Giovedì 16 novembre 2023

     

    XXXII Settimana T. Ordinario

     

    Accadde il 16 – 11 – …

    1532 – Francisco Pizarro e i suoi soldati catturano con l’inganno l’Inca Atahualpa e lo imprigionano.

    1940 – Nella Polonia occupata i nazisti isolano il Ghetto di Varsavia dal mondo esterno con un muro che lo circonda completamente

    1988 – Nelle prime elezioni libere in più di un decennio, i Pakistani scelgono Benazir Bhutto come primo ministro

    1996 – Madre Teresa di Calcutta riceve la cittadinanza onoraria degli USA

    2004 – Un Boeing X-43 della NASA stabilisce il nuovo record di velocità per un aereo: 11.200 km/h.

     

    Aforisma di Fedro

    “Nel tempo in cui leggi egualitarie facevano prosperare Atene, la libertà sfrenata sconvolse lo stato e l’anarchia sciolse i freni di un tempo.”

     

    Preghiera di S. Gertrude di Helfta

    O Fonte delle Luci eterne, Trinità Santa che sei Dio. Padre Santo, accoglimi nella tua clementissima paternità. Gesù amatissimo, accoglimi nella tua fraternità, Spirito Santo, Dio Amore, accoglimi nella tua benevola misericordia e carità. O Amore che unisce, Dio del mio cuore. Quando mi assorbirà quel dolcissimo raggio, per essere con Te un solo amore e un solo spirito? Amen.

     

    Santo del giorno

    S. Gertrude di Helfta

    Nata nel 1256 a Eisleben (Germania) a 5 anni è affidata alle monache di Helfta e con loro trascorse il resto della vita. Educata nella scuola dell’abbazia, rivelò un’intelligenza fuori dal comune. A 26 anni ebbe una visione nella quale si trovò di fronte a una siepe di spine.

    Dei suoi progressi nella vita dello spirito, siamo informati dalla sua opera, ‘Rivelazioni’ in 5 libri. Solo il secondo, il ‘Legatus’, un inno alla misericordia di Dio, è scritto di suo pugno. Gli altri furono scritti dopo la sua morte da una suora, a partire da suoi appunti e racconti. La sua dottrina è cristocentrica. La misericordia del Salvatore la trasporta nella sua divinità al punto che, come Maria, ella si sente sposa e madre di Gesù.

    Vivendo alla presenza di Dio, vede sempre Gesù, il Salvatore con il cuore squarciato e vive nella disponibilità a patire ciò che ancora manca alla passione di Cristo. Lei, una delle più grandi mistiche cristiane morì nel 1301 o 1302.

     

    Parola di Dio del giorno Lc 17,20-25

    In quel tempo, i farisei domandarono a Gesù: «Quando verrà il regno di Dio?». Egli rispose loro: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: “Eccolo qui”, oppure: “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!». Disse poi ai discepoli: «Verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete.

    Vi diranno: “Eccolo là”, oppure: “Eccolo qui”; non andateci, non seguiteli. Perché come la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga rifiutato da questa generazione».

     

    Riflessione del giorno

    Madeleine Delbrêl –  aavv, la solitudine, ave (Roma 1966)

    Il primo passo verso la solitudine è una partenza. Il vero deserto lo si raggiunge, nel duplice senso del termine, prendendo il treno, la nave o l’aereo. Noi non sappiamo distinguere le numerose piccole partenze che si susseguono in una giornata perché non arriviamo mai alle solitudini che sono nostre, alle solitudini che ci sono state preparate.

    Per il solo fatto che uno stato di solitudine non è separato da noi che dallo spessore di una porta o dal periodo di un quarto d’ora, non gli riconosciamo il suo valore di eternità, non lo prendiamo sul serio, non lo affrontiamo come un complesso unitario, adatto alle rivelazioni essenziali. Poiché il nostro cuore non sa attendere, i pozzi di solitudine di cui sono disseminate le nostre giornate ci rifiutano l’acqua vitale di cui traboccano.

    Noi abbiamo la superstizione del tempo. Se “il nostro amore richiede tempo”, l’amore di Dio si fa gioco delle ore, e un’anima disponibile può essere sconvolta da Lui in un istante. “Ti condurrò nella solitudine e parlerò al tuo cuore”. Se le nostre solitudini sono per noi dei cattivi conduttori della Parola, è perché il nostro cuore è assente.

     

    Intenzione di preghiera

    Preghiamo per la buona riuscita dell’assemblea generale ordinaria del sinodo dei vescovi “Per una Chiesa Sinodale: comunione, partecipazione e missione”.

     

    Don’t Forget! Santi della Carità

    Santa Filippina Rosa Duchesne

    Vergine e Fondatrice

    1769-1852

    Filippina Rosa Duchesne nasce a Grenoble il 29-8-1769. Eredita da papà un carattere forte con tratti di ostinazione, impetuosità e testardaggine; da mamma assorbe l’inclinazione alla preghiera e alle opere di carità. Studia dalle Visitandine di S. Maried’en-Haut, a Grenoble, e poi ritorna in famiglia. A 18 anni il monastero la riaccoglie come novizia, ma la Rivoluzione sopprime conventi e monasteri. Si dedica allora a soccorrere i poveri che il cataclisma politico ha moltiplicato; va nelle prigioni a trovare detenuti politici e condannati a morte; s’impegna nell’assistenza, impara a convivere con la povertà e la paura di tanti.

    Nel 1801 il concordato tra Francia e S. Sede mette fine alla persecuzione, le comunità religiose riacquistano la libertà, e subito lei pensa di far rinascere il monastero di Sainte-Marie-d’en-Haut. Riunisce un gruppetto di religiose, apre la scuola…tanta volontà, ma risultati scarsi. Allora entra nella società del S. Cuore, creata nel 1800 da Maddalena Sofia Barat. Si rifà novizia, pronuncia i voti e pensa all’America del Nord. Solo dopo dodici anni nel 1818 si imbarca con 4 suore: viaggia fino alla Louisiana, dove il vescovo cerca aiuto per l’assistenza religiosa ai bianchi, in buona parte di origine francese.

    Lei e le consorelle vivono in una capanna di tronchi, trovano fatica fisica e povertà. Aprono una scuola gratuita nel 1820, ma otto anni dopo le case con scuola sono sei, in Louisiana e Missouri. Lei lascia la responsabilità di superiora: le fatiche l’hanno resa invalida, ma c’è un nuovo campo di lavoro da aprire: l’evangelizzazione e istruzione degli indiani Potawatomi. Nasce per loro la prima scuola a Sugar Creek, nel Kansas: si muove a fatica, ma in Kansas ci vuole andare.

    Glielo chiede un padre gesuita che insiste: «La sua presenza attirerà ogni grazia dal cielo sui nostri lavori». Si fa portare nel villaggio indiano, dove i Potawatomi la chiamano “Filippina, la donna che prega”. Dal Kansas fa ritorno a Saint Charles, nel Missouri, dove muore a 83 anni. Beatificata da Pio XI nel 1929, madre Filippina è stata proclamata santa da Giovanni Paolo II nel 1988.

     

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