venerdì 27 maggio ’16

    VIII Settimana del Tempo Pasquale

     

     

    Iniziamo la Giornata Pregando

    Dio, accogli il nostro canto, all’inizio del giorno e quando scende la sera. Donaci la grazia di vivere nella lode a Te e nel servizio dei fratelli e, quando sopraggiunge la sera, dona alle stanche membra la gioia del riposo e nel sonno rimargina le ferite dell’anima.  Se le tenebre scendono sulla città degli uomini, non si spenga la fede nel cuore dei credenti. Amen.

     

    Agostino di Canterbury

    Abate benedettino a Roma, fu invitato da S. Gregorio Magno ad evangelizzare l’Inghilterra, ricaduta nell’idolatria sotto i Sassoni. Nel Natale dopo il suo arrivo, più di 10.000 Sassoni ricevettero il battesimo. Il Papa lo nominò arcivescovo e primate d’Inghilterra: cercò di riunire la Chiesa bretone a quella sassone senza riuscirci.

     

    La Parola di Dio del giorno Marco 11,1-26

    Gesù entrò a Gerusalemme, nel tempio. E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo ormai l’ora tarda, uscì con i Dodici diretto a Betania. La mattina seguente, mentre uscivano da Betania, ebbe fame. E avendo visto di lontano un fico che aveva delle foglie, si avvicinò per vedere se mai vi trovasse qualche cosa; ma giuntovi sotto, non trovò altro che foglie. Non era infatti quella la stagione dei fichi. E gli disse: «Nessuno possa mai più mangiare i tuoi frutti». E i discepoli l’udirono. Andarono intanto a Gerusalemme. Ed entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e comperavano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe e non permetteva che si portassero cose attraverso il tempio. Ed insegnava loro dicendo: «Non sta forse scritto: La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le genti? Voi invece ne avete fatto una spelonca di ladri!». La mattina seguente, passando, videro il fico seccato fin dalle radici. Allora Pietro, ricordatosi, gli disse: «Maestro, guarda: il fico che hai maledetto si è seccato». Gesù disse loro: «Abbiate fede in Dio! In verità vi dico: chi dicesse a questo monte: Lèvati e gettati nel mare, senza dubitare in cuor suo ma credendo che quanto dice avverrà, ciò gli sarà accordato».

     

    Riflessione Per Il Giorno (don Bruno Ferrero)

    L’insegnante chiese a suoi scolari di prima elementare di disegnare qualcosa per cui sentissero di ringraziare il Signore. Pensò quanto poco di cui essere grati avessero questi bambini provenienti da quartieri poveri e sapeva che avrebbero disegnato per lo più dolci o tavole imbandite. La maestra fu colta però di sorpresa dal disegno di Tino: una mano disegnata in maniera infantile. Ma la mano di chi? La classe rimase affascinata dall’immagine. “Secondo me è la mano di Dio che ci porta da mangiare” disse un bimbo. “Un contadino” disse un altro, “perché alleva i polli e le patatine fritte”. Mentre gli altri erano al lavoro, l’insegnante chiese a Tino di chi fosse la mano. “È la tua, maestra” mormorò il bambino. Ed ella si rammentò che tutte le sere prendeva per mano Tino, che era il più piccolo e lo accompagnava all’uscita. Lo faceva anche con altri bambini, ma per Tino voleva dire molto. Hai mai pensato al potere immenso delle tue mani?

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per i tutti i Vescovi di Bergamo defunti

     

     Cattura

    BERGAMASCHI FAMOSI: BARTOLOMEO da ASSONICA

    Domenicano esperto in utroque iure, latinista, non fu insensibile allo spirito umanistico. Di costumi irreprensibili e carattere franco e risoluto, era canonico della cattedrale di Bergamo. Presso il Papa godette di grande stima per la sua condotta come referendario apostolico e inquisitore presso la diocesi di Brescia. Disattendendo le attese del doge Loredan, nel 1503 Papa Alessandro VII assegnò a lui il vescovato di Capodistria: nel governo si mostrò prudente ed energico insieme; indisse un sinodo col quale impose la revisione e la riforma della disciplina personale ai religiosi. Per la salute malferma si ritirò a Bergamo, dove morì il 13 aprile 1529.

    gingol

     

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