I settimana di Avvento
Avvenne il 4 dicembre…
1110 – I crociati conquistano Sidone.
1563 – Si tiene l’ultima sessione del Concilio di Trento.
1943 – Il capo della resistenza jugoslava, Tito, proclama il governo provvisorio democratico in esilio della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia.
1945 – Il Senato USA approva l’adesione alle Nazioni Unite.
1968 – Viene fondato il quotidiano Avvenire dalla fusione di due giornali cattolici italiani
1977 – Jean-Bedel Bokassa, presidente della Repubblica Centrafricana, si incorona imperatore
Aforisma di S. Agostino
“Insegnami la dolcezza ispirandomi la carità, insegnami la disciplina dandomi la pazienza e insegnami la scienza illuminandomi la mente.”
Preghiera
Signore Dio nostro, con la tua divina potenza prepara i nostri cuori, perché, alla venuta di Cristo tuo Figlio, siamo trovati degni del banchetto della vita eterna e, da lui serviti, possiamo gustare il pane del cielo. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per i secoli dei secoli. Amen
Santo del giorno
Nata a Nicomedia nel 273, si distinse per l’impegno nello studio e la riservatezza, qualità che la fecero considerare «barbara», cioè straniera, non romana. Tra il 286-287 si trasferì nella villa di Scandriglia con il padre Dioscoro, collaboratore dell’imperatore Massimiano.
La conversione alla fede cristiana di Barbara provocò l’ira di Dioscoro. La ragazza fu così costretta a rifugiarsi in un bosco dopo aver distrutto gli idoli pagani nella villa del padre. Trovata, fu consegnata al prefetto Marciano. Nel processo che iniziò il 2-12-290 Barbara difese il suo credo ed esortò Dioscoro, il prefetto ed i presenti a ripudiare la religione pagana per abbracciare la fede cristiana il che le costò dolorose torture.
Il 4-12, infine, fu decapitata con la spada dallo stesso Dioscoro, che fu colpito però da un fulmine. La tradizione invoca Barbara contro i fulmini, il fuoco e la morte improvvisa. I suoi resti si trovano nella cattedrale di Rieti.
Parola di Dio del giorno Matteo 15,29-37
Gesù giunse al mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d’Israele.
Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?». Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?».
Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene.».
Riflessione Papa Francesco, Angelus, 28-11-2021
“Vegliate”, la vigilanza. Fermiamoci su questo aspetto importante della vita cristiana. Riflettendo sulle parole di Gesù Cristo ci rendiamo conto vediamo che la vigilanza è legata all’attenzione: state attenti, vigilate, non distraetevi, cioè restate svegli! Vigilare significa questo: non permettere che il cuore si impigrisca e che la vita spirituale si renda molle nella mediocrità.
Occorre fare attenzione a non diventare “cristiani addormentati” (e purtroppo siamo costretti ad ammettere che ce ne sono tanti di cristiani addormentati) cristiani anestetizzati dalle mondanità, cristiani senza slancio spirituale, credenti senza ardore nel pregare che pregano come pappagalli, battezzati senza entusiasmo per la loro missione, senza nessuna passione per il Vangelo.
Cristiani che si guardano sempre e solo dentro, si parlano addosso e parlano male di tutti meno che di sé stessi, fedeli incapaci di guardare oltre, verso l’orizzonte da cui la vita nasce e verso cui essa tende come al suo traguardo.
Questo atteggiamento porta a “sonnecchiare”: tirare avanti le cose per inerzia, a cadere nell’apatia, indifferenti a tutto tranne che a quello che fa comodo. Ma questa è una vita triste, andare avanti così non ha senso, anche perché non c’è felicità in questo modo di vivere”.
Intenzione di preghiera per la settimana
Preghiamo per i governanti del mondo, perché abbandonino la corsa alle armi ed usino delle risorse naturali per il progresso civile e morale dei popoli.
Don’t Forget! Divina Commedia di Dante Alighieri
INFERNO CANTO II conclusione
121/123 Dunque che è? perché, perché restai? perché tanta viltà nel core allette? perché ardire e franchezza non hai?
124-126 poscia che hai tre donne benedette curan di te ne la corte del cielo, e ‘l mio parlar tanto ben ti promette?”.
127-129 Quali fioretti dal notturno gelo chinati e chiusi, poi che ‘l sol li ‘mbianca
si drizzan tutti aperti in loro stelo,
130-132 tal mi fec’io di mia virtude stanca, e tanto buono ardire al cor mi corse, ch’i’ cominciai come persona franca:
133-135 “Oh pietosa colei che mi soccorse! e te cortese ch’ubidisti tosto a le vere parole che ti porse!
136/138 Tu m’hai con disiderio il cor disposto sì al venir con le parole tue, ch’i’ son tornato nel primo proposto.
139-141 Or va, ch’un sol volere è d’ambedue: tu duca, tu segnore, e tu maestro”. Così li dissi; e poi che mosso fue,
142 intrai per lo cammino alto e silvestro.
124-126 dopo che codeste tre donne benedette si prendono cura di te tra le schiere degli angeli e le mie parole ti promettono un bene così grande?».
127-129 Come i fiorellini che il gelo notturno piega a terra chiusi, dopo che il sole li illumina si drizzano sul loro stelo completa-mente aperti,
130-132 così feci in me stesso delle mie deboli forze e nel mio cuore si accese un tal coraggio che dissi con decisione:
133-135 «Oh, quanta pietà ha avuto colei che mi ha soccorso! E quanto sei stato magnanimo tu che hai obbedito immediata-mente alle parole sincere che lei ti ha rivolto!
136-138. Con le tue parole mi hai aperto di nuovo il cuore al desiderio di venire, tanto che sono tornato alla mia prima decisione.
139-141 Ora parti, perché entrambi vogliamo la stessa cosa: tu sei la guida, tu il signore, tu il maestro»
142 Così gli dissi e dopo che si incamminò iniziai il viaggio pericoloso e arduo.
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