Non è chiaro che relazione possa mai esserci fra la ciotola delle monetine rosse in sagrestia, l’ospite straniero che non ha tutte le rotelle a posto e la Messa quotidiana al Patronato: nessuna, vien da dire ma… Il fuori di testa è un «frequentatore seriale» di Messe non per ragioni di fede, ma per le mance che i fedeli non fanno mancare.
Ma si sa che alla lunga ci si stanca anche di far la carità e il nostro a un certo punto si trovò obbligato a cambiar metodo. Ultimamente aspettava che il sagrestano avesse deposto sui gradini dell’altare il cesto delle elemosine, poi si alzava e andava a offrire le monetine rosse prelevate di nascosto dalla ciotola in sagrestia.
L’offerta era insignificante, ma anche il prelievo lo era; rimaneva la bontà del gesto in sé, visto che era l’unico straniero a farlo. Qualcosa però non quadrava: perché alzarsi per ultimo e attraversare tutta la chiesa per due cent? Lui infatti con la vedova povera del Vangelo, a parte gli spiccioli, ha poco a che vedere.
Finché qualcuno ha osservato che il tizio si attardava a ritirare la mano dal cestino, scoprendo che mettere le monetine rosse di 1 o 2 cent. era un pretesto per togliere quelle grigie di 1 o 2 euro, senza farsi accorgere.
Non gli si è detto niente, ma il cesto ora viene chiuso nell’armadio e la ciotola dei centesimi rimane piena. Ma a fine Messa gli si dà la mancia, giusto per evitargli di «ricadere in tentazione».
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