Lunedì 15 gennaio 2024

     

    II Settimana del Tempo Ordinario

     

    Avvenne il 15 gennaio…

    1559 – Elisabetta I d’Inghilterra è incoronata regina nell’abbazia di Westminster.

    1919 – Soldati dei Freikorps rapiscono e uccidono Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht.

    1971 – Viene inaugurata la diga di Assuan in Egitto.

    1993 – Gli uomini del ROS dei carabinieri catturano Salvatore Riina.

    2008 – Studenti dell’università La Sapienza di Roma manifestano contro Papa Benedetto XVI che annulla la sua lectio magistralis.

     

    Aforismi dei padri del deserto

    Pessimo male dell’anima è la brama insaziabile di ricchezze e piaceri unita all’ignoranza della verità.

     

    Preghiera

    Dio onnipotente ed eterno, che governi il cielo e la terra, ascolta con bontà le preghiere del tuo popolo e dona ai nostri giorni la tua pace. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

     

    Santo del giorno

    Leggendo tra le righe della vita di Mauro (che sarebbe nato a Roma dal senatore Eutichio e dalla nobile Giulia nel 512, nel periodo delle invasioni barbariche) si coglie l’importanza ancora attuale di offrire alle nuove generazioni “buone strade” su cui crescere grazie a testimoni significativi.

    La tradizione, infatti, lo vuole che suo padre lo abbia affidato a san Benedetto a Subiaco per l’educazione. Con Mauro, si narra, c’era anche Placido, un amico figlio di un altro patrizio. Sono pochi i dati biografici certi di Mauro, ma probabilmente quando Benedetto lasciò Subiaco il suo discepolo, esemplare nella preghiera e nella fedeltà al Vangelo, vi rimase come abate.

    Poi le sue tracce si ritrovano sulla Loira in Francia, dove alcuni toponimi farebbero pensare a lui: avrebbe edificato infatti il monastero di Glanfeuil (oggi St. Maur sur Loire) che divenne celebre e accolse 140 monaci. Mauro morì nel 584, a 72 anni.

     

    Parola di Dio del giorno

    In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Vennero da Gesù e gli dissero: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». Gesù disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare.

    Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno. Nessuno cuce un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo diventa peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!».

     

    Riflessione di Anselm Grün

    È vero che molti non riescono a perdonare sé stessi. Si confessano per sperimentare il perdono di Dio, ma nell’intimo continuano ad accusarsi. Perdonare sé stessi significa rinunciare all’illusione di essere perfetti. E questo richiede umiltà. Accade spesso che alcune persone abbiano una concezione troppo idealizzata di sé e non sappiano perdonarsi perché per farlo devono abbandonare questa illusione.

    Preferiscono aggrapparsi alle proprie fantasie e quindi non possono cambiare. Posso perdonare me stesso soltanto se credo nel perdono divino e l’ho sperimentato. Spesso, a chi viene a confessarsi dico: «Se ora Dio ti ha perdonato, devi perdonarti anche tu, altrimenti non credi davvero nel perdono divino».

    Perdonare sé stessi significa seppellire i propri sensi di colpa, smetterla di accusarsi e accettarsi come qualcuno che si è caricato di questa colpa o è diventato così come ora è.

     

    Intenzione di preghiera

    Preghiamo per quelli che oggi incontreremo, affinché doniamo loro un riflesso della grazia divina. 

     

    Grandi figure del clero Bergamasco

    don PIETRO BALZI 1926-2009

    Il Servo di Dio Padre Pedro Balzi è nato a Losanna (CH) il 21-12-1926 ed è morto a Teresina (Brasile) il 5-10-2009. Prete della Diocesi di Bergamo e membro della Comunità Missionaria del Paradiso, come fidei donum, ha dedicato gran parte del suo ministero alla missione in America Latina, Bolivia e Brasile. Apostolo della carità, adornato da esemplare spirito di povertà, ha offerto nella missione pastorale l’oblazione della sua vita “per la gloria di Dio, l’onore di Maria SS. e la salvezza delle anime”. Ha cercato in ogni circostanza la Volontà di Dio, affidando alla Divina Provvidenza la grande opera evangelizzatrice da lui portata avanti con ammirabile zelo e dedizione.

    Di quel 10-5-1982 quando verso le 3 del pomeriggio arrivai a La Paz stanco per il viaggio, sconcertato dalla visione delle bidonvilles di Lima e stordito dai 4.000 metri di altitudine, ho un solo vivo ricordo: il caloroso abbraccio di don Pedro e il “finalmente” che insieme alla gioia per il mio arrivo, tradiva anche l’impazienza di un’attesa durata a suo giudizio un po’ troppo a lungo. Caricati i bagagli sulla jeep scendemmo verso la parrocchia: al “mirador” si fermò per mostrarmi non solo la conca dove è adagiata la capitale boliviana, ma soprattutto il territorio della parrocchia di Munaypata. A questo punto la seconda sorpresa: “Quella è la tua parte, il territorio affidato alle tue cure pastorali”. Fu così che –come l’aviatore con il Piccolo Principe- feci esperienza di uno dei tratti più caratteristici di P. Pedro: il sentimento dell’urgenza.

