martedì 17 settembre ’19

     

     

    Aforisma del giorno (L. Wittgenstein: Pensieri diversi)

    I problemi della vita sono insolubili, alla superficie, e si possono risolvere solo in profondità.

     

    Iniziamo la Giornata Pregando 

    Si dice che S. Francesco d’Assisi o uno dei seguaci quando passava accanto a una chiesa o vedeva un campanile in lontananza si fermava, baciava la terra e recitava questa preghiera:

    Ti adoriamo, Signore Gesù Cristo, qui e in tutte le tue chiese che sono nel mondo intero, e ti benediciamo, perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

     

    Roberto Bellarmino

    Nato a Montepulciano nel 1542 da famiglia nobile: a 18 anni decise di entrare fra i Gesuiti. Ordinato nel 1570, insegnò per 7 anni a Lovanio nell’università dove si fece fama di teologo rigoroso e polemista eccezionale. Tornato a Roma, acquistò crescente prestigio che lo portò prossimo al Papato. Fu Vescovo di Capua e poi factotum della S. Sede. Morì nel 1621

     

    Ascoltiamo la Parola di Dio (Lc 7,11-17)

    Gesù si recò in una città chiamata Nain e facevano la strada con lui i discepoli e grande folla. Quando fu vicino alla porta della città, ecco che veniva portato al sepolcro un morto, figlio unico di madre vedova; e molta gente della città era con lei. Vedendola, il Signore ne ebbe compassione e le disse: «Non piangere!». E accostatosi toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Giovinetto, dico a te, alzati!». Il morto si levò a sedere e incominciò a parlare. Ed egli lo diede alla madre. Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi e Dio ha visitato il suo popolo». La fama di questi fatti si diffuse in tutta la Giudea e per tutta la regione. 

     

    Riflessione del Giorno (S. Juan de la Cruz – Jean Rigoleuc – Miguel de Molinos)

    Accade che Dio porti l’anima attraverso un elevato cammino di oscura contemplazione e di aridità, sul quale le sembrerà di essere perduta; e trovandosi così piena di oscurità e di prove, di oppressioni e tentazioni, incontri qualcuno che le dica, come i consolatori di Giobbe, che si tratta di depressione. Quando Dio permette che siamo più fortemente attaccati (dalla disperazione di non uscire mai da questa malinconia=depressione), il proposito di Dio è di obbligarci a ricorrere a Lui…È una medicina un po’ rude, ma molto efficace nell’operare nelle anime meravigliose guarigioni. Rendetegli grazie e guardatevi bene dal credere che vi abbia abbandonato come forse potreste immaginare, perché l’immaginazione è sempre soggetta agli inganni del demonio e ai movimenti dell’umore malinconico e l’anima si ingarbuglia nei suoi pensieri a forza di guardare a se stessa.

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo perché sappiamo chiedere e donare il perdono a tutti, compresi i nemici

     

    Don’t forget! – I “1000 quadri più belli del mondo”

    Nato da famiglia di artisti nel 1619, Charles Le Brun fu prima allievo del padre Nicolas, poi di Simon Vouet a Parigi; completò la formazione a Roma dove si recò, dal 1642 al ‘46, con Poussin che ebbe parte nella formazione del suo stile: studiò Raffaello, i pittori bolognesi e i monumenti antichi. Nel 1646 tornò a Parigi: lì si affermò come primo pittore del re e “principe” della Accademia reale di pittura e scultura, esercitando influenza grande e svolse attività didattica sostenendo i principi classici. Le Brun prediligeva i soggetti allegorici e mitologici, che dipingeva con stile classico e il gusto dell’effetto drammatico e dell’ornato; contribuì con la sua opera a definire la fisionomia fastosa e magniloquente del barocco francese, creando un modello valido per le corti europee. Le Brun muore a Parigi, il 22 febbraio 1690. Il quadro in questione rappresenta la S. Famiglia: Maria col bambino Gesù addormentato in braccio è al centro di un gruppo di 7 persone; dietro a lei a mani giunte un anziano S. Giuseppe, mentre S. Anna (madre di Maria e nonna di Gesù) provvede a coprire il nipotino con un lenzuolo. Poggiato alla culla S. Giovannino tende la sua mano come a voler svegliare Gesù,

    CHARLES LE BRUN: IL CRISTO ADDORMENTATO 1655 – Olio su tela – 87 x 118 cm – Louvre Parigi

    CHARLES LE BRUN: IL CRISTO ADDORMENTATO 1655 – Olio su tela – 87 x 118 cm – Louvre Parigi

    trattenuto però da sua mamma Elisabetta che gli indica il bimbo addormentato, mentre suo padre Zaccaria contempla rapito la scena. La Madonna a sua volta invita Giovanni a non disturbare il sonno del figlio. La scena è intima e familiare e mancano i riferimenti religiosi come ci si aspetterebbe in una sacra rappresentazione, eppure tutto è carico di allusioni bibliche e di significati simbolici. Gesù occupa il centro, tutto gira intorno a Lui e tutti vegliano sul suo sonno che sembra alludere alla morte con la quale egli redimerà il mondo. Non a caso Anna avvolge il luminoso corpicino del bimbo in un candido lenzuolo (come non pensare alla sindone?). La Madonna che invita Giovanni al silenzio sembra volergli ricordare che lui è solo “la voce che grida nel deserto” mentre l’altro è la “Parola” incarnata di Dio. La preghiera di Giuseppe e Zaccaria è un invito ad assumere il giusto atteggiamento di fronte a quel bambino e al suo mistero, che è quello della contemplazione e del silenzio. Splendido il dettaglio della stufa con il fuoco acceso con sotto il gatto che fa le fusa, così come la culla che fa da base al gruppo i cui personaggi sono disposti in forma piramidale. La scena si svolge nella parte più intima della casa: il drappo verde a sinistra fa da contrappunto l’ampia finestra di destra grazie alla quale si intravedono in successione una stanza con camino e un’altra ancora con porta spalancata sul paesaggio esterno immerso nella luce.  

     

     

    nell’immagine un quadro di Edouard Leon Kortes

     

     

     

     

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