lunedì 20 aprile ’20

     

    nell’immagine La povertà “parcheggiata” …

    II Settimana del Tempo Pasquale

     

    Proverbio del Giorno

    «La felicità è sempre soggetta all’invidia: la sola miseria non è invidiata da nessuno».

     

    Iniziamo la Giornata Pregando (Preghiera di Pasqua)

    Gesù, Uomo della Croce, Signore della Risurrezione, noi veniamo alla tua Pasqua come pellegrini assetati di acque vive. Mostrati a noi nella gloria mite della tua Croce; mostrati a noi nel fulgore pieno della Risurrezione. Gesù, noi ti chiediamo d’insegnarci l’amore che ci fa imitatori del Padre, la sapienza che fa buona la vita, la speranza che apre all’attesa del mondo futuro. Amen.

     

    ANICETO PAPA

    Di origine sira, durante il papato accolse a Roma il vescovo di Smirne, Policarpo, per discutere circa il problema della data di Pasqua, celebrata in Occidente sempre di domenica e in Oriente il 14 Nisan, in qualunque giorno cadesse. Ma la questione restò aperta fino ad oggi.

     

    Ascoltiamo La Parola di Dio (Giovanni 3,1-8)

     Vi era tra i farisei un uomo di nome Nicodemo, uno dei capi dei Giudei. Costui andò da Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbi, sappiamo che sei venuto da Dio come maestro; nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui». Gli rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio». Gli disse Nicodemo: «Come può nascere un uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». Rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito. Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».

     

    Riflessione Per Il Giorno (Danilo Fenner)

    Papa Francesco ha detto l’8 marzo: “È strana questa preghiera dell’Angelus di oggi, con il Papa ingabbiato nella Biblioteca”. Confinato, ingabbiato: aggettivi agli antipodi della “Chiesa in uscita” annunciata fin dall’inizio del pontificato. Eppure mai come in queste settimane si è avuta la percezione di una Chiesa “libera”: l’assenza di riti e di solennità l’ha spogliata tutta, l’ha riportata all’essenza. In quell’intervista il Papa racconta di un vescovo italiano che sta girando le hall degli ospedali impartendo l’assoluzione per tutti i malati, senza poterli incontrare. Ora, il canone cattolico prevede che l’assoluzione sia permessa solo con il contatto diretto. Il vescovo lo fa presente al Papa e Francesco risponde: “Monsignore, svolga il suo dovere sacerdotale”. Di fronte alla salvezza delle anime non c’è canone che tenga. D’altronde non è vero che le Messe non ci siano più. L’Eucaristia ora si celebra nelle corsie d’ospedale, nei ricoveri, dentro le case dove si consumano drammi umani, dove ci sono solitudine e dolore. È una Chiesa “in entrata”: entra nei luoghi chiusi e li apre alla speranza. E siccome la Chiesa siamo noi, noi tutti, allora i nuovi “sacerdoti” sono quelli che si fan portatori di speranza e la incarnano nel loro impegno: medici, infermieri, volontari. Questa Pasqua povera è l’occasione perfetta per “vedere” i poveri, per accorgersi che esistono e che sono anche il vicino che ha perso il lavoro o il conoscente che dopo l’emergenza non riuscirà più a riaprire il suo negozio. Ci saranno nuovi poveri di cui la Chiesa dovrà occuparsi, d’ora in poi. Questa Pasqua ci lascia infine un’immagine pazzesca, che ha fatto commuovere il papa: la foto di un parcheggio all’aperto a Las Vegas, in cui sono stati sistemati a dormire decine di senza tetto. Ciascuno occupa un posto auto. La povertà “parcheggiata” lo scandalo della Croce abbandonata da tutti.  (Foto sopra)

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo perché i sacerdoti e i Vescovi testimonino con coraggio e generosità la loro fede.

     

    Don’t forget!

    20-04-1993: muore MONS. TONINO BELLO, di cui è stata avviata la causa di beatificazione. Nato ad Alessano,18 marzo 1935, in Salento, il più povero sud Pugliese e morto a Molfetta, 20 aprile 1993, dov’è stato vescovo per quasi 13 anni e dove al funerale c’erano 60 mila persone. Solo se avremo servito potremo parlare e saremo creduti. L’unica porta che ci introduce oggi nella casa della credibilità è la porta del servizio. Conta più un gesto di servizio che tutte le prediche e le omelie!”

     

     

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