Quarta settimana di pasqua
Aforisma del giorno di S. Francesco
Predicate il Vangelo (con la testimonianza di vita) e, se è proprio necessario usate, anche le parole.
Preghiera del giorno di S. Francesco
Rapisca, ti prego, o Signore, l’ardente e dolce forza del tuo amore la mente mia da tutte le cose che sono sotto il cielo, perché io muoia per amore dell’amor tuo, come tu ti sei degnato morire per amore dell’amor mio. Amen.
Santo del giorno
S. Pacomio
Nacque in Egitto, nel 287, da genitori pagani. Arruolato nell’esercito imperiale a 20 anni, finì in prigione a Tebe con tutte le reclute. Protetti dall’oscurità, di notte alcuni cristiani recarono loro un po’ di cibo.
Questo gesto commosse Pacomio, che domandò loro chi li spingesse a far ciò: «Il Dio del cielo» fu la risposta. Quella notte Pacomio pregò il Dio dei cristiani di liberarlo dalle catene, promettendogli in cambio di dedicare la vita al suo servizio.
Tornato in libertà, adempì al voto unendosi a una comunità cristiana di un villaggio, l’attuale Kasr-es-Sayad dove fu battezzato. Poi condusse vita da asceta, dedicandosi al servizio della gente e si mise per sette anni sotto la guida del monaco Palamone. Alla sua morte, i monasteri maschili erano 9 e 1 femminile. E’ il fondatore del monachesimo cenobitico.
Parola di Dio del giorno
Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori.
E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore.
Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».
Riflessione del giorno di S. Pacomio e la corda di preghiera
Si attribuisce a Pacomio il primo utilizzo di una corda per la preghiera, strumento tuttora utilizzato dai monaci e dai fedeli di rito ortodosso. La corda di preghiera assomiglia al rosario cattolico, ma è fatta di nodi di lana o di cuoio, e può contenere dai 33 ai 300 nodi.
La tessitura di una corda, come la pittura delle icone, è essa stessa preghiera. Per ogni nodo della corda si recita la preghiera di Gesù, o preghiera del cuore: “Signore Gesù Cristo, figlio di Dio, abbi pietà di me, peccatore”. Una pratica tuttora seguita dai monaci del Monte Athos e in alcuni monasteri ortodossi è l’esicasmo e consiste nella ripetizione incessante e continua della “preghiera di Gesù” stando in posizione rilassata.
In questo modo, concentrando l’attenzione sulla respirazione, si può giungere a svuotare la mente di ciò che è effimero e aprirla al “regno di Dio che è in noi”. Questo metodo psicofisico sembra mostrare più di una affinità con le tecniche yoga e le forme di meditazione buddhista e zen. Per entrambe le tradizioni spirituali, infatti, una mente e un cuore tranquilli, liberi da passioni, preoccupazioni, attaccamenti, rappresentano la condizione indispensabile per elevarsi verso l’Eterno.
Intenzione di preghiera per il giorno
Preghiamo perché i sacerdoti nel loro ministero siano guidati solo dall’interesse per la gloria di Dio e il bene dei fratelli.
Don’t Forget! Anno di S. Giuseppe
Giuseppe intercessore
Questi due quadri del pittore coloniale JOSÉ DE ALCÌBAR (inizi XVIII sec.) conservati nel Museo de Artes del Messico si intitolano rispettivamente: “Intercessione di S. Giuseppe” e “Chiedete e vi sarà dato”.
Nel primo quadro il protagonista è S. Giuseppe, collocato in posizione intermedia fra Dio Padre in alto e i fedeli in basso: tiene in braccio Gesù Bambino e gli guida la mano affinché apponga la firma di approvazione alle richieste di intercessione e di supplica scritte dai fedeli così che possano essere presentate al Padre e allo Spirito per essere accolte ed esaudite.
Nel secondo quadro Gesù ormai adulto siede tra sua madre Maria e suo padre Giuseppe: la Madonna gli presenta i foglietti con richieste di grazie e favori dei fedeli affinché le esaudisca; Gesù li firma e li consegna a S. Giuseppe affinché li restituisca ai supplicanti.
S. Giuseppe infatti è considerato al pari di Maria SS. «MINISTRO DELLA SALVEZZA» perché nella «pienezza dei tempi» ha cooperato al mistero della Redenzione «servendo direttamente la persona e la missione di Gesù mediante l’esercizio della sua paternità» (RC. n. 8).
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