XIX settimana Tempo Ordinario
Aforisma di S. Massimiliano Kolbe
“Dio ascolta tutti i desideri e le preghiere di chi lo ama sinceramente. L’umiltà è il fondamento di tutte le virtù. Se non c’è l’umiltà, tutte le altre virtù si atrofizzano presto.”
Preghiera
O Dio, che al santo presbitero e martire Massimiliano Maria Kolbe, ardente di amore per la Vergine Immacolata, hai dato un grande zelo per le anime e un amore eroico verso il prossimo, concedi a noi, per sua intercessione, di impegnarci senza riserve al servizio degli uomini per la tua gloria e di conformarci fino alla morte a Cristo tuo Figlio. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
Santo del giorno
S. Massimiliano Kolbe
Massimiliano Maria Kolbe nasce nel 1894 a Zdunska-Wola, in Polonia. Entra tra i francescani e, mentre l’Europa si avvia al 2° conflitto mondiale, svolge l’apostolato missionario in Europa e in Asia e dà vita al «Cavaliere dell’Immacolata», periodico che in un decennio raggiunge una tiratura di milioni di copie. Nel 1941 è deportato ad Auschwitz. Qui è destinato ai lavori più umilianti, come il trasporto dei cadaveri al crematorio.
Nel campo di sterminio Kolbe offre la sua vita di sacerdote in cambio di quella di un padre di famiglia, suo compagno di prigionia. Muore pronunciando «Ave Maria». Sono le sue ultime parole, è il 14-8-1941. Giovanni Paolo II lo ha definito «patrono del nostro difficile secolo». La sua figura si pone al crocevia dei problemi emergenti del nostro tempo: la fame, la pace tra i popoli, la riconciliazione, il bisogno di dare senso alla vita e alla morte…
Parola di Dio del giorno Matteo 17,22-27
In quel tempo, mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà». Ed essi furono molto rattristati. Quando furono giunti a Cafarnao, quelli che riscuotevano la tassa per il tempio si avvicinarono a Pietro e gli dissero: «Il vostro maestro non paga la tassa?». Rispose: «Sì». Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: «Che cosa ti pare, Simone? I re della terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli estranei?». Rispose: «Dagli estranei». E Gesù replicò: «Quindi i figli sono liberi. Ma, per evitare di scandalizzarli, va’ al mare, getta l’amo e prendi il primo pesce che viene su, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d’argento. Prendila e consegnala loro per me e per te».
Riflessione Frammenti di vita
Il giovane (del tipo “òia de laurà, sàltem adòss!”) dopo aver chiesto al papà di finanziargli le vacanze al mare, aveva accettato come controproposta di fare un mese di lavoro nella piccola, ma efficiente carpenteria meccanica di un amico di famiglia: “È una brava persona e i soldi che guadagnerai sono tuoi”. Regolarmente assunto, aveva dimostrato puntualità, capacità di impegno e responsabilità tali da stupire sia i familiari sia il datore di lavoro che a fine mese gli consegnò con la busta paga, anche uno scritto: “…spero di averti gratificato in modo adeguato alle tue capacità e all’impegno da te messo in quel che hai fatto.
Non dimenticare però che i soldi, se pur guadagnati, han valore solo se sono frutto di fatica, sacrificio e qualche rinuncia. Grazie per la tua preziosa collaborazione”. Tornato a casa dalle vacanze, il ragazzo sembrò riprendere la vita solita, finché un giorno alle 4.00 del mattino il papà lo trovò che faceva colazione in cucina: “Come mai già in piedi a quest’ora?”. E lui: “N. (il datore di lavoro) mi ha chiesto se andavo con lui in Piemonte a dargli una mano e gli ho detto di sì”. Ciò accade se un imprenditore si preoccupa più dei dipendenti che dei suoi soldi e se un giovane si accorge di avere a che fare non con un padrone, ma con un uomo.
Intenzione di Preghiera
Per chi ogni giorno in silenzio e umiltà dona la vita per il bene del suo prossimo e la gloria di Dio.
Don’t Forget! Grandi personaggi e veri credenti
Luigi Galvani 1737-1798
FISIOLOGO, FISICO E ANATOMISTA
Luigi Galvani nacque a Bologna nel 1737 dall’orafo Domenico Galvani e dalla benestante Barbara Foschi che lo fecero studiare nei migliori istituti cittadini. Dal 1752 frequentò l’Oratorio dei Filippini, che lasciò indelebile su di lui una forte spinta religiosa, aderente al cattolicesimo illuminato, e una profonda umiltà e sobrietà di costumi. Due anni dopo Galvani si iscrisse a Medicina (1754): P. Paolo Molinelli, Jacopo Bartolomeo Beccari, Giuseppe Monti e Domenico Gusmano Galeazzi, furono i suoi maestri di riferimento, attraverso cui apprese la necessità della sperimentazione interdisciplinare.
Dopo il dottorato in Medicina, Chirurgia e in Filosofia, Galvani fa praticantato negli ospedali cittadini e diventa inarrestabile la sua ascesa negli ambienti accademici e in quelli universitari fino a diventare membro aggregato dell’Accademia delle Scienze (1765), dove dal 1772, è per un decennio professore di anatomia e custode delle camere anatomiche.
Durante questo lungo periodo di docenza non sono stampate molte sue opere, ma nei Commentari annuali si trovano decine di memorie sull’Osteologia, sull’Anatomia comparata, sul moto muscolare, sull’esame dell’ipofisi, sullo studio delle acque termali e dei gas organici e inorganici. Le teorie e le verifiche di questi scritti seguivano anni di sperimentazioni, osservazioni ad occhio nudo e al microscopio. Dal 1773 Galvani si interessò alle sperimentazioni elettriche: nell’opera che lo portò alla notorietà internazionale, lo scienziato poneva le basi all’Elettrofisiologia, dimostrando in 4 fasi il suo esperimento e la sua rivoluzionaria teoria. Nella prima parte del Commentario Galvani descrive la contrazione muscolare di una coscia di rana attraverso il passaggio elettrico.
Questo esperimento viene poi ripetuto nella seconda parte usando differenti tipi di elettricità. Nella terza sezione, invece, l’arco metallico, pur non collegato a fonti elettriche esterne, fa muovere la zampa della rana, congiungendo il suo muscolo al midollo spiale. In tal modo Galvani desume che gli animali hanno una loro elettricità interna, una scoperta che ebbe subito grande successo nei circoli intellettuali e scientifici e fu supportata da molti nomi in vista tra cui Alessandro Volta. Ma per Galvani erano iniziati gli ultimi difficili anni, in seguito alla discesa del Bonaparte (1796) in Italia.
Assieme ad altri, rifiutò il giuramento alla Costituzione della neonata Repubblica Cisalpina, considerandola irreligiosa (dal 1780, dopo la morte della moglie, era entrato nel Terz’Ordine Francescano) e per questo venne allontanato dalle cariche pubbliche per un breve periodo, terminato il quale non fece in tempo a essere riammesso. Morì infatti nella sua casa natale nel 1798, e fu sepolto dopo funerali dimessi, nella chiesa del Corpus Domini, accanto alla sua amata. Nel frattempo Volta, proprio studiando gli esperimenti di Galvani era arrivato a creare la pila (1800), oscurando i risultati del suo ‘antagonista’, che solo nel 1848 vennero valorizzati dagli studi del tedesco Emil Heinrich Du Bois-Reymond. La città natale gli rese omaggio dedicandogli una piazza al centro della quale campeggia la sua statua.
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