Una signora visibilmente in ansia mi fa: “Ho urgenza di parlare con lei su un mio problema personale: riesce a dedicarmi un po’ di tempo?”. “Senz’altro – rispondo- subito dopo la Messa”. La donna appare contrariata, ma si rassegna a prendere posto fra i banchi e ad aspettare la conclusione del rito. Alla fine la chiesa si svuota e le dico: “Sono a sua disposizione: mi dica…”. Il viso contratto di prima, ora appare disteso e lei con calma mi fa: “Aveva ragione a farmi aspettare: in questa mezz’ora ho ricevuto le risposte di cui avevo bisogno”. Non capisco a cosa alluda: in fondo era solo una normale Messa feriale con breve predica…niente di speciale insomma. Le chiedo se vuol parlarmi dei suoi problemi, ansie e i dubbi e lei cita la frase dell’omelia che l’avrebbe illuminata: non è possibile –penso- che un’ovvietà come quella possa aver prodotto tali effetti. Poi capisco: lei era venuta a cercare me, ma da anni non entrava più in chiesa ed era successo a lei ciò che a noi preti capita così spesso che non ci facciamo neanche più caso: si era accorta che a celebrare la Messa era Gesù il quale attraverso le mie banali parole le aveva dato tutte le risposte che desiderava.
– don Davide –
Nessun commento
È possibile postare il commento di prima risposta.