Martedì 17 gennaio 2023

     

    1a settimana tempo ordinario  

     

    Aforisma del giorno di Nicolàs Gòmez Dàvila

    L’adesione al comunismo è il rito che permette all’intellettuale borghese di esorcizzare la sua cattiva coscienza senza abiurare il suo essere borghese.

     

    Preghiera del giorno

    Cuor di Gesù tu sai, cuor di Gesù tu puoi, cuor di Gesù tu vedi, cuor di Gesù provvedi, cuor di Gesù pensaci tu! Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, come era nel principio ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

     

    Santo del giorno

    S. Antonio abate è uno dei più illustri eremiti della storia della Chiesa. Nato a Coma, nel cuore dell’Egitto, intorno al 250, a 20 anni abbandonò ogni cosa per vivere dapprima in una plaga deserta e poi sulle rive del Mar Rosso, dove condusse vita anacoretica per più di 80 anni: morì ultracentenario nel 356.

    Già in vita accorrevano da lui, attratti dalla fama di santità, pellegrini e bisognosi di tutto l’Oriente. Anche Costantino e i suoi figli ne cercarono il consiglio. La sua vicenda è raccontata da un discepolo, S. Atanasio, che contribuì a farne conoscere l’esempio in tutta la Chiesa. Per due volte lasciò il suo romitaggio.

    La prima per confortare i cristiani di Alessandria perseguitati da Massimino Daia. La seconda, su invito di Atanasio, per esortarli alla fedeltà verso il Concilio di Nicea.

    Nell’iconografia è raffigurato circondato da donne procaci (simbolo delle tentazioni) o animali domestici, di cui è popolare protettore (il maiale si deve al fatto che i monaci “antoniti” allevavano i maiali con il grasso dei quali curavano il fuoco di S. Antonio.

     

    Parola di Dio del giorno Marco 2,23-28

    In quel tempo, di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe. I farisei gli dicevano: «Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?».

    Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? Sotto il sommo sacerdote Abiatar, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!».

    E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato».

     

    Riflessione del giorno dalla vita di S. Antonio

    A 18 anni Antonio perse i genitori, rimanendo custode di una sorellina e possessore di notevoli ricchezze. Ma la voce di Dio si fece sentire dopo pochi mesi quando in chiesa sentì leggere le parole di Gesù: «Se vuoi essere perfetto, vendi quanto hai, e dallo ai poveri, così avrai un tesoro nel cielo, poi vieni e seguimi».

    Antonio andò a casa, distribuì tutte le sue sostanze ai poveri, pose la sorella in un monastero femminile e si ritirò a fare vita penitente nel deserto. Qui si sforzava di praticare le virtù che vedeva negli altri penitenti, nelle cui celle si recava per imparare la via della perfezione.

    Lavorava per procurarsi il cibo e ciò che guadagnava in più lo donava ai poveri. Ma il demonio non poteva sopportare tanta perfezione e cercò di distoglierlo dal suo intento; Antonio si raccomandava notte e giorno a Gesù e praticava rigorose penitenze. Mangiava una volta sola al giorno, dormiva sulla nuda terra e mortificava il suo corpo: ottenne così la vittoria sul demonio.

    Dopo un po’ di tempo si volle addentrare ancor più nel deserto e viveva in una grotta. Qui il demonio ricominciò a tendergli le sue insidie e una volta lo percosse tanto, che fu vicino alla morte; ma benché sfinito, pregava e cantava il salmo: «Se anche eserciti interi sono schierati contro di me, il mio cuore non teme». Al demonio poi ripeteva le parole di S. Paolo: «Nulla mai potrà separarmi dall’amore di Cristo».

     

    Intenzione di preghiera per il giorno

    Per tutti i religiosi e religiose che vivono negli eremi e nei monasteri e conventi di clausura.

     

    Don’t Forget! 1000 quadri più belli del mondo

    KATSUSHIKA HOKUSAI: LA GRANDE ONDA AL LARGO DI KANAGAWA

    1830-‘31 – Xilografia – 25,7 x 37,9 cm – Biblioteca Congresso Usa

    È la prima e più celebre opera della serie “36 vedute del Monte Fuji” e la più famosa e conosciuta nel mondo nel suo genere. Raffigura un’onda tempestosa che minaccia alcune imbarcazioni al largo di una zona marina dell’odierna prefettura di Kanagawa; come in tutte le altre rappresentazioni di questa serie sullo sfondo compare il Fuji. Sebbene sia considerata l’opera più rappresentativa dell’arte giapponese, essa combina elementi della pittura orientale e caratteristiche dello stile occidentale.

    Ebbe immediato successo sia in patria che in Europa, contribuendo alla nascita del “giapponismo” nella seconda metà del XIX sec. Dal XX secolo in poi la sua popolarità crebbe ancora, diffondendosi anche nella cultura di massa, venendo spesso copiata e parodiata. La composizione è costituita da tre elementi principali: il mare in tempesta, le barche e la montagna: Hokusai adotta cioè un metodo mutuato dalla pittura buddista cioè la composizione cinese tripartita, secondo cui a una grande forma (la barca) in primo piano, ne seguiva una minore e una ancora più piccola (il Fujiyama) sullo sfondo.

    La montagna con la vetta innevata è il Fuji che in Giappone è simbolo nazionale e un importante simbolo religioso. Nell’immagine si scorgono tre imbarcazioni dette oshiokuri-bune, veloci chiatte di circa 12-15 metri utilizzate per il trasporto del pesce ancora vivo. Vi sono 8 vogatori per barca, afferrati ai remi; altri due passeggeri stanno posizionati a prua, così che il numero totale di uomini è di trenta.

    La grande onda può essere considerata l’immagine iconica della moderna contrapposizione tra forza della natura e fragilità dell’uomo: l’abilità di Hokusai risiede infatti nella raffigurazione della natura (=l’onda gigante) che appare come una forza violenta pronta a inghiottire gli uomini, i quali a loro volta rappresentano la secolarità della vita che si contrappone all’indifferenza e alla religiosità del Monte Fuji.

    Durante la fase di composizione dell’opera, Hokusai (1760-1849) stava vivendo un periodo stressante e difficoltoso. Afflitto da gravi problemi economici e di salute, dopo la morte della moglie nel 1828 fu costretto a prendersi cura del nipote e accollarsi i debiti: ripercussioni finanziarie che pesarono sulla sua attività per gli anni a venire e, furono il motivo per cui decise che il tema della serie 36 vedute del Monte Fuji sarebbe stato il contrasto tra la sacralità del Fuji e la vita secolare…

     

    Condividi questa!

    Informazioni sull'autore

    Potrebbe piacerti anche

    Nessun commento

    È possibile postare il commento di prima risposta.

    Lascia un commento

    Please enter your name. Please enter an valid email address. Please enter a message.

    WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com