RESPONSABILITÀ – Le 12 parole del percorso educativo

     

    8.a parola “RESPONSABILITÀ’”

     

    Responsabilità deriva dal verbo rispondere il quale racchiude la parola latina “spondere” che significa promettere e impegnarsi: essere responsabili significa perciò anzitutto:

    1) impegnarsi a rispondere a qualcuno (o a sé stessi) delle proprie azioni e delle conseguenze che ne derivano. Responsabile è colui che sa rispondere delle proprie azioni e intenzioni e lo fa davanti alla propria coscienza, a Dio e al prossimo. In questo caso responsabilità = coerenza. Ma non è tutto.

    2) Le prime parole del primo uomo /donna nella Bibbia denunciano grave mancanza di responsabilità: Adamo incolpa della sua trasgressione Eva e la donna incolpa il serpente. Caino a Dio che gli chiede dove sia Abele risponde: “Sono forse il custode di mio fratello?”. Nessuno di loro si assume la responsabilità non solo dei suoi atti, ma neppure delle persone care. Noi invece siamo responsabili anche degli altri, non solo di noi stessi Che significa? Finché si è piccoli, c’è chi si fa carico, è responsabile di noi: i genitori, la famiglia, la scuola, la Chiesa, lo Stato ecc. Ma crescendo ci si accorge che poco a poco tocca a noi di assumerci la responsabilità cioè di farci carico del coniuge, figlio, genitore anziano, amico o parente bisognoso che sia.

    Nella parabola di Luca 10,25-37 Gesù chiarisce bene cosa sia l’agire responsabile quando, dopo aver detto che si deve “amare il prossimo come se stessi” al suo interlocutore che gli chiede: “Chi è il mio prossimo?” risponde con l’esempio del Samaritano che soccorre l’ebreo (cioè il suo nemico) aggredito dai briganti che giace ferito sulla strada, si prende cura di lui.

    Responsabilità è infatti prendersi cura dell’altro, avere a cuore che possa realizzarsi senza rinunciare a ciò che è, possa realizzare la sua identità di uomo o donna; è accoglierlo nella sua diversità. Il primo a dimostrarsi responsabile nei nostri confronti è Dio che ci ha creati e provvede (la Provvidenza è la manifestazione della sua responsabilità verso di noi) donandoci ciò che è necessario alla nostra vita e al nostro bene. La risposta all’amore responsabile di Dio, è un amore altrettanto responsabile nei confronti dell’altro che incontro e nella cui alterità risuona l’assoluto di Dio.

    Il grande educatore don Lorenzo Milani riassumeva tutto ciò con due parole inglesi: “I care!” il motto della scuola di Barbiana, contrapposto al motto fascista “Me ne frego”.  “I care” significa “per te io ci sono, sono al tuo fianco e puoi contare su di me” che sono le parole della persona responsabile.

    Don Bepo Vavassori poi raccomandava: “Sappiamo di non aver esaurito il nostro compito quando abbiamo dato al nostro giovane un pane, un tetto, un mestiere, una professione, quando abbiamo donato un sorriso: potremmo aver formato un egoista, geloso della sicurezza raggiunta, attento a non perderla, a non impoverirsi nel comunicarla. Questo ci preme assai: inserire nell’animo dei nostri ragazzi la carità. Non debbono solo ricevere, ma debbono anche saper donare”. Sono le parole giuste per delineare un programma educativo adatto a quei genitori, maestri ecc che vogliano formare persone responsabili.

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