giovedì 13 maggio ’21

     

    Sesta Settimana di Pasqua

     

    Proverbio del giorno (Sardegna)

    Chi non sa far nulla, non è necessario che si alzi presto.

     

    Preghiera del giorno (B. Elisabetta della Trinità)

    Mio Dio, Trinità che adoro, aiutatemi a dimenticarmi interamente, per fissarmi in voi, immobile e quieta come se la mia anima fosse già nell’eternità; che nulla possa turbare la mia pace o farmi uscire da voi, mio immutabile Bene, ma che ogni istante mi porti più addentro nella profondità del vostro mistero.

    Pacificate la mia anima, fatene il vostro cielo, la vostra dimora preferita e il luogo del riposo; che io non vi lasci mai solo, ma sia là tutta quanta, tutta desta nella mia fede, tutta in adorazione, tutta abbandonata alla vostra azione creatrice. Amen.

     

    Santo del giorno

    V. MARIA DI FATIMA: Il 13 maggio si celebrano le apparizioni della Madonna a Fatima, in Portogallo nel 1917.

    A tre pastorelli, Lucia de Jesùs, Francesco e Giacinta Marto, apparve per sei volte la Madonna che lasciò un messaggio per tutta l’umanità, centrato sulla penitenza e la devozione al suo Cuore Immacolato.

    Il 13-10-1930 il vescovo di Leiria dichiarò degne di fede le visioni dei tre bambini, autorizzando il culto alla B.V. Maria di Fatima.

    Sul luogo delle apparizioni è sorto un grande santuario, che comprende la Basilica di N. Signora del Rosario, dove sono venerati i resti mortali dei tre veggenti.

     

    Parola di Dio del giorno – Giovanni 16,16-20

    Disse Gesù ai discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete».

    Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al Padre”?».

    Dicevano perciò: «Che cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire».

    Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia».

     

    Riflessione del giorno – Gilbert Keith Chesterton

    Ogni bambino è di per sé simbolo e sacramento della libertà personale.

    E’ un nuovo libero arbitrio che si aggiunge ai liberi arbitri del mondo.

    E’ qualcosa che i suoi genitori hanno scelto liberamente di procreare e che liberamente concordano di proteggere.

    Essi sanno che le gioie che egli dà loro (e sono spesso grandi gioie) vengono solo da lui e da loro stessi, e da nessun altro.

    E’ nato senza l’intervento di padroni o signori.

    E’ una creazione e un contributo, il loro contributo alla creazione.

    E’ una cosa ben più bella, emozionante, piacevole e stupefacente di tutte le risapute trame o monotoni ritmi jazzistici propinatici dalle macchine.

    Se gli uomini non capiscono più tutto ciò vuol dire che hanno perso la capacità di apprezzare le cose fondamentali e il senso delle proporzioni.

    Chi preferisce i piaceri meccanici a un tale miracolo è finito, è uno schiavo, preferisce le briciole della vita alle sue stesse fonti.

    Preferisce gli ultimi, falsi, meccanici, infimi, artificiali e logori rimasugli della nostra civiltà capitalista in disfacimento alla realtà, che rappresenta l’unica via di ringiovanimento per l’intera civiltà.

    Stringono con le loro mani le catene della loro antica schiavitù, mentre il bambino è pronto per il nuovo mondo.

     

    Intenzione di Preghiera del giorno

    Nei primi tre mesi di questo 2021 già 185 infortuni mortali sul lavoro: preghiamo per le vittime, i loro familiari e perché il lavoro sia fonte e garanzia di vita e di benessere. 

     

    Don’t Forget! Santi e beati della carità
    San Gerardo Tintori da Monza (1135 – 1207)

    Gerardo nacque nel 1134 (o 1135) e apparteneva a una grande famiglia benestante di Monza, i Tintori, che fecero fortuna grazie alla tintura dei “pannilana”, attività diffusa a Modoetia come si chiamava Monza a quei tempi.

    Quando l’imperatore Federico il Barbarossa venne in Italia portando con sé guerra e distruzione, la cosa colpì e segnò il giovane Gerardo, proprio come succederà a Francesco d’Assisi e determinò le scelte della sua vita.

    All’epoca sua, gli ospedali che sorgono in Europa sono in gran parte opera di religiosi.

    Ritratto di S. Gerardo

    Facciata dell’ospedale dedicato a S. Gerardo

    Ma quello di Monza nel 1174 lo fece nascere lui, Gerardo dei Tintori che “investì” nei malati tutta la fortuna ereditata dal padre.

    Pose l’opera sotto il controllo del Comune e dei canonici della basilica di S. Giovanni Battista, e riservò a sé i compiti di fatica: portare a spalle i malati raccolti in giro, lavarli, nutrirli, servirli.

    Si unirono a lui dei volontari e Gerardo li organizzò come gruppo di laici, legato però da una precisa disciplina di vita in comune, con l’impegno del celibato.

    Colpiti da questa dedizione totale, i monzesi lo dissero santo già da vivo. Si racconta che avesse bloccato una piena del fiume Lambro, salvando l’ospedale dall’inondazione e che riempisse prodigiosamente le dispense di viveri e la cantina di vino.

    Si attribuirono a lui anche prodigi “piccoli” di mitezza, intrisi di poesia: così in un’occasione Gerardo chiese ai sacrestani di lasciarlo pregare nella basilica per tutta la notte, promettendo a ciascuno un cestino di ciliegie.

    E l’indomani, infatti, ecco ciliegie per tutti, appena maturate: e il fatto accadde a dicembre.

    Alla sua morte cominciarono i pellegrinaggi alla sua tomba: correvano infatti voci di altri miracoli e il suo culto si estenderà spontaneamente in Lombardia.

    L’iniziativa ecclesiastica arriverà dopo e sarà S. Carlo Borromeo arcivescovo di Milano, ad avviare il processo canonico, ottenendo nel 1583 da Gregorio XIII la conferma del culto.

    S. Gerardo è uno dei patroni di Monza, e i suoi concittadini lo hanno chiamato “padre della patria”. «Fratello, non essere di poca fede. Dice il Vangelo: chi per amor di Dio darà uno, il centuplo riceverà.

    Cristo non abbandona coloro che fanno il bene e sperano in lui. Va dunque e distribuisci tutto ciò che puoi ai poveri di Cristo.» (S. Gerardo dei Tintori, citato da Bonincontro Morigia)

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