II Settimana del Tempo Ordinario
Aforisma 1 Corinti 6
Fratelli, siete stati comprati a caro prezzo e voi non appartenete più a voi stessi: glorificate dunque Dio nel vostro corpo!
Preghiera
O Dio, che riveli i segni della tua presenza nella Chiesa, nella liturgia e nei fratelli, fa’ che non lasciamo cadere a vuoto nessuna tua parola, per riconoscere il tuo progetto di salvezza e divenire apostoli e profeti del tuo regno. Per il nostro Signore Gesù Cristo tuo Figlio che è Dio e vive e regna con Te nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen
Parola di Dio della 2.A domenica per ANNUM
1 Samuele 3,3b-10.19 – 1 Corinti 6,13c-15a.17-20; Giovanni 1,35-42
In quel tempo, Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?».
Gli risposero: «Rabbi – che, tradotto, significa maestro -, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui: erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro.
Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa», che significa Pietro.
Riflessione commento al Vangelo
La 1.a lettura e il Vangelo evocano una grande nostalgia per qualcosa che di questi tempi è diventato raro come la Parola divina ai tempi di Samuele. Infatti sia il vecchio Eli che al momento giusto trova il discernimento e la fermezza per guidare il giovane Samuele verso Dio, sia Giovanni che indirizza i suoi discepoli verso Gesù che viene dopo, ma è il più grande, sono due personaggi magnifici che interpretano anzi incarnano ciò di cui sentiamo oggi tutti un bisogno profondo, perché ne siamo rimasti orfani.
Parliamo della paternità, quella autentica però, che se non schiaccia nessuno sotto il peso dell’autorità come succedeva in passato, non inganna però nessuno, legando a sé nel gioco sottile della seduzione il figlio o il discepolo, come spesso avviene nel presente. Il vecchio sacerdote Eli non brillava per eccelse qualità umane e spirituali, mentre il giovane profeta Giovanni dava l’impressione di una severità e un rigore davvero eccessivi; eppure sono stati padri veri, perché non hanno sacrificato la libertà del discepolo per egoismo o paura di perderlo come tanti adulti mai cresciuti, che non sapendo o non volendo fare i padri, coi più giovani giocano a fare gli amici, i compagni, i complici persino, con i risultati che vediamo!
Eli e il Battista sono stati padri veri perché non solo hanno saputo discernere nel discepolo il momento dei grandi incontri e perciò delle grandi scelte, ma li hanno aiutati anche a decidere con generosità, distaccandoli da sé per indirizzarli verso Dio, il più grande dei padri, verso Gesù, l’unico maestro; possono fare questo perché non vivono più per se stessi, ma per il Signore e così sono diventati creatori di libertà.
Intenzione di preghiera
Preghiamo per coloro che hanno consacrato la vita all’annuncio del Vangelo, perché siano coerenti testimoni della tua Parola che salva.
Don’t Forget! Avvenne il 14 gennaio…
1814 – La Danimarca cede la Norvegia alla Svezia
1968 – Notte tra il 14 ed il 15 gennaio: terremoto nel Belice provoca vittime, danni e la distruzione di Gibellina, Salaparuta, Poggioreale e Montevago, che verranno poi ricostruiti
1994 – Il presidente Usa Bill Clinton e il russo Boris Yeltsin firmano gli Accordi del Cremlino che limitano la produzione nucleare e smantellano l’arsenale nucleare dell’Ucraina
2015 – Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si dimette dal suo secondo mandato
2019 – 38 anni dopo l’evasione, l’ex terrorista Cesare Battisti è espulso dalla Bolivia e portato in Italia
Santo del giorno
S. Felice da Nola
La memoria di san Felice da Nola è arrivata a noi grazie all’opera di S. Paolino da Nola, che “valorizzò” il luogo della sua sepoltura. Felice era nato nel III secolo e fu collaboratore del vescovo Massimo: davanti alla persecuzione, però, il presule dovette rifugiarsi lontano dalla città. Felice, invece, fu catturato e torturato; secondo la tradizione venne salvato miracolosamente. Fu solo con la pace costantiniana nel 313 che il sacerdote poté tornare a Nola.
Per questa prova egli è venerato come martire, anche se non venne ucciso dai persecutori. La comunità locale lo avrebbe voluto come vescovo ma lui oppose un deciso rifiuto e scelse di vivere in povertà fino alla morte. La sua tomba fu detta “Ara Veritatis”, perché gli si attribuiva particolare efficacia per il trionfo della verità, contro gli spergiuri.
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