lunedì 27 gennaio ’20

     

     

     

     

    La Frase del Giorno (Neemia 8,10)

    “Questo giorno è consacrato al Signore; non vi rattristate, perché la gioia del Signore è la vostra forza”

     

    Iniziamo la Giornata Pregando

    O Padre, tu hai mandato il Cristo, re e profeta, ad annunziare ai poveri il lieto messaggio del tuo regno, fa che la sua parola che oggi risuona nella Chiesa, ci edifichi in un corpo solo e ci renda strumento di liberazione e di salvezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo…Amen

     

    ANGELA MERICI

    fondò nel 1535 la Compagnia di S. Orsola. Le sua idea di scuole per le ragazze era rivoluzionaria per un’epoca in cui l’educazione era privilegio quasi solo maschile. Nata nel 1474 a Desenzano del Garda (Brescia) da povera famiglia contadina, entrò giovanissima tra le Terziarie francescane. Orfana a 15 anni, partì per la Terra Santa. Qui fu colpita da cecità temporanea, ma dentro di sé vide una scala che saliva in cielo con schiere di fanciulle. Capì la sua missione e tornata in patria, diede vita alla nuova congregazione. E’ morta a Brescia il 27-01-1540.

     

    Il Vangelo del giorno (Marco 3,22-30)

    In quel tempo, gli scribi, che erano discesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demoni per mezzo del principe dei demoni». Ma egli, chiamatili, diceva loro in parabole: «Come può satana scacciare satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non può reggersi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non può reggersi. Alla stessa maniera, se satana si ribella contro se stesso ed è diviso, non può resistere, ma sta per finire. Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire le sue cose se prima non avrà legato l’uomo forte; allora ne saccheggerà la casa. In verità vi dico: tutti i peccati saranno perdonati ai figli degli uomini e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito santo, non avrà perdono in eterno: sarà reo di colpa eterna». Poiché dicevano: «E’ posseduto da uno spirito immondo».

     

    Riflessione del Giorno (Mons. Ravasi Mattutino)

    La moderazione è una cosa fatale. Sembra che tra i giovani nulla abbia più successo dell’eccesso. Anche se non fu un modello di moderazione, aveva ragione lo scrittore inglese Oscar Wilde (1854-1900) a fare questa considerazione. Basta seguire qualche programma televisivo o badare ai canoni della pubblicità: l’intemperanza verbale, l’esasperazione sessuale, l’esuberanza del comportamento, l’enormità degli atti sono una sorta di legge imperante a cui tutti s’adeguano. Purtroppo i giovani sono spesso i più malleabili a queste imposizioni subliminali, alle mode e ai modelli di comportamento. Ecco il successo dell’eccesso che non si estingue solo nella sguaiataggine ma va a finire nell’orizzonte oscuro del dramma, con droga, alcol, incidenti stradali per folle velocità e così via. È necessario darsi una calmata. Certo, la parola «moderazione» è ambigua perché è applicata anche alla conservazione e alla reazione. Il suo valore genuino è, invece, prezioso perché ci parla di misura, stile, regola, autocontrollo. Contro ciò che è smodato e sfrenato la moderazione ricorda la necessità di equilibrio e rispetto perché la libertà non è sregolatezza e assenza di limiti e di dominio di sé e delle proprie pulsioni. Confucio dichiarava che «chi si modera, raramente si perde». Ritrovare la misura non è solo un segno di dignità ma anche di vero successo.

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per gli Istituti religiosi femminili impegnati in campo sociale ed educativo

     

    Don’t forget!100 immagini che hanno cambiato il mondo

    27-01-1948: L’ultima foto del Mahatma mostra Gandhi che lascia il santuario di Khwaja Qutbuddin Bakhtiar Kaki a Delhi. Tre giorni dopo, il 30 gennaio, presso la Birla House, a Nuova Delhi, mentre si recava in giardino per la consueta preghiera delle ore 17:00 accompagnato dalle pronipoti Abha e Manu, sarà assassinato con tre colpi di pistola da Nathuram Godse, fanatico indù radicale. Pochi mesi prima si era firmato l’atto di indipendenza dell’India dal Regno inglese. L’ammiraglio Mountbatten, incaricato della mediazione, si era convinto dell’inevitabilità di dividere il paese per il conflitto insanabile fra musulmani e indù. Il 14 e 15 agosto 1947 le indipendenze divennero effettive: Pakistan e l’India diventarono stati indipendenti. Nehru fu il primo ministro dell’India e Jinnah il luogotenente generale del Pakistan.

     

     

     

     

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