Domenica 26 maggio 2024

     

    VIII settimana T. Ordinario

    Festa della SS. Trinità

     

    Aforisma

    Sia benedetto Dio Padre e l’unigenito Figlio di Dio e lo Spirito Santo: grande è il suo amore per noi.

     

    Preghiera Colletta

    O Dio Padre, che hai mandato nel mondo il tuo Figlio, Parola di verità, e lo Spirito santificatore per rivelare agli uomini il mistero ineffabile della tua vita, fa’ che nella confessione della vera fede riconosciamo la gloria della Trinità e adoriamo l’unico Dio in tre persone. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

     

    Parola di Dio domenica della SS. Trinità

    Deuteronomio 4,32-34.39-40; Salmo 32; Romani 8,14-17; Matteo 28,16-20

    In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra.

    Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

     

    Riflessione commento di Benedetto XVI

    Quest’oggi contempliamo la Santissima Trinità così come ce l’ha fatta conoscere Gesù. Egli ci ha rivelato che Dio è amore “non nell’unità di una sola persona, ma nella Trinità di una sola sostanza” (Prefazio): è Creatore e Padre misericordioso; è Figlio Unigenito, eterna Sapienza incarnata, morto e risorto per noi; è Spirito Santo che tutto muove, cosmo e storia, verso la piena ricapitolazione finale. Tre Persone che sono un solo Dio perché il Padre è amore, il Figlio è amore, lo Spirito è amore. Dio è tutto e solo amore, amore purissimo, infinito ed eterno. Non vive in una splendida solitudine, ma è fonte inesauribile di vita che incessantemente si dona e si comunica.

    Lo possiamo in qualche misura intuire osservando sia il macro-universo: la nostra terra, i pianeti, le stelle, le galassie; sia il micro-universo: le cellule, gli atomi, le particelle elementari. In tutto ciò che esiste è in un certo senso impresso il “nome” della Trinità, perché tutto l’essere, fino alle ultime particelle, è essere in relazione, e così traspare il Dio-relazione, traspare ultimamente l’Amore creatore.

    Tutto proviene dall’amore, tende all’amore, e si muove spinto dall’amore, naturalmente con gradi diversi di consapevolezza e di libertà. “O Signore, Signore nostro, / quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!” (Sal 8,2) – esclama il salmista. Parlando del “nome” la Bibbia indica Dio stesso, la sua identità più vera; identità che risplende su tutto il creato, dove ogni essere, per il fatto stesso di esserci e per il “tessuto” di cui è fatto, fa riferimento a un Principio trascendente, alla Vita eterna ed infinita che si dona, in una parola: all’Amore. “In lui –disse Paolo nell’Areòpago– viviamo, ci muoviamo ed esistiamo” (At 17,28).

    La prova più forte che siamo fatti ad immagine della Trinità è questa: solo l’amore ci rende felici, perché viviamo in relazione per amare e viviamo per essere amati. Usando un’analogia suggerita dalla biologia, diremmo che l’essere umano porta nel proprio “genoma” la traccia profonda della Trinità, di Dio-Amore».

     

    Intenzione di preghiera

    Preghiamo per la Chiesa affinché sappia parlare a tutti, in particolare ai giovani, perché possano incontrare nella SS. Trinità la fonte della vera gioia.

     

    Don’t Forget! Avvenne il 26 maggio…

    1432 – Caravaggio: apparizione di S. Maria del Fonte a Giannetta

    1805 – Napoleone Bonaparte, a Milano, viene incoronato re d’Italia.

    1831 – Viene giustiziato a Modena il patriota italiano Ciro Menotti

    1940 – Le forze alleate in Francia iniziano una gigantesca ritirata da Dunkerque.

    1986 – La Comunità europea adotta la bandiera europea

     

    Santo del giorno

    S. Filippo Neri

    Figlio di un notaio fiorentino, ricevette una buona istruzione e poi fece pratica dell’attività di suo padre; ma a 18 anni abbandonò gli affari e andò a Roma. Là visse come laico per 17 anni: a quel tempo la città era in uno stato di grande corruzione, e nel 1538 Filippo cominciò a lavorare fra i giovani della città e fondò una confraternita di laici che si incontravano per adorare Dio e aiutare i pellegrini e i malati.

    Filippo passava molto tempo in preghiera, specialmente di notte e nel 1551 fu ordinato prete e andò a vivere nel convitto di S. Girolamo, dove si fece un nome come confessore; gli fu attribuito il dono di saper leggere nei cuori. Assistito da altri giovani chierici e nel 1575 li aveva organizzati nella Congregazione dell’Oratorio; per la sua società costruì la Chiesa Nuova, a S. Maria “in Vallicella”. Diventò famoso e la sua influenza sui romani del tempo fu incalcolabile.

     

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