7.a settimana di pasqua
Avvenne il 16 maggio…
218 – Raphana “Siria) Eliogabalo è acclamato imperatore romano dalla Legio III Gallica.
1204 – Baldovino IX di Fiandra nella 4.a crociata, è incoronato 1° imperatore dell’Impero latino di Costantinopoli.
1929 – Hollywood Hotel di Los Angeles 1ª edizione della cerimonia di premiazione degli Oscar.
1943 – La rivolta del ghetto di Varsavia viene soffocata nel sangue dalle forze tedesche.
Aforisma di Alessandro Manzoni
«Il buon senso c’era; ma se ne stava nascosto per paura del senso comune.»
Preghiera
Il tuo Spirito, o Signore, infonda con potenza i suoi doni, crei in noi un cuore a te gradito e ci renda conformi alla tua volontà. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
Santo del giorno
S. Simone stock
Nato ad Aylesford nel 1165, secondo alcune testimonianze Simone Stock, a soli 12 anni, decise di ritirarsi sotto una quercia come eremita. La scelta di entrare fra i Carmelitani fu presa da Simone dopo un pellegrinaggio in Terra Santa. Per questo decise di terminare i suoi studi a Roma e di farsi prete.
La carica di priore generale dell’ordine gli fu assegnata nel 1247 ed a lui si deve la riforma della regola dei Carmelitani, che diventò un ordine mendicante. Il culto di San Simone Stock prese piede nel XV secolo, quando nei Paesi Bassi iniziò a diffondersi una testimonianza di una visione della Madonna che Simone Stock avrebbe avuto durante una serata di preghiera intensa.
Durante la visione la Madonna gli rivelò il privilegio che avrebbero avuto coloro che sarebbero morti con lo scapolare indosso: il sabato successivo alla data della loro morte non avrebbero più sofferto le pene del purgatorio. Morì nel 1265, durante una visita al convento carmelitano di Bordeaux.
Parola di Dio del giorno Giovanni 17,20-26
In quel tempo, Gesù, alzati gli occhi al cielo, pregò dicendo: «Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.
E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me. Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo.
Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro».
Riflessione don Primo Mazzolari: La pace a tutti i costi
Ci siamo accorti che non basta essere custodi della pace e neanche uomini di pace nel nostro intimo, se lasciamo che altri ne siano i soli testimoni. Come cristiani dobbiamo essere in prima linea nello sforzo comune verso la pace. Davanti per vocazione non per paura. Quando fa buio la lampada non la si mette sotto la tavola. Opponendo guerra a guerra, violenza a violenza non si fa che moltiplicare le rovine.
Invece di uno saremo in due a buttar giù, non importa se per ragioni o con animi opposti. Perché non ammazzo chi non è d’accordo con me, non vuol dire che io sia d’accordo con lui. Non l’ammazzo perché sono certo che la mia verità ha tanta verità da superare l’errore dell’altro. La verità non ha bisogno della mia violenza per vincere. Il cristiano è contro ogni male, non fino alla morte del malvagio, ma fino alla propria morte, dato che non c’è amore più grande che quello di mettere la propria vita a servizio del bene del fratello perduto.
Vince chi si lascia uccidere, non chi uccide. La storia della nostra redenzione si apre con la strage degli Innocenti e si chiude con il Calvario. Un cristiano deve fare la pace anche quando venissero meno le ragioni della pace. Al pari della fede, della speranza e della carità, la pace è vera beatitudine, quando non c’è tornaconto o interesse o convenienza, vale a dire quando incomincia a sembrare follia davanti al buon senso della gente ragionevole. Tutti si battono e si sputano addosso e aizzano gli uomini, i tuoi figli, gli uni contro gli altri. Tutti si armano pieni di superbia. Tutti fanno come se la pace e la guerra fossero in loro potere.
Intenzione di preghiera Novena di Pentecoste
Perché lo Spirito Santo conceda alla Chiesa e a ognuno di noi il dono della sapienza e dell’intelletto
Per poter discernere ciò che è gradito a Dio e metterlo in pratica
Don’t Forget! Storia dei martiri cristiani
Martiri di Alto Alegre (Brasile)
13-3-1901
ELENCO DELLE VITTIME DI PORTO ALEGRE
1. PADRE ZACCARIA DA MALEGNO (Giambattista Casari), sacerdote cappuccino
2. PADRE RINALDO DA PAULLO (Francesco Panigada), sacerdote cappuccino
3. PADRE VITTORE DA LURANO (Camillo Biazini), sacerdote cappuccino
4. FRA SALVATORE DA ALBINO (Fortunato Fassi), religioso cappuccino
5. SR MARIA ELEONORA DI S. ANTONIO (Caterina Tassone), suora Cappuccina di M. Rubatto
6. SR MARIA DI S. LORENZO (Maria Dagnino), suora Cappuccina di Madre Rubatto
7. SR MARIA AGNESE DI S. CARLO (Colombina Colombo), suora Cappuccina di M. Rubatto
8. SR MARIA EUFEMIA di S. GIOVANNI BATTISTA (Clotilde Macchello), suora M. Rubatto
9. SR MARIA BENEDETTA DI S. LUIGI (Angiolina Isetta), suora Cappuccina di Madre Rubatto
10. SR MARIA NATALINA DI S. GIUSEPPE (Geronima Parodi), suora di Madre Rubatto
11. SR MARIA ANNA DI S. CARLO (Clara), suora Cappuccina di Madre Rubatto
12. PIETRO NOVARESI, terziario francescano
13. CARLOTA BIZERRA, terziaria francescana
LE REAZIONI E IL PROCESSO
Informato dell’accaduto, papa Leone XIII esclamò, riferendosi alle vittime: «Sono le primizie del secolo». Madre Francesca Rubatto invece rimase sconvolta, chiedendosi se non sarebbe stato meglio impedire la loro partenza; poi l’accettazione della volontà di Dio ebbe la meglio. Il processo ai colpevoli si concluse con un’assoluzione: una trentina di complici fu liberata il 27-7-1905, ma non Joao Caboré morto il 14-11-1901, dopo essersi confessato e aver ricevuto l’Unzione degli Infermi. Secondo p. Bartolomeo da Monza, che stese la prima relazione storica sui fatti, per la sentenza assolutoria ci fu pressione da parte della Massoneria, che voleva ostacolare in ogni modo l’opera dei frati. C’era anche un notevole interesse da parte dei latifondisti locali, che volevano accaparrarsi il territorio della missione.
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