13.a settimana tempo ordinario
Avvenne il 30 giugno…
1564 – A conclusione del Concilio di Trento, papa Pio IV ne approva tutti i decreti
1864 – A. Lincoln destina la Yosemite Valley alla California in uso pubblico, villeggiatura e svago.
1908 – Un corpo celeste esplode nel cielo della Siberia centrale spianando più di 2.000 km2 di taiga.
1971 – L’equipaggio della Sojuz 11 muore per una fuga d’aria causata da una valvola difettosa.
2002 – Il Brasile vince la quinta coppa del mondo di calcio.
Aforisma dal profeta Malachia 2,6
“Un insegnamento veritiero era sulla loro bocca né vi era falsità sulle loro labbra; con pace e rettitudine davanti a me hanno camminato e molti hanno fatto allontanare dal male.”
Preghiera Colletta
O Dio, che ci hai reso figli della luce con il tuo Spirito di adozione, fa’ che non ricadiamo nelle tenebre dell’errore, ma restiamo sempre luminosi nello splendore della verità.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
Santo del giorno
Primi Martiri della Chiesa di Roma

Subito dopo la memoria dei Santi Pietro e Paolo, la Chiesa celebra molti cristiani che, come attesta Papa Clemente, furono trucidati nei giardini vaticani da Nerone dopo l’incendio di Roma (19 luglio 64).
Accusati dell’incendio della Città furono per ordine dell’imperatore Nerone crudelmente uccisi con supplizi diversi: alcuni, infatti, furono esposti ai cani coperti da pelli di animali e ne vennero dilaniati; altri furono crocifissi e altri ancora dati al rogo, perché, venuta meno la luce del giorno, servissero da lampade notturne.
Tutti questi erano discepoli degli Apostoli e primizie dei martiri che la Chiesa di Roma presentò al Signore. “Allora – scrive Tacito – si manifestò un sentimento di pietà, pur trattandosi di gente meritevole dei più esemplari castighi, perché si vedeva che erano eliminati non per il bene pubblico, ma per soddisfare la crudeltà di un individuo”, Nerone. La persecuzione non si arrestò a quella fatale estate del 64, ma si prolungò fino al 67.
Parola di dio del giorno Matteo 8,18-22
In quel tempo, vedendo la folla attorno a sé, Gesù ordinò di passare all’altra riva. Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: «Maestro, ti seguirò dovunque tu vada».
Gli rispose Gesù: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
E un altro dei suoi discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Ma Gesù gli rispose: «Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti».
Riflessione
«Come cristiani dobbiamo vestirci di Cristo Gesù. Abbiamo svestito il vecchio uomo e dobbiamo vivere del nuovo». Don Giuseppe Vavassori (appunti prediche).
Questo appunto del 1940 è senza il mese e il giorno. Non sappiamo se scritto prima o dopo l’ingresso dell’Italia in guerra. È però un chiaro orientamento. L’uomo nuovo è colui che è rinnovato dall’incontro con Cristo; è colui che viene rivestito della tunica del Re della Pace. I giovani non vogliono la guerra, ma vogliono la pace.
Per questo hanno bisogno di ali per coltivare alti ideali, di allenarsi perché il dono della pace ricevuto in dono non resti infruttuoso. In ebraico shalom è augurio di vita bella, piena, prospera, sempre ancorata alla verità e alla giustizia. Non è augurio inteso come una sorta di tranquillità, di quiete, di armonia, di equilibrio interno.
Il Signore quando dice: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi» intende un’altra pace, diversa da quella mondana. La pace di Cristo è creativa: cerca la riconciliazione a qualunque costo. I veri operatori di pace sono quelli che hanno appreso l’arte della pace e la esercitano, sanno che non c’è riconciliazione senza dono della propria vita, e che la pace va cercata sempre e comunque.
La vera shalom e il vero equilibrio interiore sgorgano dalla pace di Cristo, che viene dalla sua Croce e genera un’umanità nuova, incarnata in una infinita schiera di Santi e Sante, inventivi, creativi, generosi che hanno escogitato vie sempre nuove per amare. I Santi, le Sante sono i veri costruttori di pace: agli occhi del mondo sembrano i perdenti, in realtà sono i veri vincitori”.
Intenzione di preghiera
Preghiamo perché il ricordo dei martiri che hanno testimoniato la loro fedeltà a Cristo fino a dare la vita, ci sproni a una testimonianza di fede più coraggiosa, matura e responsabile.
Don’t Forget! 1000 quadri più belli del mondo
LOVIS CORINTH: DERVISCIO DANZANTE
1904 olio su tela, 98 x 88 cm Buchheim-Museum Baviera Germania
Lovis Corinth fu un pittore tedesco (Tapiau, Prussia Orientale, 1854 – Zandvoort 1925) che dopo aver studiato a Königsberg e a Monaco, completò la sua educazione artistica a Parigi (1884-87) con W. A. Bouguereau. Stabilitosi a Monaco nel 1891, operò nel clima culturale dello Jugendstil (=art Nouveau o Liberty in italiano); si trasferì poi, nel 1900, a Berlino ottenendo un notevole successo fino a divenire presidente della Secessione (1915).
Toccato solo marginalmente dall’esperienze del realismo di Courbet e dall’impressionismo, appassionato studioso della pittura di Rembrandt e di Rubens, superò l’accademismo in turbinose composizioni, di tema biblico o mitologico, segnate da una violenza realistica, spesso profondamente drammatica. L’opera che presentiamo è un esempio di questo suo modo di intendere la pittura.
Il soggetto del quadro è un derviscio danzante che pratica cioè la danza sufi, pratica spirituale e rituale che si svolge all’interno del sufismo, movimento mistico dell’Islam. A differenza dei dervisci che siamo abituati a vedere con i loro bianchi cappelli e le ampie e candide sottane che ballando si trasformano in cerchi rotanti, il derviscio in questione è un povero straccione invasato che trasforma una danza rigorosa e ricca di simbolismi in un ballo scatenato e selvaggio che però riesce a trasmettere allo spettatore un senso di gioia e di partecipazione profonda che a suo modo è autenticamente umana e religiosa.
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