domenica 19 settembre ’21

     

    25a Settimana del tempo ordinario

     

    Aforisma del giorno (Platone)

    Non conosco la via infallibile per il successo, ma quella per l’insuccesso sicuro: accontentare tutti.  

     

    Preghiera del girono (Colletta)

    O Dio, Padre di tutti gli uomini, tu vuoi che gli ultimi siano i primi e fai di un fanciullo la misura del tuo regno; donaci la sapienza che viene dall’alto, perché accogliamo la parola del tuo Figlio e comprendiamo che davanti a te il più grande è colui che serve.

    Per il nostro Signore Gesù Cristo tuo Figlio che è Dio e vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

     

    Parola di dio del giorno – XXV domenica T.O.

    Sapienza 2,12.17-20; Salmo 53; Giacomo 3,16-4,3 Marco 9,30-37

    Gesù e i discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà».

    Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo. Giunsero a Cafarnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?».

    Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse il più grande. Sedutosi, chiamò i dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti».

    E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».

     

    Riflessione del giorno

    In questo Vangelo la comunicazione fra Gesù e i discepoli è bloccata: essi hanno paura di fargli domande e hanno vergogna di dargli risposte.

    Ne risulta che si può decidere di seguire il Signore, senza lasciarsi mettere in crisi dalla sua parola misteriosa e inquietante, anzi continuando a coltivare pensieri e comportamenti che nulla hanno a che fare con il Vangelo.

    In questo modo non solo viene meno la comunicazione, ma diventa totale l’incomprensione: mentre il maestro parla con tremenda chiarezza del tragico destino che l’aspetta, i dodici continuano a spintonarsi tra di loro per la conquista dei primi posti.

    Il ritratto che l’evangelista fa degli apostoli è impietoso, eppure Gesù non sembra stupito e affronta i suoi con la calma e la comprensione di uno che sa bene con chi ha a che fare: con dei poveri diavoli, ai quali però egli non nega né la sua stima, né la sua fiducia.

    Se Gesù non si stupisce dell’incomprensione dei suoi amici, non è solo perché conosce cosa si nasconde nel cuore dell’uomo, ma soprattutto perché sa che la Parola divina per essere capita deve compiersi, deve cioè realizzare ciò che promette.

    Si tratta di un processo lungo e faticoso che però, se è accolto, realizza nel credente il miracolo della conversione, dove l’ambizione ai primi posti, la tentazione del potere, cede il passo alla scelta volontaria del servizio (“chi vuol essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servo di tutti”) e colloca all’ultimo posto perché quello è il posto di Dio.

     

    Intenzione di preghiera per il giorno

    Per la Chiesa: sia vicina a tutte le vittime del male e accogliente verso i loro bisogni e sofferenze.

     

    Don’t forget! Santo del giorno

    S. GENNARO: nato a Napoli, nella seconda metà del III secolo, fu eletto vescovo di Benevento e fu amato dai cristiani e rispettato dai pagani.

    Nelle persecuzioni di Diocleziano si inserisce il suo martirio: quando il diacono Sossio che guidava i cristiani di Miseno fu incarcerato dal giudice proconsole della Campania.

    Gennaro si recò con due compagni Desiderio e Festo e a portargli conforto in carcere. Il proconsole informato della sua presenza, fece arrestare anche loro tre, provocando le proteste di Procolo, diacono di Pozzuoli e di due fedeli della città, Eutiche ed Acuzio.

    Anche questi tre furono arrestati e condannati con gli altri a essere sbranati nell’anfiteatro per dagli orsi. Ma quando il proconsole si accorse che il popolo dimostrava simpatia per i prigionieri, cambiò decisione e il 19 settembre del 305 li fece decapitare.

     

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