Domenica 23 febbraio 2025

     

    VII Settimana Tempo Ordinario

     

    Aforisma dal Salmo 102

    “Come dista l’oriente dall’occidente, così Dio allontana da noi le nostre colpe. Come un padre ha pietà dei suoi figli, così il Signore ha pietà di quanti lo temono”.

     

    Preghiera

    Padre clementissimo, che nel tuo unico Figlio ci riveli l’amore gratuito e universale, donaci un cuore nuovo, perché diventiamo capaci di amare anche i nostri nemici e di benedire chi ci ha fatto del male. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio che è Dio e vive e regna con Te nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen

     

    Parola di Dio VII domenica Tempo Ordinario Anno “C”

    1 Samuele 26,2.7-9.12-13.22-23; Salmo 102; 1 Corinzi 15,45-49; Luca 6,27-38

    Gesù disse ai suoi discepoli: «A voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l’altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. Dà a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro.

    Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. 

    Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell’Altissimo; perché egli è benevolo verso gl’ingrati e i malvagi.  Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro.

    Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio».

     

    Riflessione Enzo Bianchi – Comunità di Bose

    “Amare gli amici lo fanno tutti, i nemici li amano soltanto i cristiani” Queste parole di Tertulliano, che esprimono la differenza cristiana, vertono significativamente sull’amore per i nemici. Questo appare come vera e propria sintesi del Vangelo: se tutta la Legge si sintetizza nel comando dell’amore di Dio e del prossimo, la vita secondo il Vangelo trova il suo compimento nelle parole e nei gesti di Gesù che indicano nell’amore del nemico l’orizzonte della prassi cristiana.

    Dice infatti Gesù: “Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano” (Luca 6,27; cfr. Luca 6,28.29.35; Matteo 5,43-48) e tutta la sua vita – fino al momento della lavanda dei piedi anche a Giuda, colui che si era fatto suo nemico; fino alla croce, luogo del suo amore “fino alla fine” per i suoi; fino alla preghiera per i suoi carnefici mentre lo crocifiggevano – attesta questo amore incondizionato rivolto anche al nemico.

    Il cristiano, chiamato ad assumere il sentire, il pensare, il volere di Gesù Cristo, si trova dunque sempre confrontato con questa esigenza? Ma occorre chiedersi: è realmente possibile amare il nemico e amarlo mentre manifesta la sua ostilità e inimicizia, il suo odio e la sua avversione? È umanamente possibile tale scandalosa simultaneità? L’esperienza infatti ci rivela che il fascino per l’assolutezza dell’amore del nemico svanisce in assoluta dimenticanza e diviene incapacità di dargli consistenza esistenziale di fronte alle precise e concrete situazioni di inimicizia.

    E forse già questo rappresenta un primissimo, e umanamente fondamentale, momento del cammino verso l’amore del nemico. Inoltre il cristiano è portato dal Vangelo a vedere in sé stesso il nemico amato da Dio e per cui Cristo è morto: questa è l’esperienza di fede basilare da cui soltanto potrà nascere l’itinerario spirituale che conduce all’amore per il nemico! Inoltre il cristiano è portato dal Vangelo a vedere in sé stesso il nemico amato da Dio e per cui Cristo è morto: questa è l’esperienza di fede basilare da cui soltanto potrà nascere l’itinerario spirituale che conduce all’amore per il nemico! Scrive Paolo: “Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo peccatori e nemici, Cristo è morto per noi” (cfr. Romani 5,8-10).

    L’amore del nemico non va confuso con la complicità con il peccatore! Anzi, proprio la libertà di chi sa correggere e ammonire chi compie il male nasce dalla profondità della fede e da un amore per il Signore che sono la necessaria premessa per l’amore del nemico. Chi non serba rancore e non si vendica, ma corregge il fratello, è infatti anche in grado di perdonare; e il perdono è la misteriosa maturità di fede e di amore per cui l’offeso sceglie liberamente di rinunciare al proprio diritto nei confronti di chi ha già calpestato i suoi giusti diritti.

    Ma perché tutto questo sia possibile è indispensabile ciò che sempre è ricordato dai Vangeli accanto al comando di amare i nemici, e cioè la preghiera per i persecutori, l’intercessione per gli avversari: “Amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori” (Matteo 5,44). Se non si assume l’altro nella preghiera, imparando a vederlo con gli occhi di Dio, non si potrà mai arrivare ad amarlo! Ma dev’essere chiaro che l’amore del nemico è questione di profondità di fede, di “intelligenza del cuore”, di ricchezza interiore, di amore per il Signore, e non, semplicemente di buona volontà

     

    Intenzione di preghiera

    Preghiamo per i cristiani perseguitati da poteri ostili: non venendo mai meno all’amore divengano segno del Vangelo per quanti mostrano loro odio e avversione.

     

    Santo del giorno

    Nato a Smirne nel 69 «fu dagli Apostoli scelto come vescovo per l’Asia nella Chiesa di Smirne». Così scrive di lui Ireneo, suo discepolo e vescovo di Lione in Gallia. Policarpo viene messo a capo dei cristiani del luogo verso il 100.

    Nel 107 è testimone del passaggio per Smirne di Ignazio, vescovo di Antiochia, che va sotto scorta a Roma dove subirà il martirio. Policarpo lo ospita e più tardi Ignazio gli scriverà una lettera divenuta poi famosa. Nel 154 Policarpo va a Roma per discutere con papa Aniceto sulla data della Pasqua.

    Dopo il suo ritorno a Smirne scoppia una persecuzione. L’anziano vescovo (ha 86 anni) è portato allo stadio, perché il governatore romano Quadrato lo condanni. Policarpo rifiuta di difendersi davanti al governatore e alla folla, dichiarandosi cristiano. Verrà ucciso con la spada. Sono circa le due del pomeriggio del 23 febbraio 155.

     

    Don’t Forget: Avvenne il 23 febbraio…

    303 – Inizio della persecuzione dei cristiani da parte dell’imperatore Diocleziano

    1455 – Pubblicata la Bibbia di Gutenberg, il primo libro occidentale stampato con caratteri mobili.

    1548 – I comuni del marchesato di Saluzzo, deposto il marchese, si sottomettono alla Francia.

    1893 – L’ingegnere tedesco Rudolf Diesel brevetta il motore Diesel.

    1917 – Inizia la Rivoluzione russa il 23-2 del calendario ortodosso (8 marzo del gregoriano)

    1904 – Gli USA, per 10 milioni di dollari, ottengono il controllo della zona del canale di Panama.

    1947 – Viene fondata l’Organizzazione internazionale per la normazione, conosciuta come ISO.

     

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