A sentire la madre, sua figlia è un’adolescente abulica, apatica, senza stimoli, chiusa nel suo mondo e disinteressata a tutto ciò che la circonda. La donna dopo averle tentate tutte, l’ha convinta a venire al Patronato che l’ha affidata a persone competenti e capaci. «Sua figlia è in buone mani – la rassicuro – ma domani la porti qui».
L’indomani la ragazzina esibisce i modi più irritanti di cui è capace, ma l’educatore, già istruito in precedenza, non ci fa caso; le consegna un notes e una biro e dice: «Aiutami a prendere nota delle cose che la direzione mi ha chiesto di segnalare».
Lui detta, lei lo segue e scrive: «Pergolato con glicine fiorito; panni stesi; biciclette; aiola con violette e margherite; Madonnina; giardino nascosto; laboratorio; 10 container a uso abitativo ecc.». E ancora: «Ahmed attraversa il cortile. Joseph saluta; Andrew chiede un favore…» e via discorrendo. Per un’ora i due si muovono prendendo nota di tutto ciò che vedono.
A un certo punto la ragazza si lamenta: «Mi fa male il polso: facciamo una pausa». E l’educatore. «Tu vieni spesso in questo posto: ora leggi ciò che hai scritto e sottolinea le cose a cui non hai mai fatto caso». Lei sottolinea quasi tutto. «Quali di queste cose ti sono piaciute?». Lei le elenca tutte, una a una. E l’educatore: «Per chi sa vedere, il bello è dappertutto e rende felici. Ma se ti ostini a voler vedere solo te stessa, felice non lo sarai mai».
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