Giovedì 8 febbraio 2024

     

    V Settimana Tempo ordinario

     

    Avvenne l’8 febbraio…

    1587 – Maria Stuarda viene giustiziata.

    1865 – L’abate naturalista Gregor Mendel formula la teoria dell’ereditarietà;

    1904 – I giapponesi con un attacco a sorpresa su Port Arthur danno il via alla guerra russo-giapponese.

    1949 – In Ungheria il cardinale József Mindszenty viene condannato per tradimento

     

    Aforisma di M. Teresa di Calcutta

    Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno.

     

    Preghiera

    O Dio, creatore e Padre, che hai voluto rendere l’uomo partecipe della sovrabbondanza della tua vita divina, ascolta la nostra preghiera e fa’ che le nostre famiglie e comunità siano un riflesso della tua vita trinitaria. Per il nostro Signore Gesù Cristo tuo figlio che è Dio e vive e regna con Te nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.

     

    Santo del giorno

    Gerolamo Emiliani, nato a Venezia nel 1486 – Morto a Somasca di Vercurago, Lecco, 8 febbraio 1537, è il fondatore della Società dei Servi dei poveri (Somaschi), si dedicò a malati, giovani abbandonati e al riscatto delle prostitute. Nato a Venezia da nobile famiglia, intraprese la carriera militare, ma nel 1511, in prigionia, maturò la vocazione, similmente a S. Ignazio di Loyola ferito a Pamplona.

    Consacratosi a Dio nel 1518, si prodigò in una carestia e in un’epidemia di peste a Verona, Brescia, Como e Bergamo. Qui, nel paesino di Somasca, nacque l’ordine di chierici regolari. Essi intuirono il ruolo di promozione sociale delle scuole e ne aprirono di gratuite con un metodo pedagogico innovativo.

    Il fondatore morì di peste nel 1537, mentre assisteva dei malati. Santo dal 1767, dal 1928 è patrono della gioventù abbandonata ed è uno dei grandi santi della carità.

     

    Parola di Dio Marco 7,24-30

    Gesù andò nella regione di Tiro. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto. Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia.

    Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. Ed egli le rispondeva: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». Ma lei gli replicò: «Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli».

    Allora le disse: «Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia». Tornata a casa, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato.

     

    Riflessione don Arturo Bellini commenta don Bepo

    Nel corso della vita, don Bepo Vavassori si è trovato spesso a vivere momenti dolorosi e angosciosi e ha versato lui pure come tutti noi lacrime amare. Ai suoi ragazzi don Bepo raccontava spesso episodi della vita militare e il ricordo che più lo commuoveva era quello dei giovani che aveva visto cadere accanto a sé e ricordava che tutti in quel momento supremo rivolgevano il pensiero alla loro madre.

    Tanti ne sentii dire come ultima parola: mamma».  Quel ricordo lo riportava alla realtà dei suoi ragazzi orfani del Patronato, molti dei quali avevano, come madre, solo un nome, che non rappresentava però un volto, un calore di tenerezza. Ma a tutti diceva: «Davvero, la Madre di Dio è mamma vostra: a lei dovete rivolgervi. Lei è la madre che vi vuol bene e che ha a cuore il vostro vero bene”.  Al Patronato, la Madonna resta la mamma di ciascun ragazzo. Cambiano i tempi: la sociologia degli orfani non è più quella di una volta, ma oggi c’è un’orfanezza dell’anima che si sperimenta quando si spegne in noi il senso di appartenenza a una famiglia, a un popolo, a una terra e quando Dio è messo ai margini.

    Questa condizione trova spazio nel cuore narcisista che guarda solo a sé stesso e ai propri interessi. Essa cresce quando dimentichiamo che la vita è stata un dono, che l’abbiamo ricevuta da altri, e che siamo invitati a condividerla in questa casa comune. La devozione alla Vergine è stata per don Bepo un caposaldo della sua vita spirituale e del patronato ed è stata uno strumento della sua pedagogia che mirava a risvegliare il cuore dei ragazzi l’impegno a dare sempre il meglio di sé nel bene.

     

    Intenzione di preghiera

    Preghiamo perché nel nostro mondo diminuiscano l’aggressività e l’orgoglio e aumentino il perdono, la tolleranza e la pazienza.  

     

    Don’t Forget! GRANDI PERSONAGGI E AUTENTICI CRISTIANI

    DIETRICH VON HILDEBRAND 1914 – 1977

    Nato e cresciuto a Firenze da famiglia protestante, era figlio dello scultore Adolf von Hildebrand. Dietrich si convertì al cattolicesimo nel 1914, anche per influsso di Max Scheler e fu uno strenuo oppositore di Adolf Hitler e del nazismo e infatti si rifugiò a Vienna nel 1933, dopo l’ascesa al potere del Führer. In Austria, con il sostegno del cancelliere austriaco Engelbert Dollfuss, fondò e curò un settimanale antinazista, Der Christliche Ständestaat (Lo Stato Corporativo Cristiano). Per questo, fu condannato a morte in contumacia dai nazisti.

    Quando Hitler annesse l’Austria nel 1938, Hildebrand fu ancora una volta costretto a fuggire. Trascorse 11 mesi in Svizzera a Friburgo, poi si trasferì in Francia a Fiac, vicino a Tolosa, dove insegnò all’Università Cattolica di Tolosa. Quando i nazisti nel 1940 invasero la Francia riuscì a nascondersi, fino a quando, dopo molte difficoltà e con l’eroica assistenza di molti francesi fu in grado di fuggire con la moglie, il figlio Franz e la nuora in Portogallo. Da qui viaggiarono con la nave fino in Brasile e infine a New York nel 1940.

    Qui ha insegnato filosofia presso la gesuita Fordham University di New York. Hildebrand si ritirò dall’insegnamento nel 1960 e trascorse gli ultimi anni della sua vita scrivendo e tenendo conferenze in tutto il mondo. È autore di decine di libri, sia in tedesco che in inglese. È stato il fondatore della sezione americana dell’associazione cattolica Una Voce. Von Hildebrand ebbe due mogli: Margaret Denck (morta nel 1957) e, dal 1959, Alice (nata nel 1923) anch’essa filosofa e teologa. Morì il 26 gennaio 1977 a New Rochelle, New York, dopo una lunga lotta con una malattia cardiaca.

    È stato definito da Papa Pio XII “Il Dottore della Chiesa del XX secolo”. Papa Giovanni Paolo II ha molto ammirato il lavoro di von Hildebrand, tanto da dire alla vedova del teologo, Alice von Hildebrand, “Suo marito è stato uno dei più grandi studiosi di etica del XX secolo”. Anche papa Benedetto XVI aveva una particolare ammirazione per Dietrich von Hildebrand, che conobbe di persona quand’era giovane sacerdote a Monaco di Baviera. Il grado della stima che papa Benedetto nutriva per questo teologo tedesco è espressa in una delle sue dichiarazioni: “Quando sarà scritta la storia intellettuale della Chiesa cattolica del XX secolo, il nome di Dietrich von Hildebrand sarà tra le più importanti figure del nostro tempo.”

    Condividi questa!

    Informazioni sull'autore

    Potrebbe piacerti anche

    Nessun commento

    È possibile postare il commento di prima risposta.

    Lascia un commento

    Please enter your name. Please enter an valid email address. Please enter a message.

    WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com