Lunedì 17 marzo 2025

     

    2a Settimana di Quaresima

     

    Avvenne il 17 marzo…

    455 – Petronio Massimo è proclamato imperatore romano d’Occidente.

    624 – Maometto consegue la prima vittoria della storia dell’Islam nella battaglia di Badr.

    1801 – Papa Pio VII rifonda la Compagnia di Gesù sciolta da papa Clemente XIV nel 1773

    1861 – Proclamato il Regno d’Italia: con questo evento nasce il moderno Stato italiano.

    1959 – Tenzin Gyatso, il 14º Dalai Lama, fugge dal Tibet e trova rifugio in India.

    1981 – Viene trovata, in una villa di Licio Gelli, la lista degli appartenenti alla P2.

     

    Aforisma dal libro di Daniele

    “Signore Dio, grande e tremendo, che sei fedele all’alleanza e benevolo verso coloro che ti amano e osservano i tuoi comandamenti, abbiamo peccato e abbiamo operato da malvagi e da empi, siamo stati ribelli, ci siamo allontanati dai tuoi comandamenti e dalle tue leggi! Signore, la vergogna sul volto a noi e ai nostri padri; al Signore, nostro Dio, la misericordia e il perdono”.

     

    Preghiera del giorno

    O Dio, che hai ordinato la penitenza del corpo come medicina dell’anima, fa’ che ci asteniamo da ogni peccato per avere la forza di osservare i comandamenti del tuo amore. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

     

    Santo del giorno

    Patrizio nasce verso il 385 in Britannia da famiglia cristiana. A 16 anni è rapito e condotto schiavo in Irlanda, dove rimane prigioniero per 6 anni durante i quali approfondisce la sua vita di fede.

    Fuggito dalla schiavitù, torna in patria e si prepara per diventare diacono e prete: va nel continente e fa esperienze monastiche in Francia. Ha 40 anni e si prepara a tornare in patria, ma la famiglia è restia a lasciarlo partire, mentre degli oppositori gli rimproverano una scarsa preparazione. Nel 432, tuttavia, egli è di nuovo sull’isola.

    Accompagnato da una scorta, predica, battezza, conferma, celebra l’Eucarestia, ordina presbiteri, consacra monaci e vergini. Il successo missionario è grande, ma non mancano nemici e predoni ache fra i cristiani. Patrizio scrive la Confessione per respingere le accuse e celebrare l’amore di Dio. Muore verso il 461. È il patrono dell’Irlanda e degli irlandesi nel mondo.

     

    Parola di Dio del giorno Luca 6,36-38

    Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati.

    Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».».

     

    Riflessione del giorno

    Intervista di S. Baroncia a Luca Diotallevi autore di: “‘La messa è sbiadita’.

    “L’eucaristia domenicale è diventata più uno spettacolo che una liturgia: gli spettacoli sono anche gradevoli, ma dopo i quali la vita continua come prima; mentre la liturgia consiste nell’iniziare a vivere in un altro modo. Le nostre messe sono spettacoli, di cui ne fruiamo individualmente.

    I processi religiosi, a differenza di quelli finanziari, hanno una forte inerzia: se cresce l’inflazione ce ne accorgiamo il giorno dopo, se cala la partecipazione alla Messa occorrono decine di anni per osservare gli effetti. Il punto di rottura sono gli anni Sessanta, ma il calo lo abbiamo iniziato a vedere quando le generazioni di allora e quelle successive hanno iniziato a prendere la scena.

    Non è un caso, poi, che all’inizio degli anni Ottanta inizi a crescere anche l’età media del primo figlio e dell’ordinazione presbiterale. Tutti elementi che certificano il classico esempio di ritardo del passaggio all’età adulta da parte di chi ha ‘fatto’ il Sessantotto”. In questi anni è cambiato il sentimento del popolo cattolico verso la fede perché ci si è convinti che ognuno si fa la fede sua.

    Le Sacre Scritture, il Magistero della Chiesa, la Tradizione non contano: entro in chiesa allo stesso modo in cui entro in un supermarket. Compro qualcosa e lascio qualcos’altro. Anche il carico di lavoro del prete è calato, i sacerdoti ordinati sono il 62% di quelli ordinati negli anni ‘90 ma non c’è paragone con i laici che si recano in chiesa scesi al 23,7%.

    Dunque, magari bisogna riorganizzare le strutture e ottimizzare le parrocchie in base al numero di abitanti ma i preti ancora ci sono, di meno ma ci sono. Ciò invece cui andiamo incontro è una forte riduzione della platea dei praticanti, soprattutto perché una parte significativa di quelli attuali è costituita da persone anziane”.

     

    Intenzione di preghiera

    Preghiamo perché gli sforzi diplomatici per la pace in Ucraina e in Terra Santa abbiano successo a la pace diventi possibile.

     

    Don’t Forget! 1000 quadri più belli del mondo

    EDVARD MUNCH: SERATA A KARL JOHAN

    1892 – olio su tela –  84,5 x 121 cm – museo d’arte a Bergen – Norvegia

    Il dipinto di Edvard Munch (1863-1944) raffigura la passeggiata serale dei cittadini di Christiania (il nome muterà in Oslo nel 1925) nel viale Karl Johan, centro pulsante della vita cittadina. Questo quadro costituisce per Munch un’occasione per tradurre in pittura il suo pensiero sulla borghesia e alle sue vuote ritualità. Le persone che affollano viale Karl Johan, infatti, sono borghesi, e sono raffigurati nel loro aspetto più terribile: gli occhi sono spalancati, l’espressione del viso è fissa, il colore dell’incarnato è giallastro.

    Più che a uomini fanno pensare a zombie, a creature spiritualmente vuote che sembrano procedere avanti come automi telecomandati, dando vita a una sensazione di soffocamento; Munch, in particolare, enfatizza questo senso di oppressione tagliando tutte le figure all’altezza del petto, in modo che avanzando sembrano travolgere lo spettatore insieme a loro. Di umano, a questi personaggi, è rimasto solamente l’abbigliamento, che si compone di eleganti cilindri neri per gli uomini e gli eccentrici cappellini à la page per le signore.

    Munch rivolge questa feroce critica non solo ai singoli personaggi (ormai ridotti a un’unica, compatta falange), bensì anche alle istituzioni: sullo sfondo si erge con fare intimidatorio il municipio, illuminato da una luce inizialmente gialla, che tramuta le finestre in occhi luminescenti che sembrano controllare che tutto vada secondo gli schemi previsti dalle convenzioni borghesi.

    A destra del municipio si eleva un’escrescenza nerastra (secondo alcuni un cipresso), mentre a sinistra è presente una schiera di abitazioni, del tutto simile a quelle «case mostruose / dalle cento e cento occhiaie» cantate da Gabriele D’Annunzio. Alla vacuità dei borghesi – che sembrano partecipare a un funerale, più che passeggiare – si contrappone la figura che si incammina sulla destra in direzione opposta e che è più umano delle figure cadaveriche e svuotate che passeggiano sul marciapiede.

    Quest’uomo rema controcorrente e non si cura della massa, dalla quale non viene compreso probabilmente è lo stesso Munch che si ritrae nell’atto di allontanarsi dai borghesi, continuando a rimanere nel campo visivo dell’opera, come imprigionato suo malgrado in quel mondo che tanto lo spaventa.

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