giovedì 26 maggio ’16

    VIII Settimana del Tempo Pasquale

     

     

    Iniziamo la Giornata Pregando (Preghiera di ringraziamento)

    O Dio fonte di ogni bene, principio del nostro essere e del nostro agire, ricevi il nostro umile ringraziamento per i tuoi benefici, e fa’ che al dono della tua benedizione corrisponda l’impegno generoso della nostra vita a servizio della tua gloria. Per Cristo nostro Signore. Amen.

     

    S. FILIPPO NERI

    Figlio di un notaio fiorentino, ricevette buona istruzione e fece pratica dell’attività di suo padre; ma a 18 anni abbandonò gli affari e andò a Roma. Là si guadagnò da vivere facendo il precettore, scrisse poesie e studiò filosofia e teologia: nel 1538 Filippo cominciò a lavorare fra i giovani e fondò una confraternita di laici che si incontravano per adorare Dio, dare aiuto ai pellegrini e ai convalescenti e che diedero vita al grande ospizio della Trinità. Nel 1551 Filippo fu ordinato prete e si fece un nome come confessore; gli fu attribuito il dono di saper leggere nei cuori. Ma l’occupazione principale era il lavoro tra i giovani. Filippo era assistito da altri giovani chierici, e nel 1575 li aveva organizzati nella Congregazione dell’Oratorio; per la quale costruì la Chiesa Nuova, a S. Maria “in Vallicella”. La sua influenza sui romani del tempo fu incalcolabile.

     

    La Parola di Dio del giorno (Marco 10,46-52)

    Mentre Gesù partiva da Gerico insieme ai discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Costui, al sentire che c’era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Molti lo sgridavano per farlo tacere, ma egli gridava più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Allora Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». E chiamarono il cieco dicendogli: «Coraggio! Alzati, ti chiama!». Egli, gettato via il mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Allora Gesù gli disse: «Che vuoi che io ti faccia?». E il cieco a lui: «Rabbunì, che io riabbia la vista!».  E Gesù gli disse: «Và, la tua fede ti ha salvato». E subito riacquistò la vista e prese a seguirlo per la strada.

    Riflessione Per Il Giorno (Anna Bono: 4-4-‘16)

    «Ai primi allarmi lanciati da Medici senza frontiere riguardo all’epidemia di ebola, l’Oms per mesi negò la gravità della crisi e rifiutò di definire quella in atto una epidemia. Tutto il contrario di quello che hanno fatto le multinazionali, di solito accusate di sfruttare risorse e personale nei Paesi poveri, che in questo caso hanno riempito il vuoto lasciato da governi incuranti. Firestone da cui dipende il 60% delle esportazioni di gomma della Liberia, ha allestito centri medici di isolamento, trasformato i furgoni in ambulanze e creato cordoni di sicurezza per controllare ingressi e movimenti di persone al fine di proteggere dal contagio i suoi 8.500 lavoratori e 71.500 dipendenti. ArcelorMittal, colosso dell’acciaio, ha fatto altrettanto e ha organizzato corsi per informare i dipendenti sulla malattia, ha delimitato zone cuscinetto attorno alle proprietà e ha creato dei presidi medici dotati di personale qualificato. Il risultato è che su 25.000 persone, tra dipendenti e familiari, in un’area di quasi 1.300 chilometri quadrati, si è registrato un solo decesso».

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per le popolazioni vittime delle epidemie e delle pandemie

     

    Don’t forget! …Ricorda! – 127° QUADRO DE: “1.000 QUADRI PIÙ BELLI DEL MONDO”

    Cattura

    TIZIANO VECELLIO: L’ASSUNTA. 1516-18 olio su tavola – 690×360 cm. S. Maria Gloriosa de’ Frari – Venezia

     

    Indiscutibile e straordinario capolavoro dell’artista, fu un’opera così innovativa da lasciare attoniti i contemporanei, consacrando definitivamente Tiziano (1480-1576) nell’Olimpo dei grandi maestri del Rinascimento. L’opera, commissionata dai francescani del convento dei Frari come pala d’altare, rivela la sua capacità di rinnovare il modo di concepire l’impostazione compositiva dei dipinti. Il tema dell’Assunta, è risolto da Tiziano in maniera innovativa: scomparsi i riferimenti alla morte (il sepolcro), tutto si concentra sul moto ascensionale di Maria, la sfolgorante apparizione divina e lo sconcerto creato dal quadro. In 3 registri sovrapposti (Apostoli in basso, Maria sulle nubi in centro; Dio Padre tra angeli in alto) sono collegati da continui rimandi di gesti sguardi e linee, evitando schematismi geometrici.

    L’apostolo in rosso, di spalle in primo piano, protende le braccia verso Maria, in una doppia dia-gonale rafforzata dai 2 angioletti in parallelo: i gesti di Maria (mezzo), dell’apostolo (basso) e del Padre Eterno (alto) si corrispondono alla perfe- zione, come la striscia rossa creata dal vestito del discepolo, da quello di Maria e dal manto di Dio. Si ha così una sorta di moto ascendente a serpentina d’eccezionale dinamismo. La struttura può essere letta anche come piramide, schema prediletto dai pittori del Rinascimento, con alla base i due apostoli vestiti di rosso e al vertice la testa di Maria. Inoltre, la centina dell’opera è proseguita idealmente dalla curva semicircolare formata dalle nubi che sorreggono la Vergine: si forma così una sorta di circolo ideale che separa il mondo terreno degli Apostoli da quello divino della Vergine e Dio. La scena è caratterizzata da un vivo senso del corpo: non c’è nulla di diafano o di etereo nei personaggi che hanno tutti – e in primis la Santa Vergine-una fisicità spiccata: infatti la festa della Assunzione di Maria riguarda non tanto lo spirito, ma la carne che Dio ha creato, il Figlio ha redento e lo Spirito ha santificato e che di conseguenza è sottratta alla corruzione della morte per far parte della gloria divina.

    Si noti infine come Tiziano abbia eliminato qualsiasi elemento architettonico dalla scena costruendo l’immagine solo con le figure e i passaggi di luci ed ombre. Ne risulta un quadro di straordinaria potenza e bellezza, che con la sua complessa composizione di luci, colori, figure e scorci, sembra già preludere un clima barocco, anche se bisognerà attendere diversi decenni per vedere qualcosa di analogamente spettacolare. Insomma siamo di fronte a una delle opere maestre della storia dell’arte mondiale.

    gingol

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