Don Fausto Resmini «Prima l’altro, poi io»

     

    È stata presentata ieri sera una pubblicazione che racconta la vita di don Fausto Resmini, scomparso il 23 marzo 2020 nel momento più drammatico della pandemia.
    Don Dario Acquaroli, l’autore del libro [edito da Marna – VELAR da oggi in libreria], intreccia la vita di don Fausto, sacerdote conosciuto e stimato in tutta la bergamasca e oltre, con altre storie che brillano di valori che prendono luce e colore dal Vangelo.

    Don Fausto si considerava l’ultimo dei figli di don Bepo. Aveva per il fondatore del Patronato un rispetto filiale, sincero e profondo e nutriva una stima così grande da considerarlo già santo.
    Ricorreva sovente alla sua intercessione per chiedere miracoli, anche di guarigione. Nel corso della vita, attraverso la preghiera e la meditazione, don Fausto ha assimilato i motivi ispiratori del carisma di don Bepo, ne ha condiviso la spiritualità che ha il suo punto focale nella Messa, nella fiducia confidente in Dio e nella sua Provvidenza, e nella devozione mariana. L’affidamento personale, e di tutti ragazzi coi loro educatori.

    Il protezione della Madonna – scrive don Dario Acquaroli – , è stato un tratto della quotidianità di don Bepo e di don Fausto. Don Fausto amava ripetere la giaculatoria scritta da don Bepo “Madre di Dio Maria, tu sei la mamma mia”, sia per ricordare gli anni vissuti da ragazzo al Patronato, sia per convinta preghiera. E se don Bepo voleva che in ogni casa del Patronato fosse presente una statua della Madonna, don Fausto ne collocò ben cinque recuperandole dalle case del Patronato che le avevano messe in disparte per sostituirle con altre.
    Don Fausto è stato tanto affascinato dalla spiritualità e dallo stile educativo di don Bepo da seguirne le orme e attuarne i principi ispiratori in relazione agli scenari nuovi della società.

    Don Fausto, come don Bepo Vavassori ha saputo vivere l’accoglienza come servizio, senza riservare nulla per sé. E poi non si è limitato a offrire ai ragazzi a lui affidati accoglienza e formazione, ma ha fatto di tutto per dare loro un futuro: ha operato per aiutare i giovani ad affrontare i problemi della vita, e anche per suscitare in loro un grande desiderio di Dio.
    Don Fausto come don Bepo considerava riuscito il suo lavoro educativo quando i ragazzi diventati grandi sapevano condividere l’amore ricevuto. «Il ricordo di don Fausto continui a generare servizi per accogliere chi ha bisogno di cura».

    – don Arturo Bellini

     

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