomini con l’alimento celeste.
Più tardi, in età della controriforma cioè a partire dal secolo XVI, si delinea un ruolo di più alto profilo, di intima adesione spirituale: Giuseppe non offre più la frutta, ma il pane e il vino.
Così nel quadro sotto attribuito alla cerchia di Guido Reni, il santo offre un bicchiere di vino al piccolo, mentre l’angelo a destra reca a tavola su un vassoio il pane: è evidente l’allusione al cibo eucaristico come “pane degli angeli”, “corpo di Cristo” e il calice come sangue sparso per noi: “Il calice che il Padre m’ha dato non dovrò forse berlo?” (Gv 18,11) sembra voler dire il piccolo Gesù accettando il calice di vino che Giuseppe gli offre sotto lo sguardo consenziente di Maria.
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