domenica 31 dicembre ’17

    Tempo di Natale

     

     

     

    Festa della S. Famiglia

    Di Gesù, Giuseppe e Maria

    Concludiamo pregando per la Pace

    31 dicembre 2017: la diocesi di Bergamo accoglie la Marcia della Pace nazionale, promossa dalla Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace; da Pax Christi Italia, da Caritas Italiana e dall’Azione Cattolica Italiana.

    Quest’anno ricorre il 50° anniversario di questa marcia di fine anno, la cui prima edizione fu fatta proprio nella diocesi di Bergamo, a Sotto il Monte, paese natale del S. Giovanni XXIII. Ricorreva a quel tempo il quinto anniversario dell’Enciclica “Pacem in terris”, promulgata l’11 aprile 1962.

     

    RINGRAZIAMO DIO: TE DEUM

    Te Deum laudámus: * te Dóminum confitémur. Te ætérnum Patrem, * omnis terra venerátur. Tibi omnes ángeli, * tibi cæli et univérsæ potestátes: tibi chérubim et séraphim * incessábili voce proclamant: Sanctus, * Sanctus, * Sanctus * Dóminus Deus Sábaoth. Pleni sunt cæli et terra * maiestátis glóriæ tuae.  Te gloriósus * Apostolórum chorus, te prophetárum * laudábilis númerus, te mártyrum candidátus * laudat exércitus.  Te per orbem terrárum * sancta confitétur Ecclésia, Patrem * imménsæ maiestátis; venerándum tuum verum * et únicum Fílium; Sanctum quoque * Paráclitum Spíritum. Tu rex glóriæ, * Christe. Tu Patris * sempitérnus es Filius.  Tu, ad liberándum susceptúrus hóminem, * non horruísti Virginis úterum. Tu, devícto mortis acúleo, * aperuísti credéntibus regna cælórum. Tu ad déxteram Dei sedes, * in glória Patris. Iudex créderis * esse ventúrus. Te ergo, quæsumus, tuis fámulis súbveni, * quos pretióso sánguine redemísti. ætérna fac cum sanctis tuis * in glória numerári.  Salvum fac pópulum tuum, Dómine, * et bénedic hereditáti tuæ. Et rege eos, * et extólle illos usque in ætérnum. Per síngulos dies * benedícimus te; et laudámus nomen tuum in sæculum, * et in sæculum sæculi. Dignáre, Dómine, die isto * sine peccáto nos custodíre. Miserére nostri, Dómine, * miserére nostri. Fiat misericórdia tua, Dómine, super nos, * quemádmodum sperávimus in te. In te, Dómine, sperávi: * non confúndar in ætérnum.

     

    Noi ti lodiamo, Dio * ti proclamiamo Signore. O eterno Padre, * tutta la terra ti adora. A te cantano gli angeli * e tutte le potenze dei cieli: Santo, Santo, Santo * il Signore Dio dell’universo. I cieli e la terra * sono pieni della tua gloria. Ti acclama il coro degli apostoli * e la candida schiera dei martiri; le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; * la santa Chiesa proclama la tua gloria, adora il tuo unico figlio, * e lo Spirito Santo Paraclito. O Cristo, re della gloria, * eterno Figlio del Padre, tu nascesti dalla Vergine Madre * per la salvezza dell’uomo. Vincitore della morte, * hai aperto ai credenti il regno dei cieli. Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. * Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi. Soccorri i tuoi figli, Signore, * che hai redento col tuo sangue prezioso. Accoglici nella tua gloria * nell’assemblea dei santi. Salva il tuo popolo, Signore, * guida e proteggi i tuoi figli. Ogni giorno ti benediciamo, * lodiamo il tuo nome per sempre. Degnati, Signore, * di custodirci senza peccato. Sia sempre con noi la tua misericordia: * in te abbiamo sperato. Pietà di noi, Signore, * pietà. Tu sei la nostra speranza, * non saremo confusi in eterno.

     

    Santo del giorno SILVESTRO I

    è il 1° Papa di una Chiesa non più minacciata dalle persecuzioni. Nel 313, infatti, Costantino dà piena libertà di culto ai cristiani e a lui dona come residenza il palazzo del Laterano, affiancato più tardi dalla basilica di S. Giovanni e costruisce la prima basilica di S. Pietro. Il lungo pontificato di Silvestro (21 anni) è però lacerato dalle controversie disciplinari e teologiche. Fu il primo a ricevere il titolo di «Confessore della fede»

     

    Vangelo del giorno (Lc 2,22-40)

    Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, (Maria e Giuseppe) portarono il bambino (Gesù) a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva 84 anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazareth. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.  

     

    Riflessione Del Giorno (Riflessione di fine anno di D. Bonhoeffer)

    “Alla fine di questo anno vogliamo parlare di ogni settimana, di ogni ora che è passata. Vogliamo farlo pregando, finché non vi sarà più alcuna ora di cui non vorremo dire: “Egli ha fatto bene ogni cosa” (Mc 7,37). Proprio i giorni che sono stati difficili, che ci hanno tormentato e impaurito, che ci hanno lasciato una traccia di amarezza, oggi non li volgiamo lasciare dietro di noi prima di essere grati anche per essi e di aver confessato umilmente: “Egli ha fatto bene ogni cosa”. Non li dobbiamo dimenticare, ma superare. Questo avviene tramite la gratitudine. Non dobbiamo sciogliere l’enigma irrisolto del passato e cadere in un tormentoso rimuginare, ma lasciar stare l’incomprensibile e riconsegnarlo pacificamente nelle mani di Dio. Questo avviene tramite l’umiltà: “Egli ha fatto bene ogni cosa”. Ma rimane ancora il pungiglione più temibile: ‘La mia colpa, la mia colpa!’. Il frutto maligno del mio peccato che continua a produrre incessantemente i suoi effetti. Come posso mettervi fine? E certo non sei un cristiano, ma ti indurisci soltanto nel tuo peccato, se non sei in grado di dire, anche della tua colpa: ‘EGLI ha fatto bene ogni cosa!’. E questo non significa che noi abbiamo fatto bene ogni cosa. Questa è l’ultima e più sorprendente conoscenza del cristiano, che egli può dire anche del suo peccato: “Egli ha fatto bene ogni cosa”.

     

    Intenzione del giorno

    Ringraziamo il buon Dio per il 2017 e chiediamo la sua benedizione per il nuovo anno 2018.

     

    Don’t Forget!  Buon 2018 a tutti!

    Ci benedica il Signore e ci custodisca. Il Signore faccia risplendere per noi il suo volto e ci faccia grazia. Il Signore rivolga a noi il suo volto e ci conceda pace.

     

     

    Condividi questa!

    Informazioni sull'autore

    Potrebbe piacerti anche

    Nessun commento

    È possibile postare il commento di prima risposta.

    Lascia un commento

    Please enter your name. Please enter an valid email address. Please enter a message.

    WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com