A cosa può servire il gridare

     

    La quiete della notte è rotta da un’esplosione di imprecazioni da parte di un ospite che grida in cortile non si sa perché né contro chi. Nessuno gli fa caso e lui allora alza la voce e si agita sempre più. Si fatica a calmarlo e ci fa capire che gli è stata rubata una catenina d’oro, mentre noi gli facciamo capire che urlare non servirà a fargli riavere il maltolto.

    Il giorno dopo la catenina è ritrovata e restituita al proprietario che non sembra contento più di tanto della cosa e si giustifica così: «Ho gridato perché era l’unico modo per farmi sentire».

    Ma la verità viene a galla e scopriamo che la catenina (di pura bigiotteria) era stata smarrita di proposito dal tipo che mettendo in scena la sua ira e indignazione sperava, come in altri casi, di ottenere un qualche risarcimento. Gli è andata male, ma l’episodio ha indotto a riflettere sul fatto che oggi ci si indigna, ci si agita e si grida per i più svariati motivi, che vanno dai più alti e nobili a quelli più bassi e vili.

    Chi non si arrabbia, fa arrabbiare gli altri; chi non urla, ricorre alle mani… ma tutti sostengono che «gridare e agitarsi è il solo modo per farsi sentire e notare». Sarà, ma il comportamento del nostro amico ci ha fatto capire che a volte è anche il modo migliore per confondere gli altri e per nascondere le proprie vere intenzioni.

     

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