    Non perse tempo infatti, non ha mai perso tempo nella sua vita del resto. Il giorno seguente mi diede una vecchia grammatica e un vocabolario di spagnolo e decise che a partire da quel momento si sarebbe rivolto a me esclusivamente in “castellano”. Fu così che p. Pedro fece irruzione nella mia vita. Devo confessare che non è stato facile: già spaventato da una realtà ben diversa dai sogni ingenui di neo-missionario, dovevo anche fare i conti con un uomo – un prete! – che sembrava non temere nulla e considerava problemi e difficoltà col loro carico di sofferenze, il normale prezzo da pagare per stare al mondo. Ogni sfida vinta era per lui trampolino di lancio verso nuove sfide, ogni sconfitta un’esperienza di cui fare tesoro. “E il tempo della vita è troppo breve –diceva- per sprecarlo in stupidaggini”. Faceva venire in mente gli antichi conquistadores che sognavano l’Eldorado e non si fermavano di fronte a nulla pur di trovarlo.

    Il suo eldorado lui l’aveva già trovato: era la sua fede, solida come roccia. Ma aveva altri tesori da cercare: i poveri, non quelli trasfigurati dall’ideologia, ma quelli veri, col loro carico di miserie materiali e morali. Giovane prete del “Paradiso” li aveva da subito trovati e serviti nel Polesine poverissimo del primo dopoguerra. Aperta la missione boliviana chiese di partire e fu accontentato: vi rimase 23 anni. Il quartiere dal nome bellissimo (Munaypata significa letteralmente collina dell’amore) presentava una realtà tragica di miseria e di emarginazione: lui che non aveva solo il cuore grande, capace di accogliere le altrui sofferenze, ma pensava anche in grande, concepì e realizzò l’Ospedale Giovanni XXIII con annessa scuola di infermeria che in poco tempo raggiunse risultati così alti da obbligare il Ministerio de Salud a intervenire ad…abbassarne il livello per non screditare le alunne statali. Era l’inizio di un’attività instancabile che si traduceva sempre in opere e realizzazioni concrete: a don Passio Ferrari che costruiva una scuola per ragazzi dalle elementari alle superiori (2000 alunni), rispose con un kindergarten (giardino d’infanzia) per 500 bimbi.

    Non si tirava indietro di fronte a nessun impegno e accettava ogni sfida come un dovere: quando un amico missionario gli affidò le sue dodici comunità campesine (5000 abitanti), non esitò a farsene carico includendole nella giurisdizione parrocchiale. L’attività incessante, frenetica persino non gli impedì il contatto con la gente che lo ha sempre amato. È che questo tosto bergamasco di nascita svizzera, dietro la scorza di uomo tutto d’un pezzo, nascondeva una tenerezza rara che i poveri coglievano al volo e agiva come chi è convinto che la vita, le doti e i beni materiali e spirituali sono doni di Dio e perciò non ci appartengono, ma vanno donati al prossimo bisognoso che di volta in volta Dio ti mette sulla strada.

    Ricordo la lavata di capo che mi diede quella volta che per il pranzo, stanco della solita acqua, mi ero permesso di comprare una (una sola) bottiglia di birra. Gli passarono fra le mani i miliardi e non gli rimase attaccato nulla, viveva infatti come uno che si fosse dimenticato di sé: è che P. Pedro si era totalmente identificato con la sua missione con la coscienza di chi, avendo ricevuto l’incarico da Dio, non poteva più tirarsi indietro. Noi giovani preti storcevamo il naso di fronte a quel modo di far pastorale e giudicavamo esagerate tutte quelle costruzioni che sembravano in contraddizione con la povera società in cui operavamo; credo che Pedro abbia sofferto per questo, ma il tempo gli ha dato ampiamente ragione.

    Lui è andato avanti per la sua strada a fare la sola cosa di cui era capace: donarsi completamente, senza tenere nulla per sé. Nel 1986 d’improvviso, senza dir nulla, senza avvisare nessuno lasciò la Bolivia, non i poveri né la missione che ha svolto instancabilmente fino alla morte in quel Brasile che ora lo accoglie e lo onora e dove il suo corpo finalmente riposa e che ora chiede alla chiesa di iscriverlo fra i beati.  

    Don Davide Rota.

       

    Il Vescovo di Teresina (Piauì – Brasile) Jacinto Brito dopo il nulla osta dalla Congregazione per le Cause dei Santi, nel 2020 ha dato avvio alla causa di beatificazione di P. Pedro. Il suo successore Juarez Sousa da Silva (foto) porterà avanti la causa fino alla beatificazione che le diocesi di Teresina e Bergamo attendono come dono di Dio.

     

    PREGHIERA

    Per la devozione privata.

    Padre misericordioso, che hai infuso nel cuore di don Pietro Balzi, parroco zelante, una carità profonda e creativa nella cura dei più bisognosi, fa’ che ne seguiamo l’esempio nella strada missionaria della Chiesa, compiendo ogni giorno la tua Volontà e offrendoci con gioia per la pace e salvezza di tutti. Concedici, per intercessione del Servo di Dio Pietro Balzi, la grazia che ora imploriamo: (…) nella speranza che siano riconosciute le sue virtù e sia presto annoverato nel numero dei tuoi santi. Amen.

    Madonna della Pace, prega per noi!  PATER – AVE – GLORIA

    Imprimatur + Jacinto Brito

    Arcivescovo di Teresina (Brasile)

     

    P. Igor Torres Almeida è l’incaricato diocesano della causa di P. Pedro: è stato chierichetto di P. Pedro e si è fatto prete grazie al suo esempio e ai suoi consigli. P. Igor è grande amico del P.S.V. e conosce bene la bergamasca dove è stato più volte. A lui il nostro abbraccio e il grazie

     

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