“Stasera ci si trova insieme per la consegna dei diplomi”. Sono le 20,30 di un lunedì qualunque solo in apparenza: poco a poco la sala si riempie di decine di persone, tutti o quasi bergamaschi. Il tono informale della serata nulla toglie all’attesa e alla solennità del momento: cinque dei presenti celebrano infatti il primo anno di astinenza dalle slot machine e di uscita dall’inferno in cui li aveva trascinati la dipendenza dal gioco. “Ce l’ho fatta! Non mi sembra neanche vero…ringrazio la mia famiglia che non si è stancata di me, il gruppo che mi è stato vicino, chi mi ha donato la fiducia che io avevo smarrita…”. Si racconta la fatica di un riscatto doloroso, da ricominciare ogni giorno come se fosse il primo, davanti a familiari che si commuovono e ad amici che applaudono. A ognuno è consegnato l’attestato della rinascita: una pergamena ricamata con amore dalle Suore di Clausura che hanno stretto con il gruppo di auto-mutuo-aiuto un patto di solidarietà e di preghiera. Perché dagli inferni della vita si può uscire se si è disposti ad attraversare la porta angusta dell’ umiltà, a percorrere la via diritta della tenacia e ripida della pazienza e ad accettare la vicinanza di chi ci ama, l’esempio di chi vuole il nostro bene e l’efficacia misteriosa di chi prega per noi.

     

    – don Davide –

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