Martedì 25 febbraio 2025

     

    VII Settimana Tempo Ordinario

     

    Avvenne il 25 febbraio…

    138 – L’imperatore romano Adriano adotta Antonino Pio, facendolo suo successore.

    1570 – Papa Pio V scomunica e depone dal trono la regina Elisabetta I d’Inghilterra.

    1856 – Inizia il Congresso di Parigi al fine di ristabilire la pace dopo la guerra di Crimea.

    1922 – Francia: ghigliottinato Henri Landru, colpevole di aver sedotto e ucciso dieci donne.

    2008 – A Gravina in Puglia vengono trovati nella cisterna di un casolare i corpi mummificati di Francesco e Salvatore Pappalardi, scomparsi il 5 giugno 2006.

     

    Aforisma dal libro del Siracide

    “Figlio, se vedi una persona saggia, va’ presto da lei; il tuo piede logori i gradini della sua porta.”.

     

    Preghiera

    Il tuo aiuto, o Dio Padre onnipotente, ci renda sempre attenti alla voce dello Spirito, perché imitando il tuo Figlio Gesù Cristo possiamo conoscere ciò che è conforme alla tua volontà e attuarlo nelle parole e nelle opere. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

     

    Santo del giorno

    Luigi Versiglia, nato a Oliva Gessi (Pavia) il 5-6-1873, a 12 anni entrò nell’Oratorio di Valdocco e conobbe Don Bosco. Ordinato sacerdote (1895), nel 1906 guidò la 1.a spedizione salesiana in Cina insieme a Callisto Caravario nato a Cuorgné (Torino) l’8-6-1903, il quale era ancora chierico. Nel 1918 i

    salesiani ricevettero dal Vicario apostolico di Canton la missione di Shiu Chow: don Luigi Versiglia ne fu nominato Vicario Apostolico, e nel 1921 fu consacrato Vescovo. Callisto Caravario nel 1929 viene ordinato prete salesiano. Febbraio 1930, i 2 viaggiano insieme per la visita pastorale nella missione di Linchow.

    Nel viaggio, il 25-2, un gruppo di pirati bolscevichi ferma la barca del Vescovo, cercando di catturare tre catechiste che si trovano sulla barca con loro. Il Vescovo e don Caravario lo impediscono con tutte le forze, per questo vengono picchiati con violenza e fucilati a Li Thau Tseui, presso il fiume di Lin Chow. Papa Paolo VI ne ha riconosciuto il martirio nel 1973. Giovanni Paolo II li ha beatificati il 15-5-1983 e canonizzati il 1-10- 2000.

     

    Parola di Dio del giorno Marco 9,30-37

    In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà».

    Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo. Giunsero a Cafarnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande.

    Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti». E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».

     

    Riflessione di Erri de Luca

    Chi non ha casa adesso non l’avrà, chi è solo a lungo solo dovrà stare…” Questi versi di Rainer Maria Rilke mi rappresentavano durante la età giovane. Poi è venuto il tempo della casa. Esco, chiudo la porta, torno e infilo la chiave nella serratura. L’abitudine mi fa considerare normali questi gesti. Sono invece privilegi.

    Nel mondo la normalità è l’esilio, gente sballottata via dalle stanze da parte di terremoti, incendi, eruzioni, da parte di guerre che sono terremoti, incendi, eruzioni. Beniamino della sorte è chi ha un tetto, un letto, la chiave di una porta. Chi torna al suo numero civico la sera e lo ritrova come lo ha lasciato al mattino.

    Beniamino di buona sorte chi non sta in accampamenti, tende, sotto pioggia che diventa fango, sotto il vento che fa scricchiolare i paletti di sostegno, i figli senza scuola. Da dietro i doppi vetri vedo gli scrosci della pioggia a catinelle, vicino al fuoco del camino sto al riparo dall’inverno.

    Allo schermo ci sono le notizie di chi non ha più casa, la mia eccezione è di non fare parte delle notizie. Con questi pensieri sottosopra, la chiave che apre la porta di casa mi diventa pesante e preziosa più di ogni metallo, il bicchiere di vino sulla tavola un salmo di ringraziamento.

     

    Intenzione di preghiera

    Preghiamo per la salute di Papa Francesco e di tutte le persone che soffrono, affinché il Signore lo sostenga e aiuti per il bene di tutta la chiesa.

     

    Don’t Forget! Dante alighieri: Divina Commedia

    Inferno Canto III (parte 2.a)

    Il quadro a sinistra è opera di Gabriele dell’Otto

    La perifrasi e i commenti che seguono sono in gran parte di Franco Nembrini

    22-24 Quivi sospiri, pianti e alti guai risonavan per l’aere sanza stelle, per ch’io al cominciar ne lagrimai.

    25-27 Diverse lingue, orribili favelle, parole di dolore, accenti d’ira, voci alte e fioche, e suon di man con elle.

    28-30 facevano un tumulto, il qual s’aggira sempre in quell’aura sanza tempo tinta, come la rena quando turbo spira.

    31-33 E io ch’avea d’error la testa cinta, dissi: “Maestro, che è quel ch’i’ odo? e che gent’è che par nel duol sì vinta?”.

    34-36 Ed elli a me: “Questo misero  modo tegnon l’anime triste di coloro che visser sanza ‘nfamia e sanza lodo.

    37-39 Mischiate sono a quel cattivo coro de li angeli che non furon ribelli né fur fedeli a Dio, ma per sé fuoro.

    40-42 Caccianli i ciel per non esser men belli, né lo profondo inferno li riceve, ch’alcuna gloria i rei avrebber d’elli”.

    43-45 E io: “Maestro, che è tanto greve a lor, che lamentar li fa sì forte?”. Rispuose: “Dicerolti molto breve.

    22-24 Qui sospiri, pianti e profondi lamenti risuonavano nell’aria senza stelle, per cui io all’inizio scoppiai a piangere.

    25-27 Lingue varie, parlate spaventose, parole di dolore, toni incolleriti, voci forti e deboli e insieme suoni di schiaffi

    28-30 creavano un boato che risuona continuamente in quell’aria sempre buia, come la sabbia quando il vento crea il turbine.

    31-33 E io che avevo la mente stretta da un dubbio, dissi: «Maestro, cos’è quello che sento? E che gente è che sembra così prostrata dal dolore?

    34-36 Mi rispose: «Tengono questo comportamento squallido le anime miserabili di quelli che vissero senza infamia e senza lode»

    37-39 «Sono mescolate con il gruppo vile degli angeli che non furono né ribelli né fedeli a Dio, ma vissero solo per sé stessi. 

    40-42 I cieli li cacciano non perché sono meno belli e neanche il profondo inferno è disposto ad accoglierli, perché i dannati avrebbero davanti a loro qualche motivo di orgoglio».

    43-45 E io: «Maestro, che cosa è così doloroso per loro da farli lamentare così forte? 

     

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